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Entrando a scuola noto l'infinità di gente presente. Tutti scortati da auto lussuose tanto quanto le nostre. Chiacchierano e si salutano amichevolmente. Indossano le stesse nostre uniformi rosse.

Arriviamo ad un grande atrio: sono disposte a destra delle sedie rosse e a sinistra quelle blu. Jen mi spiega che quelle rosse sono per la classe B mentre quelle blu per la classe A. Prendiamo posto velocemente assieme alle altre ragazze. Non c'è ancora nessun studente della classe A, le loro sedie sono vuote.

"Ehilà rossa! Non ci presenti il bocconcino?" dice un ragazzo con i capelli castani ricci.

Si siede dietro di noi insieme al suo gruppo di amici mentre mi sorride amichevolmente.

"Ciao anche a te Erik, anch'io sto bene, grazie mille per averlo chiesto."

"Oh, avanti. Lo sai che sei la mia preferita, non fare l'egoista e presentaci la tua amica."

"Caroline ho il dispiacere di presentarti Erik, il ragazzo più stupido del pianeta, Erik lei è Caroline e non si tocca neanche con un dito" dice queste ultime parole con tono minaccioso.

"Ciao Caroline non si tocca neanche con un dito, sono Erik."

Le sue parole strappano un sorriso non solo a me, ma a tutti quelli accanto a noi. Vedo Jen alzare gli occhi al cielo.

"Eccoli che arrivano... " sento i mormorii delle ragazze di fronte a noi.

"Chi?" chiedo non notando il preside.

"Guarda tu stessa. La classe A" dice Erik indicando un gruppo di ragazzi che indossa un uniforme blu.

Camminano come se fossero dei principi dal sangue reale. Sanno di essere fissati e ammirati dalla maggior parte dei presenti qui, eppure questo non sembra toccarli minimamente.

"Quanto non li sopporto" sospira Erik ottenendo un'occhiataccia da parte di una ragazza in prima fila.

Hanno addirittura le fan a scuola.

"Quelli sono intoccabili per le loro famiglie che finanziano la scuola. Perciò fanno i bulletti con gli atri ragazzi comuni mortali come noi" Erik mi spiega il complesso e ingiusto sistema che vige in questa scuola.

"Proprio equa questa scuola" commenta Jen.

"Uno schifo direi" mormoro fissandoli male.

Alcuni studenti della classe B che mi hanno sentita mi guardano allibiti. Penso di averlo appena urlato ai quattro venti, vero?

"Mi è scappato" mormoro diventando rossa per l'imbarazzo.

"Tu mi piaci" Erik mi strappa un piccolo sorriso cercando di farmi passare l'imbarazzo.

Proprio in quell'istante fa la sua entrata di scena l'essere che più voglio evitare. Damon. Si guarda intorno come fosse un principe acclamato dalla folla.

Si siede vicino a una ragazza bionda che non smette di parlargli di non so cosa mentre ha lo sguardo di quasi tutta la scuola addosso. Capisco subito di non essere l'unica a subire il fascino dei suoi tratti reali: ha rapito gli occhi di tutte le ragazze. Tutte follemente perse per lui.

I miei pensieri vengono interrotti dall'entrata in scena del preside che inizia a parlare sul programma di quest'anno dando il benvenuto anche ai nuovi arrivati.

È un uomo basso e grassetto con la barba bianca. La sua voce mi ricorda quella del mio vecchio vicino di casa... è un incrocio tra un'oca in fin di vita e un rinoceronte.

Armoniosa insomma.

"Bene, possiate passare un bell'anno e mi raccomando..." Erik da dietro inizia ad imitarlo dicendo esattamente le sue stesse parole.

"Il futuro esiste solo sulla base del rispetto reciproco e della persistenza.
Buon lavoro."

"Felici Hunger Games Caroline e possa la fortuna-" dice Erik alzandosi dalla sedia


"Per tutto il tempo non hai fatto altro che ripetere le sue parole, te le sei studiate la notte?" sorrido.

"Più o meno."

"Forza, andiamo in classe. Dobbiamo prendere i posti migliori" Jen raccoglie la sua cartella iniziando a farsi strada tra i vari studenti.

Annuisco mentre prendo la mia borsa e cerco di seguirla senza finire schiacciata dall'ammasso di ragazze che cercano di seguire Damon e i principi della A. Considerato che io sono capace di perdermi anche dentro casa mia, questa situazione non giova alla mia capacità di orientamento.

Continuo a camminare nei corridoi chiedendomi che razza di malato mentale architetta una scuola che sembra un museo e un labirinto. Non so più che strada prendere: ho fatto le scale tre volte e ormai sto aprendo porte a caso.

Non mi sono resa conto di essere capitata nella zona della classe A, finchè non sento la sua voce.

"Ciao dolcezza" sorride facendo apparire una meravigliosa fossetta sulla sua guancia sinistra.


Mi squadra da capo a piedi con il suo solito sorrisetto sul viso

"Qualcosa mi dice che ti sei persa" sorride divertito dalla mia espressione infastidita.

Date un premio Nobel a questo ragazzo.

"Allora c'è l'hai un cervello" dico ironica.

"Ti hanno spiegato vero chi sono?" avanza pericolosamente di un passo facendomi indietreggiare lievemente.

I pochi studenti presenti abbandonano il corridoio lasciandoci completamente soli e per fare questo è bastato un piccolo sguardo di Damon.

Damon avanza ancora fino a farmi scontrare contro il muro del corridoio.
"Allora?"

Ingoio un groppo di saliva quando si avvicina ulteriormente sentendo il suo sguardo bruciarmi la pelle.

"So che sei un pompato che appende i suoi poster anche nel bagno."





Dangerous Love Where stories live. Discover now