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"Lui non sta bene, fallo per me."

Sbuffo alzando gli occhi al cielo.

"Io non devo proprio niente a Damon, smettila di insistere Edward e lasciami in pace"dico più decisa che mai.

È da una settimana ormai che, dopo quello che era successo alla festa, io e Damon ci siamo ignorati completamente, almeno lui mi ignora e fa finta che io non esisti come se gli avessi fatto un torto. E poi è lui che mi deve chiedere scusa non io. Io stavo solo cercando di essere d'aiuto e ha reagito in modo violento.

"Lo sai anche tu che non è vero, non tocca cibo, non vuole parlare con nessuno e non fa le sue solite battutine stronze. Insomma è tornato ad essere quello di una volta e se continua a chiudersi così nessuno riuscirà più a stargli accanto, credimi"

Edward ha uno sguardo talmente sincero che per un secondo mi sembra di vedere del dolore nei suoi occhi, come se Edward fosse spaventato da ciò che Damon potrebbe diventare.

"E io cosa dovrei fare, scusa? Damon mi odia dal giorno della festa e fa qualunque cosa pur di non stare dove sto io, l'hanno notato tutti"dico arrabbiata mentre chiudo l'armadietto e mi dirigo verso la mensa, sperando che non mi segui.

"Parlaci e basta. Ti prego" mi prende il polso obbligandomi a fermarmi e voltarmi verso di lui.

"Io-"

Sto per rispondere quando qualcuno chiama il mio nome dal corridoio, finchè non ci raggiunge.

"Antony?"

Antony mi arriva davanti e dopo aver salutato il fratello mi rivolge un'occhiata piena di speranza.

"Caroline devo chiederti una cosa.... - lo guardo incitandolo a continuare, anche perchè sembra in estrema difficoltà a chiedermi questa 'cosa' -ecco, io penso che dovresti davvero parlare con Damon"

La mia bocca assume la forma di una 'o', sono allibita. Non posso proprio credere, non solo Edward ora si aggiunge pure Antony, perfetto.

Senza dare tempo a Antony di aggiungere qualcosa ( anche perchè sento già di sapere cosa dirà per convincermi) mi volto iniziando a incamminarmi e cercando di seminarli il più velocemente possibile.

Entro in mensa dove vedo subito Jen e Erik seduti al tavolo con i loro pasti, decido di raggiungerli subito.

"Arrivi proprio al momento giusto"dice allegramente Erik mentre Jen sembra essere nel mondo dei sogni, ha lo sguardo perso verso non so quale pensiero (anche se molto probabilmente si tratta di Edward).

Gli lancio uno sguardo per fargli capire che non è proprio giornata per le sue battute innovative.

"Okaaay"dice alzando le mani in segno di resa "Ne vuoi.. parlare? Sai com'è quelle chiaccherate tra amici dove si parla dei problemi della vita, la crisi, il lavoro.."dice cercando di sembrare interessato e convinto su quello che dice.

"No, direi di no ma grazie lo stesso"rispondo lanciandogli un'occhiata.

"EDWARD!"esclama felice Jen guardando oltre le mie spalle.

E' inquietante come da un momento all'altro sia risorta dal suo mondo, ed è bastato solo scorgere la figura di Edward da lontano.

"Perchè vengono verso di noi?"chiede Erik lanciandomi un'occhiata interrogativa.

"Perchè guardi me?"chiedo.

"Perchè sei l'unica persona al mondo che spingerebbe i popolari Piers della classe A a venire fin qui, nella nostra zona"dice come se mi stesse insegnando le tabelline.

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