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"Numero 22 svegliati" cerco di aprire gli occhi ma faccio fatica. Sono legata al soffitto da ieri e i miei piedi toccano a malapena il pavimento. Non sento più le braccia ormai.
"Allora hai imparato la lezione?" chiede tirandomi i capelli. La testa si rovescia all'indietro. Vorrei urlare dal dolore ma cerco di trattenermi, a lui non piacciono le urla. Soffoco un gemito e stringo i denti
"Si signore" rispondo docilmente. Ho imparato a mie spese come rispondere.
Ieri c'è stata l'asta. Volevano vendermi ad un vecchio ubriacone ma mi sono ribellata. Gli ho dato un calcio nelle palle e sono scappata. Ho fatto sì e no 10 metri e poi sono stata afferrata da uno dei suoi scagnozzi. Hanno usato un taser e sono quasi svenuta.
"Vedi di comportarti bene oggi o ti uccido" deglutisco a questa minaccia e vengo slegata, so che potrebbe farlo. Cado a terra ma lui mi fa alzare e mi porta insieme alle altre. Siamo nude e infreddolite. Tremiamo mentre ci tocca e ci palpa. Dobbiamo tenere la testa bassa mentre viola il nostro corpo altrimenti, se osi alzarla, inizia a prenderti a schiaffi e le sue mani sono molto pesanti.
Quando sono arrivata qui, circa 2 mesi fa, ho provato a ribellarmi quasi subito ma ho capito all'istante che non avrei potuto vincere. Saliamo sul palco e subito partono le offerte. Dobbiamo tenere le mani lungo i fianchi, c'è chi piange e chi trema dalla paura. Mi aspetto che tutto proceda come sempre ma poco dopo l'inizio succede il caos.
"Fermi tutti polizia" spari, urla, gente che corre. Non so che fare. Scendo velocemente dal palco e mi nascondo al di sotto. I rumori forti mi agitano. Mi rannicchio il più possibile e mi copro gli occhi con le mani. Cerco di smettere di tremare ma non ci riesco. Ho paura che lui mi trovi ma non so dove altro andare. Non so quanto tempo passa ma qualcuno mi tocca delicatamente e immediatamente cerco di ritrarmi il più possibile
"No ti prego" urlo mentre alzo le mani davanti a me
"Ehi tranquilla, sei al sicuro adesso" apro gli occhi e trovo accucciato vicino a me un ragazzo vestito da poliziotto. Non so dire quanto sia sollevata, scoppio a piangere e lascio che mi aiuti ad uscire. Mi avvolge una coperta intorno alle spalle e mi fa sedere sul palco. Alzo lo sguardo timidamente e mi guardo intorno. È pieno di polizia. Continuo a tremare, ho il terrore che lui torni a prendermi
"Io sono Christopher. Sei al sicuro, non avere paura". Non riesco a parlare. Le mie compagne sono sparite e un paramedico si sta avvicinando. Mi stringo ancora di più nella coperta
"Salve signorina, la portiamo in ospedale, non si preoccupi mi segua" guardo Christopher e lui mi fa un piccolo sorriso.
E se mi riportano da lui? Non posso fidarmi di nessuno. Scuoto la testa e rimango immobile.
"So che sei spaventata ma non puoi restare qui da sola. Hai bisogno di essere medicata e visitata. Fidati di me". Non so perché ma decido di dargli ascolto. È il primo che mi parla in modo gentile da quando sono nata. Appena mi alzo ho un giramento di testa e svengo. Quando mi sveglio capisco di essere in ospedale. Sono collegata a diverse macchine e ho diverse medicazioni. Sono sola e questo mi spaventa. Cerco di scacciare via una lacrima e poco dopo Christopher entra.
"Sei sveglia" dice sorridendo. È sempre vestito da poliziotto, quindi non deve essere passato molto tempo. Vorrei chiedergli da quanto sono priva di sensi ma la voce non mi esce.
"Come ti chiami?" chiede sedendosi su una sedia
"G-grace" continua a sorridermi e un po' mi rassicura. Mi tremano le mani e lui se ne accorge
"Sei al sicuro adesso, non devi aver paura" annuisco e cerco di calmarmi.
"Posso chiamare qualcuno? I tuoi genitori?" e così mi accorgo di essere completamente sola,non c'è nessuno che entrerà correndo da quella porta, nessuno che sarà sollevato dalla notizia del mio ritrovamento. Lascio cadere una lacrima e subito la scaccio via
" Scusami Grace,non piangere" dice corrugando la fronte.
Perché si preoccupa tanto per me? Mi faccio coraggio e con un filo di voce gli racconto da dove vengo
" vengo da un orfanotrofio ma ti prego non chiamarli" dico spaventata,non voglio tornarci.
"Calma calma, non chiamo nessuno. Stai tranquilla. Perché non cerchi di riposarti un po'? Rimango qui con te" faccio come mi ha detto. Non capisco come ma nella sua voce c'è qualche cosa che mi rassicura. Quando mi sveglio sono di nuovo sola, sospiro e mi guardo intorno. Adesso verrò mandata in qualche altro orfanotrofio, ho solo 16 anni e per legge sono ancora troppo piccola. Me la cavo da sola da sempre, anche quando la direttrice mi puniva talmente tanto da farmi svenire. Mi curavo sempre da sola,so cavarmela. Devo andarmene da qui. Non voglio tornare a subire tutti quegli abusi sul mio corpo. Inizio a strappare tutti i fili ma le macchine fanno strani rumori. Ho anche un forte giramento di testa ma cerco di non cadere. Non faccio in tempo ad uscire che Christopher entra insieme ad un'infermiera. Pensavo se ne fosse andato. Sono sollevata di vederlo e non capisco perché
"Signorina che cosa fai in piedi?"
"D-evo aa-ndare via da qui. Lui tornerà a p-prendermi" farfuglio in preda al panico. Christopher sorpassa l'infermiera e mi viene vicino. Istintivamente mi ritraggo un po'. Non ho veramente paura di lui ma sto delirando ed è difficile distinguerlo dai miei aguzzini.
"Non può farti più del male Grace. La tua camera è sorvegliata tutto il tempo. Sei al sicuro" decido di credergli e mi tranquillizzo leggermente. Ho il respiro accelerato e un giramento di testa mi fa cedere le gambe. Christopher mi prende al volo e mi sistema sul letto. Sono stanca, tanto stanca. Sento un leggero pizzico e mi addormento.

POV CHRIS
Che cosa le hanno fatto?. Sono scioccato dalle condizioni in cui abbiamo trovato queste ragazze. Sono tutte così piccole. Lei è così fragile. Ho chiesto al comandante di potermi occupare di lei. Ho solo 25 anni ma appena l'ho vista così spaventata mi è scattato qualche cosa.
"Milston" dico rispondendo al telefono. Sono fuori dalla camera di Grace. Dorme ed è meglio che riposi.
"Chris sono Asher" è il mio amico e collega e dalla sua voce non ci sono buone notizie
"È scappato. Lui è i suoi uomini non si trovano più". Mi passo una mano tra i capelli e poi chiudo la chiamata. Cazzo, adesso avrà ancora più paura. Non posso dirle la verità per adesso, è sempre la vittima e non posso raccontarle che abbiamo lasciato fuggire il suo carnefice. Non so spiegare cosa mi stia succedendo ma appena l'ho vista in quello stato ho capito che devo proteggerla a tutti i costi. È così piccola e sola. Sono immerso nei miei pensieri quando vedo correre l'infermiera nella sua stanza. Entro con lei e trovo Grace che a stento si regge in piedi. Ha paura, lo vedo da come tiene gli occhi sbarrati e vuole andarsene. Cerco di calmarla ma più mi avvicino e più si allontana. Ha un capogiro e riesco a prenderla al volo. Si lascia toccare e si stringe di più a me. Vorrei poterla stringere più forte e farla sentire al sicuro. Non so cosa mi stia accadendo, di solito sono molto professionale con le vittime ma con lei non riesco a rimanere imparziale. La sistemo sul letto e l'infermiera le da un calmante. Decido di rimanere con lei, deve essere orribile sapere di non avere nessuno al mondo.

Non sei più sola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora