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POV GRACE
"Christopher?"
"Si?"
"beh ecco... Puoi prendere appuntamento con la psicologa?" dico senza guardarlo negli occhi. Non dice niente quindi alzo lo sguardo e lo vedo sorridere
"Certo piccola Grace. Sono felice che tu voglia andarci"
"Si sai si avvicina il processo e io..."
"Non devi dirmi niente se non vuoi Grace. Sono felice di poterti vedere più serena quindi va bene così"
"Non è che non ne voglia parlare con te è solo che..." mi torturo le mani, non voglio che si offenda
"Ehi ehi vieni qui" dice abbracciandomi
"Sono il primo ad averti spinto ad andare dalla psicologa per farci aiutare. Mi hai già detto molte cose e se vorrai potrai sempre dirmi tutto quello che vuoi Grace. Non pensare che io sia triste. Tu mi rendi felice" dice baciandomi i capelli
"Com'era Jane?" chiedo di getto, forse avrei dovuto evitare questa domanda. Insomma non so se a lui fa piacere parlarne. Si gli ho già chiesto una volta di lei ma non voglio farlo intristire.
Si irrigidisce un po' e si siede su una sedia sistemandomi sulle sue gambe
"Beh lei era un vero terremoto. Si metteva sempre nei guai e i miei fratelli andavano sempre ad aiutarla. Avevamo molti amici in comune ed uscivamo sempre insieme. Era brava a scuola e voleva diventare un medico. Eravamo sempre insieme, nessuno ci chiamava per nome, per tutti eravamo i gemelli"dice sorridendo
"E quando se n'è andata come hai fatto a superarlo?" sospira e mi affretto ad aggiungere
"Non devi rispondere se non ti va. Volevo solo alleggerirti i pensieri" dico facendo spallucce.
"Va bene Grace tranquilla. All'inizio ho fatto un sacco di cavolate. Bevevo e  più volte i miei fratelli hanno dovuto togliermi dai guai. Non credo di averla ancora superata ma ad un certo punto ho capito di dover prendere il mio dolore e farne qualche cosa di buono. Mi sono arruolato in polizia e adesso è più facile parlare di lei" dice asciugandosi una lacrima. Gli bacio la guancia e sorride.
"Grazie piccola Grace" sorrido e gli do una piccola spinta
"Non mi far arrossire" alza le mani in segno di resa e ride. È bello quando ride. Gli si creano proprio due fossette carine.
"Com'è avere dei genitori?" chiedo tornando seria
" dipende da che tipo di genitori hai. I miei sono stati molto bravi, non ci hanno fatto mai mancare niente. Vorrei solo vederli più felici ma Jane non tornerà più e loro non potranno mai tornare ad essere le persone che erano prima. Ma va bene così è giusto che la ricordino come vogliono e il dolore a volte fa parte di tutto questo"
"I miei genitori dovevano fare proprio schifo se hanno deciso di abbandonarmi" dico abbozzando un sorriso
"Posso indagare se... Insomma se vuoi". Sono sorpresa da questa proposta, non sapevo che si potesse e ho paura di scoprire qualche cosa di orribile
"Per adesso pensiamo al processo. Non sono in grado di affrontare entrambe le cose. Quando passerà questo periodo ci penserò" annuisce e va a chiamare la psicologa.
"Grace tra due ore abbiamo appuntamento" annuisco e torno seria e lui se ne accorge
"Tranquilla, andrà bene".
Quando arriviamo nello studio sono molto agitata, forse non è stata una grande idea ma ormai siamo qui.
"Ciao Grace" saluto cordialmente la dottoressa e entriamo nel suo studio.
"Mi fa piacere vederti" annuisco accennando un sorriso. Avanti Grace puoi fare di meglio
"Tra pochi giorni ci sarà il processo e io devo testimoniare. Vogliono che dica le cose in modo molto dettagliato e non so se ci riesco".
"Che cos'è difficile da dire?"
"Non voglio dover rivivere quei momenti"
"Ti va di raccontarmi un episodio? Quello che vuoi Grace,così vedi che effetto ti fa" annuisco e faccio un respiro profondo
"Era appena finita l'asta e qualcuno stava picchiando una ragazzina. Le sue urla si sentivano molto forte e non ho potuto resistere. Ho cercato di difenderla e ne ho pagato le conseguenze. Ne porto ancora le cicatrici" dico lasciandomi sfuggire una lacrima.
"Sento le sue urla nella mia testa" mi passa un fazzoletto e mi asciugo le lacrime.
"Sei stata molto coraggiosa a raccontarmi questo episodio. Hai raccontato anche qualche cosa a Christopher?"
"Si, avevo bisogno di sfogarmi un po'"
"Hai fatto bene Grace, sei stata molto brava".
"Che cosa ti spaventa del processo?"
"Non voglio dover guardare Frank negli occhi. Lui mi ha fatto tante cose e io non voglio riviverle e non voglio essere obbligata a farlo"
"Nessuno ti può obbligare Grace ma forse è necessario fare questo passo per poter andare avanti e superare le tue paure. Parla con Christopher, è importante che ti confidi con qualcuno che reputi prezioso per te" annuisco e sorrido. Ci alziamo perché il tempo è finito.
"Torna dopo il processo se te la senti" ringrazio e usciamo.

POV CHRISTOPHER
Grace esce dallo studio e ha gli occhi lucidi, avrei voluto stringerla mentre raccontava quello che la fa stare male.
"Christopher possiamo parlare un attimo?" annuisco e Grace si siede al mio posto.
"Come sta?" chiedo preoccupato
"Sicuramente si sta aprendo di più ma il percorso è ancora lungo. È molto spaventata per il processo"
"Lo so, passo intere notti a cercare di calmarla"
"Vedrai che riuscirete ad andare avanti. Spingila a venire dopo il processo. È importante e soprattutto cerca di farti dire il più possibile. Non lasciare che ci rimugini da sola" annuisco e torno da Grace
"Andiamo piccola Grace"
"Che ti ha detto?" chiede curiosa
"Che sei pazza e devo immediatamente rinchiuderti" dico facendole una linguaccia. Sorride e mi da una spinta
"Molto carino grazie" dice ridendo. Le dico quello che mi ha detto, non voglio avere segreti con lei. Mi ascolta ed annuisce
"Grace ti va se stasera invito qualche amico? Non hai ancora conosciuto nessuno e magari puoi farti delle amiche"
"Si certo va bene". Passiamo il resto del pomeriggio a cucinare e poi ci andiamo a preparare. Quando suonano il campanello vado ad aprire e Eric, Blake, Camille e Jenna entrano. Presento Grace e poi i miei amici mi seguono in cucina mentre lasciamo le ragazze sul divano.
" Allora amico è un sacco che non ci vediamo" dice Eric aprendo una birra
"Lo so ma tra l'arrivo di Grace e tutti i suoi problemi sono stato molto impegnato" mi manca molto parlare con loro. Ci conosciamo da tanti anni e ci siamo sempre aiutati nelle difficoltà.
"Voi come ve la passate?" chiedo bevendo un sorso di birra
"Abbastanza bene. Camille è il solito terremoto e infatti oggi è stata punita 2 volte" dice esasperato. Rido al suo sbuffo, Camille a volte lo fa di proposito solo per vederlo arrabbiato, ma poi fanno sempre pace.
"Tu e Grace.... Insomma ancora non le hai parlato?" chiede Eric
"Voglio aspettare la fine del processo, non so se accetterà. Per adesso la cambio solo la sera e la mattina, è già un passo avanti". Finiamo le birre e torniamo dalle ragazze. Mentre ci avviciniamo al tavolo sento che qualcuno pronuncia la parola daddy. Una delle ragazze starà raccontando a Grace qualche aneddoto, spero solo che non si sconvolga troppo ma a guardarla non sembra così. Passiamo il resto della serata a ridere e chiacchierare. Grace parla con tutti senza vergogna e quando vanno via è molto tardi.
"Grace lascia stare, ci pensiamo domani. Adesso è molto tardi per te quindi andiamo a letto". Mentre le sto mettendo il borotalco mi guarda negli occhi e mi fa la fatidica domanda
"Christopher ma tu sei il mio daddy?" è in imbarazzo e non mi guarda negli occhi. La metto a sedere e le sorrido
"Mi piacerebbe molto ma non so se per te è troppo. Beh le regole, le punizioni e anche il cambiarti fanno già parte dell'essere il tuo daddy ma non te ne ho mai parlato esplicitamente" è pensierosa e ho paura che per lei sia troppo
"Ma un daddy cosa fa?"
"Cerca di educare al meglio la sua bambina. La punisce quando sbaglia e si prende cura di lei" dico sorridendo
"Beh tu fai già tutte queste cose" accenna un sorriso e mi rilasso un pochino
"Infatti. Quindi non è cambiato granché"
"Vuoi che ti chiami daddy?"
"No principessa va bene anche Christopher o Chris" mi sorride e mi abbraccia.
"Allora quando rivedrò le mie nuove amiche dirò loro di avere un daddy" dice sorridendo. Mi fa piacere che non si sia scandalizzata e che trovi simpatiche Camille e Jenna. La prendo in braccio e la porto a letto.
"Forza piccola Grace a nanna" mi da un bacino sulla guancia, sbadiglia e si addormenta quasi subito.

Non sei più sola Where stories live. Discover now