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Sono due settimane che non vedo Grace. Certo Jhonathan mi tiene costantemente aggiornato ma non è la stessa cosa. Sto andando dalla psicologa e penso di star facendo dei progressi. Vorrei solo accellerare tutto per poter riavere Grace ma è meglio che ci vada piano. Non voglio in nessun modo spaventarla di nuovo.
"Allora Christopher come stai?" distolgo lo sguardo dal quadro affisso dietro al divano e guardo la psicologa che mi sta difronte
"Decisamente meglio. Vorrei solo poter riabbracciare Grace"
"Cristopher" dice ammonendomi
"Lo so lo so, un passo alla volta ma mi manca così tanto" mi sorride e annuisce
" Non hai più paura di poterla perdere?"
"Dottoressa parliamoci chiaro. Sono iper protettivo e questa sensazione non andrà mai via. Mi preoccuperò sempre per lei, anche se le verrà un semplice raffreddore. Ma sicuramente non la paragono più a Jane ne la ritengo responsabile di questo"
"Jhonathan cosa dice?"
"Continua a rifiutarsi di venire a parlare con lei ma parla tranquillamente con lui e con Samantha. Sa che io la obbligherei a venire qui e adesso che non ci sono ne approfitta"
"Beh Christopher tu devi imparare ad ascoltare Grace. È adulta e potrebbe aiutarti a prendere delle decisioni guste per te e per voi. Se l'avessi ascoltata adesso forse non saresti qui in questa situazione ma avresti affrontato prima il problema" annuisco, ha ragione.
Quando torno a casa incrocio Jhonathan e le ragazze sul vialetto. Grace rimane impietrita a guardarmi mentre Samantha mi saluta frettolosamente ed entra
"Ciao Grace" azzardo
"Ciao Cristopher" risponde. È ancora arrabbiata. Tiene le mani sui fianchi e mi guarda dritto in faccia. Jhonathan si accorge di me e si avvicina a Grace
"Oh ciao Cristopher. Siamo appena tornati da scuola. Grace ha preso 10 in scienze" mi dice cercando di instaurare una normale conversazione
"Ma che brava Grace. Ti va di venire a casa a mangiare? Poi puoi tornare da Samantha e Jhonathan se vuoi". Gira lo sguardo verso Jhonathan che le sorride e annuisce timidamente.
"Quando hai finito puoi tornare da noi o rimanere da Cristopher. Puoi scegliere te Grace" Jhonathan le parla con molta cautela quindi tengo a mente il suo tono di voce.
"Ok. A dopo Jhonatan" lo saluta con un abbraccio e mi segue. Non ci credo che abbia accettato
"Cosa vuoi mangiare?" le chiedo una volta entrati
"È uguale. Posso cucinare io se vuoi" annuisco e la guardo mettersi ai fornelli. Mi è mancata così tanto.
"Allora Grace come va?" si irrigidisce un pochino ma tenta di nasconderlo e non dico niente
"Come pensi che vada?" chiede guardandomi con un mestolo in mano. È così buffa
" Jhonathan ha dovuto incoraggiarmi a venire in quella che dovrebbe essere casa mia" dice piano, senza urlare, come se ormai fosse rassegnata a questa situazione.
"Lo so Grace. Mi sto facendo aiutare"
"Ne sono al corrente"
"Perché non vuoi andare dalla psicologa?" chiedo cauto, non voglio litigare ma questo è un terreno molto delicato
"Non voglio parlare di questo" dice tornando a cucinare
"Beh ma forse dovremmo" azzardo tirando fuori la mia testardaggine
"Senti Cristopher tu non ci sei voluto andare dalla psicologa. Hai tirato su questo casino, mi hai spaventata e me ne sono dovuta andare. Con che coraggio mi chiedi perché non voglio andarci?" lascia, o meglio dire lancia,  lo straccio che ha in mano sul tavolo e si dirige verso la porta. Mi affretto a raggiungerla e dopo parecchi giorni le tocco una mano. È così bello poterla sentire di nuovo
"Scusami Grace sono un coglione. Non te ne andare ti prego" annuisce e torna a cucinare. Non parliamo più e la tensione si taglia con il coltello
"Allora" dico addentando un pezzo di carne. Grace sa cucinare davvero bene anche se lei dice il contrario.
"Come va con Jhonathan e Samantha?" chiedo come se fosse normale che lei abiti da loro invece che tornare da me
"Sono molto gentili e non mi fanno mancare niente"
"La tua casa non ti manca? Io non ti manco?" chiedo guardandola. È stato più forte di me
"Non me ne sono voluta andare io Cristopher. Mi hai detto che è colpa mia se Jane è morta. Hai idea di come mi sono sentita? Hai passato notti intere a dirmi che non è vero e poi a distanza di tempo mi hai semplicemente detto che mi ritieni responsabile" dice guardandomi negli occhi. La sua voce è calma e ferma. Non urla e non le si incrina il tono.
"Lo so Grace e mi dispiace tanto"
"Delle tue scuse non me ne faccio niente Cristopher" si alza e se ne va. Dopo poco vedo arrivare Jhonathan.
"È andata a fare un giro. Ha detto che tornerà per cena"
"Un giro? Dove?"
"Non lo so". Maledizione ma perché non sto zitto.
"Che le hai detto?" gli racconto la nostra conversazione e sospira
"Christooher capisco la tua voglia di riaverla. Impazzirei a stare lontano da Samantha ma Grace ha bisogno di tempo per riacquistare fiducia e devi darglielo. Non puoi invitarla a pranzo e metterla alle strette. La prossima volta ti dirà di no" dice versandosi del caffè
"Dorme male di notte. Sono tornati gli incubi" mi informa. Sospiro frustrato e tiro la tazzina nel muro. Va in mille pezzi eppure non mi sento meglio.
"Meglio?" chiede alzando un sopracciglio
"Decisamente no. Mi dispiace Jhonathan. Devi pensare a Samantha" dico mentre mi blocca
"Grace non è un peso e Samantha è serena se lei è nei paraggi quindi diciamo che sto approfittando della tua instabilità mentale" dice facendomi ridere. Mentre chiacchieriamo vediamo sbucare Samantha
"Ehi piccola"
"Ciao Christopher. Grace è tornata e sta vomitando nel bagno" corro da lei e ignoro Jhonathan che mi urla dietro. Entro nel bagno e la trovo con la testa appoggiata al water, è tutta sudata.
"Ehi ehi sono qui" dico abbracciandola. Si aggrappa a me e singhiozza
"Sssh sssh lo so lo so. Scusami amore mio ti prego perdonami" dico implorandola. Annuisce e si fa prendere in braccio. La stendo sul letto e Jhonathan la visita.
"Adesso Grace mangi, non voglio sentire storie" mi balena in testa un'idea ma spero di sbagliarmi. Annuisce e addenta il panino che Samantha le ha portato.
"Meglio?" annuisce e lo mangia tutto.
"Posso tornare a casa?" mi chiede guardandomi. Sorridiamo tutti ed annuisco. Ringraziamo per l'ospitalità e finalmente entriamo a casa. Ci sediamo sul divano e appoggia la testa sulle mie gambe.
"Va meglio?" chiedo accarezzandole i capelli
"Devo dirti una cosa" dice alzandosi per guardarmi negli occhi
"Ti prego non te ne andare di nuovo però" dice iniziando a piangere.
"Ma no tesoro tranquilla. Rimango qui" mi porge un bastoncino con due lineette.
"Ma? Sei incinta?" annuisce e si raggomitola su se stessa. Davvero non me lo aspettavo. Sorrido, come un cretino. Ho sempre voluto dei bambini e adesso ne avremo uno tutto nostro
"Grace piccola guardami" fa come gli dico e le sorrido.
"Stai male per la gravidanza?" chiedo abbracciandola.
"Credo di si"
"Sei arrabbiato?" mi chiede titubante
"Assolutamente no piccina. Sono felice di avere te e il nuovo fagiolino nella mia vita" ci abbracciamo e finalmente posso toccarla di nuovo. Mi è mancata tantissimo

Non sei più sola Where stories live. Discover now