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Sono in braccio a Christopher. Sta cercando di calmarmi ma non riesco a smettere di piangere. Sono le 4 di notte ma i miei occhi sono spalancati.
"Sssh piccola Grace è passato". Sussurra questa frase da quasi mezz'ora e devo ammettere che mi piace quando mi chiama così. Le sue braccia sono forti e mi sorreggono senza il minimo sforzo. Ma non voglio saperne di smettere, ho paura che lui torni a prendermi. Christopher si siede sul divanetto e continua a cullarmi. Nessuno si è mai comportato così con me e mi piacciono tutte queste attenzioni.
"Basta piccola mia. Non sei sola". Cerco di calmarmi ma il sogno che ho fatto era così reale.
"Vuoi dirmi che cosa hai sognato?" prova a chiedermi. Forse se ne parlo con lui mi sentirò meglio.
"Era il giorno dell'asta e come al solito mi avevano punita. Ero stremata e in condizioni pessime. Sapevo che nessuno mi avrebbe voluta e Frank mi avrebbe picchiata subito dopo. E così è stato. Mi sdraiò su un tavolo e mi legò. Prese un timbro e lo fece diventare incandescente e lo utilizzò su di me". Racconto tutto di fila, se mi interrompessi non riuscirei più a riprendere
"Così mi apparterrai per sempre, Mi ha sussurrato nell'orecchio mentre urlavo dal dolore". Piango ancora più forte e Christopher non dice una parola. So che ha i pugni stretti, forse ho sbagliato a raccontargli questa cosa. Adesso vorrà vedere dove me lo ha fatto.
"Posso vedere dove ti ha marchiata?" chiede cauto ma io scuoto la testa piangendo
"È sul sedere" dico singhiozzando
"Non fa niente Grace, troveremo un modo per toglierlo" mi rassicura.
"Mi dispiace, sono troppo incasinata" dico sbadigliando
"Hai subìto un trauma, non è colpa tua" mi rassicura. Sbadiglio ancora e piano piano mi addormento. Mi sento al sicuro tra le sue braccia.

POV CHRIS
Non credo alle mie orecchie. Deve averle fatto molto male, povera piccola. La stendo sul letto e non resisto. Le abbasso i pantaloni e sulla parte bassa della natica destra c'è una lettera F. Vorrei ammazzarlo quel bastardo. La rivesto velocemente e la porto nel mio letto. Ho bisogno di dormire e anche di saperla al sicuro vicino a me,così da poterla aiutare se succede qualche cosa. Voglio essere forte per lei ma non riesco a nascondere le mie emozioni, anche se non voglio spaventarla. La guardo dormire ed è così indifesa. Riesco ad addormentarmi e spengo la sveglia,abbiamo bisogno di riposarci. Vengo svegliato dal suono del campanello e mi sveglio controvoglia. Do un'occhiata a Grace ma dorme ancora profondamente. La copro meglio e vado ad aprire.
"Finalmente, ce ne hai messo di tempo"
" Ciao Asher, stavo dormendo" dico sbadigliando
"Ma sono le 11" dice ridendo
"Grace stanotte ha avuto un incubo e mi ci è voluta più di un'ora per calmarla" racconto al mio amico, nonché collega.
"Come sta?"
"È molto spaventata" dico mentre faccio il caffè
"Anche Carol non dorme bene la notte" mi racconta. Anche Asher ha adottato una delle ragazze che abbiamo trovato. È più grande di Grace e non so se si conoscono.
"Tu conosci Carol?" chiede Grace entrando in cucina. Stava origliando?
"Grace sii educata e presentati per bene" la rimprovero e lei ubbidisce
"Ciao io sono Grace" dice timidamente
"Ciao Grace, io sono Asher e si ho adottato Carol" lei sorride e questo mi rasserena un po'.
"Come sta?" chiede subito
"abbastanza bene, si sta abituando" sono sicuro che c'è dell'altro ma Asher è intelligente e non vuole sbilanciarsi troppo
"Puoi dirle che sto bene?" chiede spranzosa
"Asher perché non venite a cena stasera?" propongo guardando Grace
"Ma certo". Grace è felice e sorride come non ha mai fatto prima. Dopo poco Asher ci saluta e rimaniamo soli.
"Chi è Carol?" chiedo mentre prendo il kit per medicare le ferite
" la mia compagna di cella. Ha un bel caratterino" racconta ridacchiando
"Non pensavo che l'avrei mai rivista" dice asciugandosi una lacrima. Farei di tutto per vederla sorridere ancora in quel modo.
Grace si stende sul divano e mi lascia fare. Non si lamenta, ogni tanto stringe gli occhi. Oggi devo medicarle anche la schiena e le farà male. Quando appoggio il cotone con il disinfettante si agita subito
"Basta basta ti prego" supplica in lacrime
"Lo so Grace ma faccio veloce. Stringi la mia mano" fa come le ho detto e cerco di sbrigarmi. Piange tanto ma non si muove. Appena finisco le sistemo la maglia e la prendo in braccio stando attento ai punti
"Sei stata davvero brava" versa ancora qualche lacrima e poi si tranquillizza.
Passiamo il resto del pomeriggio a vedere un film. Grace si addormenta anche e cerco di non svegliarla. È stata una notte impegnativa, sarà sicuramente stanca. Ne approfitto per lavorare un po'. Devo capire come farò quando dovrò tornare a lavoro. Non voglio lasciarla sola ma è ancora presto per mandarla a scuola. Non credo ne abbia mai vista una. Mentre penso ad una soluzione si sveglia.
"Ehi Grace"
"Niente incubi" dice sorpresa
"Niente incubi" ripeto sorridendo.
"Domani andiamo a togliere i punti al fianco" la informo e lei annuisce. Non fa mai capricci e non dice mai di no. Penso che sia per paura che mi possa arrabbiare ma devo farle capire che non lo farei mai.
"Hai paura?"
"Vorrei solo smettere di sentire dolore" dice abbassando lo sguardo
"Lo so piccola. Che ne dici di aiutarmi in cucina? Qual è il tuo piatto preferito?" chiedo per farla pensare ad altro
"Le lasagne, il tuo?"
"Il riso nero"
"Facciamo le lasagne per stasera" dico alzandomi
"Mi aiuti?"
"Non sono molto brava in cucina" dice scuotendo la testa
"Vorrà dire che daremo la colpa a te se qualche cosa verrà male" dico facendole la linguaccia. La prendo in braccio e la porto in cucina. Non sembra dispiacerle. La faccio sedere su una sedia e le passo le verdure.
"Tagliale in piccoli pezzi, faremo la caponata". Non credo sappia che cosa sia. Considerando la sua magrezza penso che abbia assaggiato poche cose nella vita.
Quando è tutto pronto ci andiamo a lavare ma Grace piange seduta sul letto.
"Che succede piccola Grace?" chiedo sedendomi vicino a lei.
"Non posso fare nemmeno la doccia" dice toccandosi il fianco
"Lo so Grace, è terribile ma ho una soluzione. Posso aiutarti a lavare i capelli nel lavandino? Così non stai troppo piegata" propongo. Ci pensa un po' e poi annuisce. Ci alziamo e andiamo in bagno. Aiuto prima lei e poi penserò a fare la doccia io. Le lavo i capelli e poi glieli asciugo e lei si rilassa molto.
"Non ti addormentare tesoro, tra poco arrivano gli ospiti" fa come le ho detto e la porto sul divano
"Adesso vado a farmi una doccia"
"Chris aspetta" dice prendendomi la mano. È la prima volta che mi chiama così. Mi giro e la ascolto
"Grazie. Trovi sempre una soluzione ai miei problemi" mi tira la mano, capisco di dovermi piegare e mi da un bacio sulla guancia. Non lo ha mai fatto da quando è arrivata e non posso non sorridere
"Al tuo servizio piccola Grace" sorrido e vado in bagno. Sono contento che si stia abituando a me.
Dopo mezz'ora sento suonare alla porta e vado ad aprire.
Asher ha in mano una bottiglia di vino mentre Carol un dolce
"Prego entrate" Carol corre letteralmente da Grace e la abbraccia mentre lei non può trattenere un gemito di dolore
"Fa piano Carol" l'ammonisce Asher. Lei sembra in splendida forma, ha solo qualche graffio in fronte. Le lasciamo chiacchierare mentre noi andiamo in cucina.

POV GRACE
Sono così felice di vedere Carol.
"Cos'è successo quando è arrivata la polizia?" chiedo sistemandomi sul divano.
"Quello a cui ero stata venduta è scappato e io sono rimasta in mezzo alla sala come una scema" dice ridacchiando.
"mi hanno portata in ospedale e poi Asher è venuto ad interrogarmi. Ha deciso di adottarmi per fortuna altrimenti non so che fine avrei fatto"
Carol è stata venduta da suo padre, dopo che la madre è morta. Posso solo immaginare cosa si provi ad essere tradita da un genitore.
"A te è andata peggio vedo" dice indicando le diverse ferite.
"Lo sai che ero la preferita di Frank" dico abbozzando un sorriso.
Asher e Christopher tornano in soggiorno e portano la cena quindi ci alziamo e a fatica raggiungo il tavolo. La serata passa piacevolmente. Asher è simpatico e fa un sacco di battute su Christopher. Quando vanno via è mezzanotte passata e sono un po' stanca ma voglio aiutare Christopher a pulire
"Forza piccola Grace a dormire"
"Ma voglio aiutarti" protesto mettendo il broncio
"È tardi e lo sai, non fare i capricci" mi ammonisce con un tono che non ammette repliche. Obbedisco e mi lascio portare a letto.
"Non avere paura ci sono io con te" mi addormento e stranamente per stanotte non faccio incubi.

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