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POV GRACE
Christopher sta dormendo. L'ho tenuto sveglio gran parte della notte. Ho paura che si renda conto di quanti problemi ho e che decida di lasciarmi qui da sola, per questo cerco di non svegliarlo. Sembra così rilassato quando dorme. Mi fermo ad osservarlo, forse non l'ho mai fatto prima ma è davvero un bel ragazzo. È alto, molto alto e penso proprio che sia un tipo atletico. I suoi occhi sono chiusi al momento ma ormai ho impresso bene il loro colore, sono azzurri come i miei ma più scuri. Un celeste intenso. Non ho mai avuto un ragazzo e non ho mai baciato nessuno. Non che pensi a Christopher in questo senso, ma non posso nascondere che sia bello.
"Buongiorno Grace" dice stiracchiandosi.
"Buongiorno"
"Dovevi svegliarmi"
"Scusa ma dormivi e non volevo disturbarti" dico mettendomi sulla difensiva. Non voglio che si arrabbi con me
"Ehi ehi tranquilla, sto scherzando" dice sorridendo. Mi rilasso un po'. Bella figura che ho fatto, sembro matta. Restiamo un po' in silenzio e poi entra il medico
"Ciao Grace, come va?"
"Bene" dico in modo atono.
"Vediamo un po'" Prende la mia cartella e la legge.
"Bene Grace mi sembra che tu stia guarendo" dice sorridendo. Forse esternamente è vero ma dentro di me non succederà mai.
"Ti piacerebbe andare a casa?" mi prende un po' alla sprovvista. Mi sto abituando a questo posto, inizio a sentirmi al sicuro qui.
"Quale casa?" dico senza pensare. Christopher alza la testa di scatto ma non sembra infastidito dalla mia domanda
"La mia Grace, ma diventerà anche la tua" dice sorridendo
"Oh giusto" annuisco
"Bene, allora compilo le carte, domani Christopher le firma e puoi andare" mi saluta ed esce. Sto valutando la situazione, non so come reagire
"Grace, che c'è?" dice alzandomi il mento con due dita. Non mi da più fastidio se mi tocca, anzi è piacevole.
"Non ho mai avuto una casa" dico tristemente.
"Beh adesso si e ti piacerà. C'è anche la piscina" si pavoneggia ridendo
"Ti stai vantando della tua ricchezza?" chiedo alzando un sopracciglio
"Forse" dice ridendo. Scoppiamo a ridere entrambi e per una volta non penso a quello che mi è capitato. Non chiudo occhio tutta la notte. Sono troppo terrorizzata da quello che potrei sognare ma non voglio che mi diano qualche calmante. Christopher dorme e non voglio svegliarlo. Scendo a fatica dal letto e trattengo qualche lamento di dolore. Prendo la sedia a rotelle perché faccio fatica a camminare per le ferite alle caviglie e vado a cercare il mio medico.
"Signorina cosa ci fai qua fuori?" mi rimprovera un'infermiera non troppo simpatica
"Cerco il dottor Brown". Sta per rimandarmi in camera quando lo vedo venirmi in contro
"Ehi Grace tutto bene?" mi chiede preoccupato.
"Possiamo parlare?" chiedo sperando che mi dica di sì.
"Certo" siamo in sala d'aspetto, non c'è nessuno e lui si siede vicino a me.
"Che succede?"
"Lei crede che possa fidarmi di Christopher?" chiedo guardandolo negli occhi. Potrebbe essere mio padre e in questi giorni che sono stata qui è stato molto gentile
"Non conosco bene Christopher quindi non posso darti una risposta certa. Ma posso dirti quello che ho visto in questi giorni e sono convinto che vuole saperti al sicuro Grace. Ed è quello che conta per te adesso, sentirti al sicuro. Tutti i giorni passa nel mio studio per sapere come stai. E prima di adottarti anche lui è venuto a chiedermi qualche consiglio" dice sinceramente
"Lo sa che sarà difficile?" dico amaramente
"Grace tu guarirai e starai bene. Ci vorrà del tempo e dovrai combattere con molti mostri ma credo che Christopher possa aiutarti e tu potrai aiutare lui a ritrovare quella felicità che non ha più da tanto tempo". Non so a cosa si riferisca ma voglio che sia lui a dirmelo, non ho il diritto di impicciarmi.
"Grazie dottore"
"Figurati Grace. Tu mi ricordi mia figlia. È morta due anni fa e occuparmi di te mi ha aiutato" gli stringo forte la mano e vedo Christopher correrci in contro
"Oddio Grace, ma dov'eri?" chiede preoccupato. Il dottore ci saluta e ci lascia soli
"Non riuscivo a dormire e avevo bisogno di chiedere alcune cose al dottore" annuisce e spinge la carrozzina verso la camera. Mi aiuta a tornare a letto, ho ancora molti dolori e un po' mi lamento
"Ahi" dico lasciandomi sfuggire una lacrima.
"Scusami Grace" dice preoccupato
"Non fa niente, non è colpa tua" dico sorridendogli per farlo stare tranquillo. Credo che sia un tipo molto protettivo. Gli sarà venuto un infarto quando non mi ha visto a letto.
Christopher è andato a comprarmi dei vestiti. Sto per andarmene da qui e non posso nascondere un po' di timore per la vita che mi aspetta. Non amo le sorprese e vorrei sapere cosa mi succederà. Ma ormai ho capito che la vita è imprevedibile.
"Eccomi" dice sorridendo. Beh sicuramente ha buon gusto
"Grazie" dico timidamente
"Vado a firmare i fogli, tu intanto vestiti" annuisco e rimango sola.

POV CHRIS
Non ho idea di cosa comprare ma non credo che ci farà caso, non mi sembra il tipo di ragazza a cui interessa la moda. Ho già acquistato un po' di vestiti tanto per non avere l'armadio vuoto. Andremo a comprare altra roba quando si sarà ambientata. Non credo che sarà facile per lei. La vedo molto spaventata e nonostante cerchi di farla sentire a suo agio non posso farle dimenticare cosa ha passato. Mi hanno tolto il caso visto il mio coinvolgimento ma ho insistito molto e mi hanno promesso che mi terranno aggiornato. Arrivo nello studio del dottor Brown e busso.
"Ehi Christopher" mi accoglie sorridendo
"Buongiorno dottore"
"Vieni entra, firma tutto e portala via. Ha bisogno di una nuova vita e anche tu" dice dandomi una pacca sulla spalla. Annuisco e faccio come ha detto.
"Grazie per i consigli" lo ringrazio e lui mi lascia il suo numero
"Ci vediamo tra una settimana per il controllo. Per qualsiasi cosa chiamami" lo ringrazio e torno da Grace.  Quando entro è semi seduta sul letto e sta piangendo. Mi allarmo subito e la raggiungo.
"Ehi, che succede?"
"Non riesco ad agganciarmi i pantaloni" dice singhiozzando. Ha i polsi fasciati e muovere le dita deve essere doloroso. Dovevo prenderne un paio senza bottoni, che stupido.
" Scusa  avrei dovuto pensarci. Posso aiutarti se non ti dà fastidio" annuisce e mi lascia fare.
"Non riesco neanche a mettermi i calzini" continua piangendo
" Grace guardami" dico puntando i miei occhi nei suoi
"È normale, ti stai riprendendo ma ci vorrà del tempo. Sono qui per aiutarti quindi non ti preoccupare. Lo so che sono un estraneo ma impareremo a conoscerci. Un passo alla volta ok?" ha smesso di piangere perfortuna e si sta soffiando il naso
"Ok. Però adesso puoi mettermi i calzini? Ho freddo" dice ridacchiando.  Rido con lei e le metto anche le scarpe.
"Grazie per i vestiti" dice in imbarazzo.
"A casa ne ho comprati altri, spero ti piacciano. Poi potrai comprarne ancora se vorrai"
"Oh non importa, non ho bisogno di tante cose" dice abbozzando un sorriso. Per adesso non dico niente ma cercherò di darle tutto quello di cui ha bisogno. Il dottore passa a salutarla e poi un'infermiera ci accompagna alla macchina. L'aiuto a mettersi seduta e si allaccia la cintura. Il viaggio non è lungo e quando arriviamo rimane di stucco
"Te l'avevo detto che è grande" dico per farla ridere
"Grande? Questa casa è enorme" dice ridendo. La sua risata è contagiosa e finisco per andarle dietro. E non ha ancora visto dentro.

Non sei più sola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora