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POV GRACE
Oggi ci sarà il processo. Sono le 5 di mattina e sono seduta sul divano che fisso un punto. Sto cercando di farmi coraggio ma quando rivedrò quegli occhi so già che mi tremeranno le mani. Perfortuna ci sarà anche Carol ma lei è più forte di me e saprà gestire meglio la situazione. Ma che dico? Anche io sono forte e quel bastardo non riuscirà a farla franca. Christopher è stato molto comprensivo in questi giorni, ha cercato di farmi distrarre in qualsiasi modo. Sono davvero fortunata ad averlo vicino. Dimostra sempre un autocontrollo ammirabile ma so che dentro anche lui è teso per questa situazione. Ho cercato di farlo distrarre anche io e insieme ci siamo fatti forza.
"Grace piccola, tutto bene?" non volevo svegliarlo quindi sono venuta in soggiorno ma non è servito a molto
"Si ma non riesco a dormire e ho pensato di alzarmi" annuisce e si siede vicino a me. Per un po' non diciamo niente ma non è un silenzio imbarazzante. Fa di tutto per farmi sentire a mio agio.
"Sei agitata per oggi?"
"Si un po'. Ho paura di bloccarmi quando lo vedrò"
"Sarò al tuo fianco e ti terrò la mano fino a quando potrò". Annuisco e mi sdraio con la testa sulle sue ginocchia. Le sue carezze sui capelli mi fanno addormentare.
"Grace svegliati tesoro" apro gli occhi controvoglia ma poi mi ricordo di che giorno sia e subito torno ad essere vigile.
"Ci cambiamo ok?" Annuisco e lo seguo in camera. Oggi ho proprio i pensieri da un'altra parte quindi non presto attenzione a quello che fa Christopher. Mi vesto con il completo rosa che abbiamo comprato ieri e mi pettino i miei lunghi capelli. Forse dovrei tagliarli un po'. Mi faccio una coda e infilo le scarpe con il tacco, non troppo alto altrimenti cadrò davanti a tutti. Non faccio colazione e Christopher non insiste perfortuna. È teso anche lui ma cerca di non darlo a vedere. Quando arriviamo in tribunale mi blocco all'entrata. Ancora non l'ho visto e già sono nel panico
"Sono qui Grace, tranquilla" mi prende la mano e mi calmo almeno un po'. Superati i vari controlli entriamo e vedo subito Carol. Le corro incontro e ci abbracciamo
"Ciao Grace, sei bellissima" dice sorridendo. È tesa anche lei, chi non lo sarebbe.
"Lo hai già visto?" scuote la testa e faccio un respiro profondo. Forse non lo faranno passare dall'entrata principale spero. Vedo anche altre ragazze ma sinceramente non mi ricordo di tutte. Una però manca ed è quella che hanno ucciso per colpa mia. Scaccio via una lacrima e ci avviamo in aula. Non sono mai stata in un' aula di tribunale e avrei preferito non entrarci mai ma adesso sono qui e non posso tirarmi indietro.
"Ehi Grace" il mio avvocato è arrivato. Gli faccio un mezzo sorriso e ci sediamo. Christopher è vicino a me e mi tiene la mano. Ad un certo punto entra Frank e in aula cala il silenzio. Non mi ha visto ma dopo potrò guardarlo negli occhi. Stringo la mano a Christopher e lui si avvicina al mio orecchio
"Non può farti più nulla piccola" Annuisco e lascio la presa, non che abbia molta forza ma anche lui ha bisogno di rimanere calmo.
Il giudice inizia a parlare e le varie ragazze vanno a testimoniare. Tutto quello che dicono mi fa stare male. Rivivo insieme a loro quei momenti e quando mi chiamano Christopher deve scuotermi per farmi tornare alla realtà
"Tocca a te Grace. Ricordati, non può succederti niente" annuisco e gli faccio un mezzo sorriso. Mi alzo e vado al banco dei testimoni.
"Allora signorina. Da quello che ha detto nella sua deposizione sembra che l'imputato avesse un interesse particolare nei suoi confronti"
"Questo non lo so. So solo che mi ha fatto del male proprio come alle altre. Forse con me lo ha fatto di persona mentre con le altre ragazze ha mandato qualche suo complice" dico cercando di non far tremare la voce
"ci può raccontare qualche episodio?" ce ne sarebbero molti ma uno in particolare mi torna subito in mente
"Era appena finita una delle tante aste e io non ero stata venduta, o meglio qualcuno mi aveva comprata ma mi sono ribellata e il mio compratore si è tirato indietro" alzo lo sguardo e vedo Frank che mi fissa, ha un sorrisetto sulle labbra e vorrei spaccargli la faccia. Scaccio via questo pensiero e continuo
"a Frank questo non è piaciuto. Mi ha portata in una stanza e ha chiuso a chiave la porta. Mi ha stuprata e picchiata e poi mi ha legata al soffitto dove sono rimasta appesa per due giorni senza mangiare ne bere"mi scende una lacrima che scaccio via subito. Non posso essere debole davanti a lui.
Mostrano delle immagini, me le hanno fatte in ospedale. Decido di non guardarle ma fisso Frank negli occhi. Non è minimamente turbato. Come fa a non essere dispiaciuto per quello che ha fatto. Ha seviziato e ucciso delle ragazze innocenti. Le ha vendute ai peggior uomini solo per fare soldi. Che razza di persona fa una cosa del genere?
Mi fanno altre domande meno personali, mi chiedono se conosco il nome di altri e gliene dico un paio ma a me interessa che paghi solo lui. È lui quello che mi ha rovinato parte della vita. Quando finiscono torno a sedere e Christopher mi abbraccia. Vorrei scoppiare a piangere ma non posso adesso
"Ok Grace, va tutto bene. Sei stata bravissima" mi sussurra stringendomi forte. Quando il giudice rientra Frank viene incriminato per omicidio e sfruttamento e quindi prende l'ergastolo. Sono così felice che sorrido davvero e anche Christopher sembra sollevato. Quando usciamo mi fermo a parlare con qualche ragazza. Non sono state tutte fortunate come me. Qualcuna è tornata dalla propria famiglia ma altre sono finite di nuovo in orfanotrofio. Ci abbracciamo e prometto loro di andarle a trovare.
Più avanti scorgo Carol che piange mentre Asher cerca di tranquillizzarla. Le vado vicino e mi siedo senza dire niente. Le prendo la mano e lei la stringe
"Basta Carol. Non ha vinto lui, abbiamo vinto noi. Sei sempre stata la più forte quindi basta lacrime e andiamo avanti" Asher torna con due cioccolate calde mentre Christopher parla con il mio avvocato. Lo ringrazio e beviamo insieme. Finalmente Carol smette di singhiozzare, vorrei piangere anche io ma questo non mi sembra il luogo più adatto. Dopo non so quanto tempo ci salutiamo e torniamo a casa. In macchina non diciamo niente, mi fa male la testa da tutti i pensieri che ho. Christopher mi sembra più rilassato ma tende a fissarmi un po' troppo. Ma come biasimarlo, sappiamo entrambi che scoppierò tra un po'. Quando arriviamo a casa mi siedo sul divano. Ho tanti pensieri in testa e non mi accorgo di quello che sta dicendo Christopher
"Ehi Grace" dice sedendosi vicino a me
"Eh?" chiedo guardandolo
"Tutto bene? Puoi parlarmi se ti va" dice sorridendo
" Vorrei piangere ma qualcosa me lo impedisce. Vorrei anche urlare ma anche questo non mi aiuterebbe"
" sai cosa facciamo? Andiamo a correre". Non ho l'abbigliamento adatto e Christopher mi presta qualche cosa. In cinque minuti siamo fuori. Non ho mai corso in vita mia ma resisto abbastanza e Christopher sta al mio passo.
"Christopher non ce la faccio più" dico senza fiato. Torniamo indietro e quando arriviamo a casa mi accascio in giardino.
"Sto per morire" dico ridacchiando.
"Forza a lavarsi. Puzzi" dice facendomi la linguaccia. Ricambio il gesto e vado a lavarmi. Riesco a rilassarmi molto sotto l'acqua calda e l'adrenalina sta piano piano scemando.
"Grace vieni è pronto" sono seduta sul letto e non riesco a muovermi. Le lacrime iniziano a scendere senza che me ne accorga.
"Grace hai sentito? ho detto che..." smette di parlare quando mi vede così
"Ehi ehi piccola mia tranquilla" dice abbracciandomi
"è tutto finito. Sei stata bravissima oggi, una vera guerriera" dice per rassicurarmi ma non funziona e non riesco a smettere di singhiozzare.
"Ssh Ssh piccola Grace. Adesso ci sono io con te e non permetterò che ti succeda niente di brutto" piango per quella che mi sembra un'eternità e poi cerco di calmarmi
"Tu... Tu non mi lasci vero?" chiedo con la voce tremante.
"No piccola mia,puoi stare tranquilla" dice sorridendomi
"Andiamo a cena ti va?" annuisco
"In braccio però" sorride e mi accontenta. Mangiamo ridendo molto e la tristezza scivola via, menomale che ho Christopher.

Non sei più sola Where stories live. Discover now