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Sono passate due settimane da quando Christopher mi ha adottata. Fisicamente sto molto meglio. Le ferite sono quasi guarite e si vedono poco. Psicologicamente sono ancora abbastanza instabile e purtroppo Christopher ne sta pagando le conseguenze e vorrei davvero dargli un po' di sollievo.
"Chris" lo chiamo per attirare la sua attenzione. Sta lavorando da casa per stare con me e cerco di disturbarlo il meno possibile.
"Dimmi Grace" dice alzando gli occhi dal computer
"Possiamo uscire oggi pomeriggio? Insomma se non sei troppo impegnato con il lavoro" dico pensando che magari non può.
"Ma certo" dice sorridendo.
"Finisco di fare un rapporto e poi sono tutto tuo" annuisco e continuo a guardare la televisione.
"che vuoi mangiare?" mi chiede spegnendo il computer
"Niente?" provo a convincerlo. Mi obbliga a mangiare sempre tutto quello che ho nel piatto e più volte mi ha minacciato di punirmi.
"Grace non provarci" dice guardandomi dritto negli occhi
"Ti prego Christopher a colazione ho mangiato tantissimo" provo a convincerlo
"Grace non farmi arrabbiare. Cucino qualche cosa di leggero ma devi mangiare" incrocio le braccia al petto e lo guardo
"No" dico convinta. Lo sguardo che mi riserva però fa vacillare tutta la mia sicurezza.
"Adesso basta Grace" cerco di ritrarmi ma è più forte e più veloce e mi ritrovo stesa sulle sue ginocchia
"No ti prego, scusami Christopher"
"Adesso prendi una bella sculacciata e poi vediamo se impari a comportarti bene" dice minaccioso. Non mi abbassa i pantaloni e gliene sono grata. Inizio a piangere dopo il quinto colpo, non tanto per il dolore ma quanto per averlo deluso. Dopo il decimo colpo si ferma. Mi alzo di scatto e scappo via. Mi chiama un paio di volte ma non lo ascolto. Non posso chiudermi a chiave perché non c'è. Mi dispiace che mi abbia dovuto punire. Ha fatto molto per me in questi giorni e io ho saputo solo fare capricci. Ho paura che mi riporti indietro e non voglio tornare lì. Mi siedo sul divanetto e mi tiro le gambe al petto. Lo sento entrare e ho paura di quello che mi dirà. Sto singhiozzando. Vorrei dire qualche cosa ma non ci riesco. Forse dovrei supplicarlo

POV CHRISTIAN
È scappata in camera. Non avrei dovuto punirla è troppo presto. Ho paura di aver esagerato. Mi avvicino alla camera e la sento piangere. Mi dispiace, non voglio che pianga per colpa mia. Anche se se l'è meritata avrei dovuto aspettare ancora un po', infondo è molto ubbidiente. È già molto provata e spero di non aver peggiorato le cose.
Entro e mi siedo vicino a lei. Di solito sono molto sicuro di me ma adesso non so cosa dirle.
"Ti prego non riportarmi indietro, mi comporterò meglio e mangerò tutto quello che vuoi" mi prega mentre piange.
"Vieni qui piccola Grace" la abbraccio e si lascia andare. Piange tanto e mi dispiace vederla così
"Mi dispiace, non avrei dovuto punirti adesso" dico tristemente. Si tira su e mi guarda con le lacrime agli occhi
"Hai fatto bene a punirmi" dice stupendomi
"Mi dispiace di averti deluso" continua asciugandosi gli occhi. Non mi sarei certamente aspettato che mi dicesse una cosa del genere. Mi aspettavo di trovarla a fare le valige e invece è qui che si scusa.
" Non sei arrabbiata per la punizione?" le chiedo per essere sicuro
"No. Non ho rispettato le regole e mi avevi avvertito. Sono delusa per averti disubbidito" dice guardandosi le mani
"Oh Grace ma tu non puoi deludermi. Stai andando benissimo e farai ancora molti progressi. Ma penso che tu abbia bisogno anche di un po'di disciplina. Adesso non pensiamoci più. Le vuoi le lasagne?" mi si illuminano gli occhi
"Sisisisisi grazie grazie" la prendo in braccio e si accoccola sulla mia spalla. Sembra così piccola quando lo fa.
Dopo pranzo usciamo a fare un giro per negozi. Passeggiamo vicini e ci soffermiamo in qualche negozio. Ha bisogno di alcune cose e vorrei comprargliele ma si ostina a dire che sta bene così e non insisto. Per oggi basta litigi. Sono sovrappensiero e non mi accorgo che Grace si è fermata davanti ad un negozio di peluches. Probabilmente non ne ha mai avuto uno. Come si fa a strappare l'infanzia ad una ragazzina così buona.
"Chris guarda" dice sorridendo. Mi piace quando mi chiama così. Si crea una certa intimità e non mi dispiace
"Qual è il tuo preferito?" ne indica subito uno fatto a orsetto, tutto riccioluto. Prima che possa protestare la tiro dentro e glielo compro. È felicissima e ha le guance arrossate
"Grazie Christopher, non ce n'era bisogno". Mi fermo vicino ad una panchina e mi siedo per arrivare alla sua altezza
"Invece si Grace. Hai bisogno di avere qualche cosa che ti ricordi l'infanzia. Un'infanzia che purtroppo non hai potuto avere. Quindi lasciami fare qualche cosa per rimediare" dico guardandola negli occhi.
"Va bene grazie" dice annuendo
"C'è anche un'altra cosa che mi piacerebbe fare e che non ho mai fatto" dice timidamente
"Cosa?" chiedo curioso
"Nessuno mi ha mai letto una storia della buonanotte. Che ci fosse un temporale o una notte serena mi sono sempre dovuta addormentare da sola" dice abbassando lo sguardo. Non pensavo ad una richiesta del genere. Pensavo più ad un telefono sinceramente. Ma Grace non è come tutte le altre ragazzine della sua età. Lei ha sofferto veramente e ci vorrà tempo prima che possa avere una vita normale. Ma non importa, l'ho adottata anche per questo e cercherò di guidarla come meglio posso.
"Allora vorrà dire che adesso andremo in libreria e compreremo qualche libro, così stasera la mia piccola Grace potrà dormire tranquilla" dico sorridendo.
"Grazie" dice dandomi un bacino sulla guancia. Mi piace quando lo fa, deve alzarsi sulle punte perché è piccolina. Andiamo in libreria e sceglie un paio di libri per bambini. Anche questo mi sorprende. Pensavo più a qualche genere fantasy da ragazzi ma va bene anche così.
"Hai scelto?" annuisce e si avvia alla cassa.
"Sono per il tuo fratellino o la tua sorellina?" chiede la cassiera.
"No sono per me" risponde Grace senza farsi troppi problemi. La cassiera le lancia un'occhiata stupita e fa qualche faccia di troppo. Le lancio un'occhiata delle mie e lei subito si ricompone. Grace non sembra essersi accorta di niente quindi pago e usciamo.
"Che impicciona" dice ridendo
"Come se uno non potesse comprare un libro per bambini" rido insieme a lei. Per fortuna non si è sentita offesa. Ma una cosa che ho capito di Grace è che, oltre ad essere spontanea, non è affatto permalosa. Proseguiamo con la nostra passeggiata e quando inizia a fare più freddo torniamo a casa. È piacevole parlare con lei, fa molte domande ed è curiosa. Questo ci permette di conoscerci meglio, infatti ho scoperto che odia il rosa e menomale che alla fine ho scelto il giallo per la sua camera. Stasera la vedrà per la prima volta e spero le piaccia. Quando torniamo a casa ci andiamo a fare una doccia.
"Christopher puoi aiutarmi ad asciugare i capelli? Sono troppo lunghi" dice con il phon in mano
"Certo" mi infilo la maglia e la raggiungo. La faccio sedere su uno sgabello e procedo. Si appoggia al mio petto e si rilassa.
"Ecco fatto piccola Grace. Ti va di vedere la tua camera?" annuisce e mi segue insieme al peluche. Gliela mostro e subito sistema teddy sul letto.
"È molto bella. Grazie Christopher" dice abbracciandomi
"Di niente piccola Grace. Che ne dici di ordinare una pizza?"
"Adoro la pizza" dice saltellando felice. Passiamo la serata a parlare di tutto, è così facile chiacchierare con lei.
È l'ora di andare a dormire e lei già sbadiglia, sarà facile farla addormentare.
"Vieni qui piccola mia" la prendo in braccio e prima di portarla in camera sua le faccio vedere la mia stanza, così sa dove si trova in caso di bisogno.
"Allora leggiamo la storia?" si alza e prende il libro che abbiamo comprato. Riesco a leggere solo tre pagine che subito si addormenta. La copro bene e lascio una lucina accesa così se avrà qualche incubo non sarà completamente al buio.

Non sei più sola Donde viven las historias. Descúbrelo ahora