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POV CHRIS
"Grace devo medicarti" la informo entrando in cucina. Prendo tutto l'occorrente e lo dispongo sul piccolo tavolo vicino al divano, ho bisogno che stia stesa o comunque semi sdraiata. Non l'ho mai fatto ma in ospedale mi hanno mostrato cosa devo fare. Le hanno messo dei punti sulla pancia e ho paura di farle male ma non posso permettere che si infettino. Grace mi raggiunge a fatica. Volevo che stesse sulla sedia a rotelle ma l'ha catecorigamente rifiutata e il medico l'ha accontentata. Le ferite alle caviglie sono profonde e ci metteranno un po' a guarire. Vorrei anche che chiedesse il mio aiuto ma non lo fa mai e sto cercando di rispettarla e di non ronzargli troppo intorno.
Si siede e si scopre la maglia. Studio la fasciatura così da farla di nuovo uguale
"Sai come si fa? Posso fare da sola" dice iniziando a togliersi la garza. Sembra più esperta di me.
"Mi hanno insegnato mentre eri ricoverata. Ti prego Grace lasciati aiutare" le chiedo gentilmente. Annuisce e smette di armeggiare con la garza. Le deve costare molto questo gesto e le sorrido per ringraziarla. Disinfetto tutto e faccio come mi è stato insegnato. Non proferisce parola ma fa qualche smorfia di dolore.
"Sei stata davvero brava" mi congratulo ma non mi sembra particolarmente colpita da se stessa quindi decido di farle una domanda
"Dove hai imparato a medicarti?"
"In orfanotrofio. Dopo le punizioni eravamo costretti a medicarci da soli. Ogni tanto rubavo un po' di disinfettante dalle scorte della direttrice e lo conservavo per le necessità". Mi racconta questo dettaglio così tranquillamente.
"Adesso non c'è più bisogno che tu lo faccia, intesi?" dico facendole l'occhiolino
"Intesi". Le faccio una carezza e proseguo con la medicazione.
"Ti fanno male?" chiedo guardando le caviglie. Sono segnate da due strisce rosse e profonde.
"Un po' " ammette sospirando
"Come..." ma non mi fa finire la frase
"Non posso ricordare quei momenti adesso" dice lasciandosi sfuggire una lacrima e capisco di aver esagerato
"Scusa Grace, hai ragione. Sei stata fin troppo brava fino ad ora" annuisce e cerca di trattenere le lacrime.
"Ahi" dice tirando via il piede
"Mi dispiace piccola. Faccio presto promesso" torna in posizione anche se un po' titubante e si morde il labbro per non urlare. Devono aver usato del filo o delle manette molto strette per legarla. Stringo i pugni per la rabbia ma riesco a contenermi. Non voglio spaventarla più di quanto già lo sia. Finisco le altre medicazioni e poi butto tutto nel cestino
"Grazie Christopher" dice afferrandomi una mano
"Non devi ringraziarmi. Ho scelto di prendermi cura di te e lo sto facendo" abbozziamo un sorriso e poi vado a preparare la cena
"Mangiamo sul divano ti va?" sta scomoda sulla sedia quindi ho cercato un'altra soluzione. Annuisce e mangiamo guardando un film
"Com'è il tuo lavoro?" mi chiede curiosa
"Lo amo, anche se a volte è difficile" ammetto
"Difficile?"
"Si Grace. Spesso devo accettare cose che vorrei evitare,come il giro in cui sei finita tu" abbassa lo sguardo e si tortura le mani
"Perfortuna non lo hai fatto" dice tirando su con il naso
"Mi hai frainteso Grace. Non ho detto che non volevo aiutarti ma solo che avrei preferito evitare di trovarvi in quel modo" spiego per farle capire il mio punto di vista. Annuisce e non parla più. La vedo persa in qualche ricordo, spero solo non troppo doroso.
"Forza andiamo a dormire. Sono le 10 e dovresti essere già a letto" dico alzandomi.
"Non posso andare a dormire tra mezz'ora?" mi chiede
"No Grace"
"Ma..."
"Vuoi una punizione?" dico serio
"No, scusa" le accarezzo una guancia e vado verso la camera
"Chiamami quando ti sei cambiata"

POV GRACE
Non voglio andare a dormire, ho paura di non riuscire a stare sola e non voglio chiedere a Christopher ma sono parecchio spaventata e cercherò di mettere da parte il mio stupido orgoglio
"Christopher sono pronta" lo avverto e lui subito arriva e mi aiuta a mettermi a letto
"Hai bisogno di qualche cosa?" non so se chiedergli di restare con me e temporeggio
"Grace puoi chiedermi qualunque cosa" dice avvicinandosi
"Ecco potresti aspettare che mi addormenti? Ma solo se vuoi altrimenti non importa" mi affretto a dire agitandomi
"Certo che voglio" dice sorridendo. Finalmente gli ho chiesto aiuto, il suo ego maschile starà gongolando
"Forza mettiti bene sotto le coperte" faccio come mi ha detto e si siede vicino a me
"Per qualsiasi cosa sono nella stanza di fronte alla tua" mi informa e annuisco. È stata una giornata piena di prime volte per me e devo ammettere di essere abbastanza stanca. Mi addormento in fretta mentre Christopher mi accarezza i capelli. Mi rilasso molto quando lo fa e dal suo sguardo lo ha già capito.
Come temevo però è un sonno agitato. Mi trovo di nuovo in quel posto e sono legata ad un tavolo. Hanno appena tentato di affogarmi e credo di essere svenuta.
"Non farmi del male ti prego"
"Zitta puttana. La prossima volta ci penserai prima di scappare"
"Ti prego ti prego" dico agitandomi. Qualcuno mi scuote e finalmente apro gli occhi, sono completamente sudata.
"Ssh Grace era solo un incubo" impiego qualche secondo a capire dove sono e soprattutto con chi. Christopher mi tiene per le spalle e mi guarda attentamente. Scoppio a piangere e lui mi abbraccia
"Ssh piccola mia ci sono qua io" singhiozzo ancora per un po' e poi cerco di tranquillizzarmi. Sono un disastro. Non sono nemmeno arrivata che già mi comporto da pazza.
"Scusami" dico asciugandomi gli occhi
"Non devi scusarti, non è colpa tua. Ti preparo un po' di tè, ti va?" annuisco e lo aspetto. È così premuroso nei miei confronti. Quando torna si siede vicino a me e mi osserva mentre bevo. La tazza è rosa ed è molto carina. C'è troppo silenzio quindi decido di fargli una domanda
" Quanti fratelli hai?" non so niente di lui ed è ora che mi informi
"Tre, una sorella e due fratelli" vorrei chiedere di più ma svia il discorso
"Adesso basta chiacchiere. È molto tardi"
"Ma..."
"Niente ma Grace, non me ne vado tranquilla" mi rassicura saperlo vicino a me e non faccio fatica ad addormentarmi. Quando mi sveglio Christopher dorme sul divanetto in una posizione molto scomoda. Mi dispiace per lui e per ringraziarlo cerco di prepare la colazione. Mentre metto in tavola il caffè lo vedo arrivare. È proprio bello.
"Buongiorno" dice sbadigliando
"Mi dispiace se hai dormito male" dico abbassando lo sguardo
"Non importa Grace , l'importante è che tu invece non abbia più fatto incubi" mi accarezza la guancia e ci sediamo a mangiare. Parliamo dei nostri interessi e scopriamo di averne molti in comune. Mentre Christopher sparecchia suonano alla porta. È Becky, l'assistente sociale.
"Ciao Grace" la saluto affettuosamente e ci accomodiamo sul divano mentre Christopher ci raggiunge e l'abbraccia ma poi ci lascia sole.
"Come stai?" chiede osservandomi
"Meglio" dico sorridendo
"Oddio Christopher deve credermi pazza ma è davvero premuroso" aggiungo
"Perché dovrebbe crederti pazza?" chiede curiosa
"Beh ho rifiutato di raccontargli come mi sono procurata alcune ferite e stanotte ho avuto un incubo" confesso abbassando lo sguardo
"Credimi Grace , Christopher è perfettamente in grado di gestire qualche incubo e non devi sentirti obbligata a parlargli di quello che hai subito. Certo dirlo a qualcuno ti farebbe bene ma sei tu che devi decidere quando e a chi parlarne" è sempre affettuosa quando mi parla, vorrei aver avuto una mamma come lei.
" Ho paura che si accorga di non poter gestire tutti i miei problemi" dico sospirando
"Tutti abbiamo dei problemi. Ma per esperienza posso dirti che affrontarli da soli è molto più difficile che farlo insieme a qualcuno". Christopher ci raggiunge e porta un caffè a Becky
"Come sta Vivian?" le chiede Becky mentre zucchera il caffè
" Tutto bene. Lo sai com'è fatta, non fa altro che chiedermi di poter venire a trovarci" dice ridendo
"Magari tra un po' " suggerisce Becky e non mi lascio sfuggire l'occhiata che gli ha lanciato
"Chi è Vivian?" chiedo facendomi coraggio
"Mia madre" dice sorridendo, come se il solo pensare a lei lo rendesse felice.
"Scusatemi ma ora devo scappare. Se ti tratta male chiamami" Christopher le fa la linguaccia e ci salutiamo. Mi ha fatto piacere vederla. Ho capito subito di potermi fidare.
"Christopher hai anche un padre?" chiedo sistemandomi sul divano. Non so se posso fare queste domande ma devo conoscere qualche cosa di lui.
"Si, si chiama Robert" dice sorridendo.
"Sono dei buoni genitori?" chiedo anche se forse non dovrei
"Si, non mi hanno mai fatto mancare niente. Quando vorrai possiamo andare a trovarli" mi irrigidisco un po'. Non è che non voglia ma devo abituarmi a questa nuova situazione e non vorrei dare di matto in loro presenza. Vedremo più avanti, adesso ho altro a cui abituarmi.

Non sei più sola Where stories live. Discover now