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POV CHRISTOPHER
"Grace prepara la valigia" le urlo dalla camera. Non mi risponde ma lascio perdere e continuo a fare la mia. Domani partiamo e non abbiamo ancora fatto niente. È da stamattina che le chiedo di preparare le sue cose ma non mi ascolta. Mi tiro su le maniche della maglietta e vado a vedere che cosa sta combinando. Arrivo in soggiorno e la trovo alla televisione.
"Grace hai sentito cosa ti ho detto?" nemmeno mi guarda, è troppo presa dal film. Spengo la televisione e finalmente ho la sua attenzione
"Perché lo hai fatto?"
"Ti sembra carino ignorarmi? È da stamattina che ti chiedo di preparare le tue cose e tu non mi ascolti". La prendo per un braccio senza farle male, la faccio alzare e me la stendo sulle ginocchia.
"Vediamo se impari ad ubbidire" le scopro il sedere e la sculaccio a mano nuda mentre si scusa e singhiozza. Mi sono stufato di non essere ascoltato. La faccio alzare per sfilarmi la cintura e si allontana un po'
"Mettiti in posizione" dico con tono severo
"Ti prego Chris, quella fa male"
"Dovevi pensarci prima" si posiziona e inizio a colpirla. Le do 20 colpi e poi butto la cintura a terra.
"Faccia al muro, sbrigati" corre nell'angolino mentre continua a piangere.
"Se non volevi partire bastava dirlo. Io domani prenderò quell'aereo mentre tu non verrai" ovviamente non farei mai una cosa del genere ma lei per adesso non deve saperlo
"Ma..."
"Silenzio Grace. Nessuno ti ha dato il permesso di parlare. Fino a nuovo ordine non ti voglio sentir fiatare. È chiaro?"
"Si" dice flebilmente. La lascio così e vado a finire di fare le valige. Non capisco perché non sia entusiasta di partire. Ho organizzato tutto per lei, per farla distrarre. Forse c'è qualche cosa che non vuole dirmi ma devo saperlo. Quando finisco di fare la mia valigia la porto in soggiorno e la sistemo vicino alla porta
"Adesso ti rivesti e fili in camera tua" le dico per farle credere che non verrà.
"Ti prego fammi venire con te. Mi dispiace io..."
"Quale parte del non devi parlare non è chiaro? Ti devo imbavagliare?" scuote la testa energicamente e mi fa quasi ridere
"Bene meglio così. Adesso fila a fare la valigia prima che ci ripensi" accenna un sorriso e con gli occhi gonfi e pieni di lacrime corre a prendere le sue cose. Ne approfitto per cucinare e dopo un'ora la sento scendere le scale. Sento un trambusto e corro a vedere che è successo. È caduta dalle scale e si tiene la caviglia.
"Ma che è successo?" dico chinandomi vicino a lei
"La valigia era troppo pesante e ho perso l'equilibrio" dice asciugandosi una lacrima. Addolcisco lo sguardo, non mi piace vederla piangere.
"Fammi vedere che ti sei fatta" le tocco la caviglia e sussulta
"Ahi ahi lascia stare ti prego" dice guardandomi con gli occhi lucidi. È così bella quando è indifesa
"Ssh non è niente. Un po' di ghiaccio e passa tutto" la prendo in braccio e la porto sul divano. Vado a prendere del ghiaccio, lo avvolgo in un panno e glielo metto sulla caviglia
"Mi vuoi dire perché non vuoi partire?" abbassa lo sguardo e si tortura le mani
"Non è che non voglio partire. Ho paura dell'aereo" dice senza guardarmi. Per lei sarà la prima volta
"Grace non ti metterei mai in pericolo. Vedrai ti piacerà volare" dico sorridendo. Accenna un sorriso e rimaniamo un po' sul divano.
"Forza prova a camminare" lo fa con un po' di difficoltà all'inizio ma poi sembra tornato tutto alla normalità.
"La prossima volta chiamami" dico ammonendola. Annuisce e mi da un bacio sulla guancia.
"Sei sempre in punizione signorina. Vedi di comportarti bene" dico per metterla in guardia. Non vorrei punirla proprio durante la sua prima vacanza ma qualcosa mi dice che continuerà a fare i capricci. Andiamo a letto presto, domani alle 6 dobbiamo alzarci. Quando la sveglio non è molto contenta
"No Chris ho sonno" non le do ascolto e la porto in bagno. La cambio e la vesto mentre tiene gli occhi chiusi
"Forza Grace fai colazione" scuote la testa. Le do uno sculaccione e apre gli occhi di scatto. Prende la tazza e beve. Brava bambina. Quando arriviamo in aereo è molto tesa.
"Andrà tutto bene" dico per rassicurarla. L'aereo parte, si stringe a me e inizia a piangere silenziosamente per la paura. La abbraccio, per quanto la cintura me lo consenta e le accarezzo i capelli cercando di calmarla.
"È quasi finito stai tranquilla piccola mia" la tengo ancora stretta fino a che il segnale delle cinture non si spenge
"Grace puoi toglierti la cintura adesso" scuote la testa e mi fa ridere
"Basta aver paura" si asciuga gli occhi e guarda fuori dal finestrino meravigliata. Quando arriviamo a destinazione e le hostess pronunciano la parola Parigi, Grace si gira di scatto e mi guarda.
" Mi hai portata a Parigi??" Dice con gli occhi lucidi. Non ho voluto dirle la destinazione per farle una sorpresa. Per i primi tempi ogni giorno mi ha chiesto di dirle dove saremmo andati e poi si è arresa.
"Tutto per te principessa" ultimamente parlava spesso di volerci andare e l'ho accontentata. Mi abbraccia forte e si asciuga due lacrime sfuggite al controllo.
"Grazie Chris, per tutto quello che fai per me" dice arrossendo
"Anche le punizioni?" chiedo con un ghigno divertito
"Beh quelle un po' meno ma so che lo fai per me" dice sinceramente. È così bella e innocente.
Quando arriviamo in albergo si guarda in giro sorridendo. Sapevo che le sarebbe piaciuto. I soldi non mancano ma Grace non è il tipo da Hotel a 5 stelle. Ho prenotato in un piccolo Bed and Breakfast in centro e sembra piacerle.
"Allora ti piace?"
"Se mi piace? È bellissimo" dice tuffandosi sul letto. Rido e mi sdraio vicino a lei. Sbadiglia a causa del jet lag.
"Allora piccola Grace, ora ci riposiamo e poi usciamo"
"perché non usciamo adesso?" chiede mettendo il broncio
"Perché siamo stanchi, a quest'ora staresti già dormendo a casa" dico iniziando a toglierle le scarpe
"Ma non siamo a casa, perfavore Christopher"
"Niente capricci ok?" dico indurendo un po' la voce. La cambio velocemente e le infilo il pigiama. Faccio un po' fatica a farla addormentare ma alla fine ci riesco. Ne approfitto per riposare un po'anche io e metto la sveglia. Quando apro gli occhi trovo Grace che guarda fuori dalla finestra
"Buongiorno dormiglione" dice ridacchiando. Mi alzo e la catturo tra le mie braccia
"Vieni qui spiritosa" le faccio un po' di solletico
"Basta basta" dice ridendo. Ci cambiamo e usciamo. La porto a mangiare in un ristorante vicino alla Torre Eiffel. Sgrana gli occhi per tutto quello che vede, è così buffa
"Allora ti piace Parigi?" chiedo mentre  guardiamo il menù
"È bellissima" dice sorridendo.
"Vuoi provare le lumache??"
"No grazie" dice facendo una smorfia di disgusto. Ordiniamo e passiamo la serata a parlare. La porto un po' in giro e poi torniamo in albergo
"Ma io non ho sonno" dice incrociando le braccia. Capisco la sua eccitazione ma è da quando siamo arrivati che fa i capricci. L'ho punita ieri e non vorrei farlo di nuovo ma sta mettendo a dura prova la mia pazienza
"Forza Grace mettiamoci il pigiama"
"Ma non possiamo uscire di nuovo?"
"Domani principessa, non farmelo ripetere". Continua a borbottare e mi arrabbio
"Adesso basta Grace" la metto sulle mie ginocchia e la sculaccio. Non ci vado pesante e uso solo la mano ma lei comunque piange.
"Faccia al muro forza" obbedisce e ne approfitto per andarmi a fare una doccia. Quando esco non si è mossa. Brava bambina. La prendo tra le mie braccia e finisce di piangere
"Scusami è che sono eccitata"
"Lo so piccola mia ma sai anche che le decisioni che prendo sono per il tuo bene. Se vai a letto troppo tardi poi domani non potrai svegliarti presto per mangiare i croissant più buoni che tu abbia mai assaggiato" le si illuminano gli occhi
"Davvero?" annuisco e la aiuto a mettersi il pigiama. Le racconto una storia mentre le accarezzo i capelli e dopo un po' il suo respiro diventa pesante. Lavoro un po' al computer e poi mi addormento anche io. La notte passa tranquilla. Credevo che Grace avrebbe fatto fatica a dormire in un posto nuovo, lontana da casa, ma sembra molto rilassata.
Quando la sveglio ha tutti i capelli arruffati
"Buongiorno" dice sbadigliando. La coccolo un po' e poi ci prepariamo
"Allora sei pronta ad assaggiare la cosa più buona del mondo?"
"Spero per te che lo sia. Sto morendo di fame". Arriviamo in questo piccolo bar pasticceria e ordiniamo. Appena addenta il croissant i suoi occhi si illuminano
"Oddio è buonissimo. Dobbiamo trovare il modo di portarli a casa" mi fa ridere la sua reazione, è così dolce e spontanea.
"Non possiamo portare il cibo in aereo ma possiamo fare colazione qui tutti i giorni" annuisce e continua a mangiare. Quando finiamo andiamo a visitare il Louvre e rimaniamo per tutta la mattina. Quando usciamo torniamo in albergo a riposarci
"Sei stanca piccola Grace?" annuisce e la prendo in braccio. Vado su e giù per la stanza e poco dopo si addormenta. Mi sdraio vicino a lei e mi addormento.

Non sei più sola Where stories live. Discover now