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Finalmente possiamo tornare a casa.
"Miraccomando Grace, assoluto riposo e niente scale per almeno una settimana". L'aiuto a sedersi sulla sedia a rotelle e usciamo.
"Piano, piano" dice mentre la metto in macchina.
"Scusami tesoro" mi sorride e mi da un bacino.
Quando arriviamo Grace sorride, è contenta di poter tornare a casa.
L'aiuto a scendere e poi con passi lenti riesce ad arrivare in soggiorno. Si siede sul divano e sospira.
"Casa dolce casa"
"Vieni qui piccola mia" si stende a fatica e cerco di farla addormentare. Deve riposare molto e non voglio che le venga in mente di scorrazzare in giro per casa. Quando mi sono assicurato che stia realmente dormendo mi alzo e vado a fare un po'di faccende. Questa casa avrebbe bisogno di una donna delle pulizie ma non voglio estranei che girano per casa. Ogni tanto la vado a controllare ma dorme beatamente. Le deve essere sicuramente mancato il suo amato divano. Quando finisco di fare tutto mi butto sotto la doccia, sono distrutto e avrei bisogno di dormire tantissime ore ma Grace ha bisogno di me. Avrei anche bisogno di una vacanza. Quando torno in soggiorno la trovo sveglia
"Chris?"
"Ehi piccola Grace. Ti sei riposata?" annuisce e sbadiglia. È un po' silenziosa e questo mi preoccupa un po'.
"Che cosa c'è principessa?"
"Ho fatto un sogno strano"
"Ti va di raccontarmelo?" annuisce
"Ho sognato mio padre" dice abbassando lo sguardo. Questo è un argomento ancora molto delicato purtroppo.
" ecco vedi io vorrei andarlo a trovare" dice senza guardarmi. Ha paura di deludermi lo so. Gli alzo il mento, voglio che mi guardi negli occhi
"Grace tu hai il diritto di andare da tuo padre. Non ti impedirei mai di andarci" annuisce e scoppia a piangere
"Ssh piccolina non ti preoccupare. Domani chiediamo ad Harry di mandare una lettera al carcere così ci daranno un appuntamento" annuisce e si lascia coccolare.
Sono un po' preoccupato da questa sua richiesta. Non vorrei che avesse delle aspettative troppo alte. Mi alzo dal divano e faccio quella telefonata
"Pronto?"
"Harry sono Christopher"
"Ehi bello, che succede?"
"Grace vuole vedere suo padre. È possibile fissare un incontro?"
"Certo, mi metto subito in contatto con il carcere. Ti faccio sapere" chiudo la telefonata e torno da lei.
"Ha detto che ci fa sapere" annuisce ma è silenziosa
"Senti Grace, perché vuoi vedere tuo padre?"
" Perché devo capire che razza di uomo è. Solo così potrò mettere una pietra sopra a tutta questa storia" annuisco e vado a preparare la cena. Quando abbiamo finito siamo stanchi entrambi e andiamo dritti a letto.
"Vieni piccola Grace" la stendo sul letto e le cambio la medicazione
"Ahi Ahi basta basta ti prego, fa male" dice singhiozzando.
"Lo so amore mio ma ho quasi finito". Ne approfitto per cambiarla e poi le metto un pigiama comodo che non strusci sui punti.
"Ecco fatto" sta ancora piangendo quindi mi sdraio vicino a lei e cerco di calmarla
"Sei stata molto brava tesoro mio" annuisce e stringe il suo peluche preferito.
"Adesso chiudiamo gli occhietti che sei stanca" prendo il ciuccio e glielo metto, non fa capricci e dopo poco ci addormentiamo. Sono distrutto e spero di dormire tutta la notte.
Quando mi sveglio Grace dorme ancora. È così tenera. Mi alzo cercando di non fare rumore e vado in cucina. Per questi giorni dormiamo al piano terra, nella camera degli ospiti. Mentre scaldo il latte mi suona il telefono
"Ehi Harry"
"Ciao Christopher. Grace può vedere suo padre oggi pomeriggio"
"Ti ringrazio"
"Come stai Christopher?" non lo so come sto
"Non lo so sinceramente. Ho paura che abbia delle aspettative che non si verificheranno"
"Mi dispiace amico" chiacchieriamo un po' e poi chiudo la telefonata.
Grace entra in cucina e si siede
"Era Harry?" annuisco
"Oggi pomeriggio puoi vedere tuo padre" la informo
"Oh, ha fatto presto" dice pensierosa
"Se non vuoi più andarci non ti ci porto, basta che me lo dici" dico premuroso
"No, devo chiudere questa storia"
Il resto della mattinata lo passa a studiare ma si vede che fa fatica a concentrarsi. Mi siedo vicino a lei e le alzo lo sguardo dai libri
"Cosa c'è piccola?"
"Non riesco a concentrarmi" dice sconsolata
"eh che non so come sarà vederlo" confessa guardandomi negli occhi
"Sarà strano tesoro, molto strano. Ma tu sei forte e puoi farcela. Sfogati con lui. Digli tutto quello che pensi"

POV GRACE
Quando arriviamo in carcere mi tremano le mani. Non ci posso credere che conoscerò mio padre.
Christopher non è potuto entrare, avrei voluto averlo al mio fianco ma è giusto che non venga coinvolto in questa cosa. A fatica raggiungo la stanza e mi siedo. Aspetto quello che dovrebbe essere mio padre e la mia gamba non smette di tremare.
"Avete solo 30 minuti" ci informa la guardia. Mio padre si siede e la guardia gli ammanetta le mani al tavolo
"E così tu sei Grace eh. Sei diventata grande" dice guardandomi.
"Assomigli tanto a tua madre" dice abbozzando un sorriso.
"Io non assomiglio né a lei né a te" dico arrabbiata
"Che caratterino. Che cosa sei venuta a fare?" chiede assumendo un'espressione dura
"Volevo solo vedere che faccia hai. Perché hai ucciso Jane?" gli chiedo con le lacrime agli occhi
"Non ti parlerò di questo" dice diventando sempre più serio
"tua madre era così felice quando sei nata"
"E poi ha amato di più la droga"
"Abbiamo fatto degli errori e quando lei è morta io non potevo tenerti. Sei stata adottata?"
"Sono finita in un brutto giro. Per colpa vostra metà della mia vita è rovinata" gli urlo contro alzandomi. I punti tirano ma non ci faccio caso
"Speravo almeno che tu ti pentissi di avermi abbandonata ma non è così. Addio" mi alzo e cerco di andarmene.
"Aspetta Grace" mi blocco e mi giro a guardarlo
"puoi tornare a trovarmi?"
"No. Per me sei morto" lo guardo con odio e me ne vado. Quando esco Christopher esce dalla macchina e mi viene incontro
"Andiamo a casa" mi abbraccia e mi da un bacio sui capelli
"Certo principessa" il viaggio è silenzioso e quando arriviamo tiro un sospiro di sollievo
"Non tornerò mai la dentro" dico sedendomi sul divano
"E' andata così male?"
"Non che mi aspettassi chissà che ma speravo che almeno si pentisse di avermi persa" dico scacciando via una lacrima
"Mi dispiace piccolina mia". Rimaniamo abbracciati per un po' e mi sfogo. Vorrei aver avuto due genitori normali.
"Basta lacrime piccola Grace, non le merita" annuisco e mi asciugo gli occhi.
" Mi fa male la ferita" dico cercando di mettermi comoda
"L'hai sforzata troppo oggi"
"Prima mi sono alzata di scatto e ho sentito tirare, puoi controllare?" annuisce e mi toglie il cerotto
"Tutto in ordine Grace. Ci metto un po' di disinfettante" stringo i denti e aspetto che rimetta il cerotto.
"Per il resto della giornata riposo assoluto signorina" dice ammonendomi bonariamente. Annuisco e gli faccio una linguaccia.
Mentre stiamo guardando un film suonano alla porta. Christopher va ad aprire e un'esuberante Carol fa il suo ingresso. Asher sembra provato, sicuramente non riuscirà a tenerla a bada.
"Ciao Carol, ciao Asher" saluto entrambi e Carol mi raggiunge sul divano mentre Asher e Chris vanno in cucina.
"Oggi ho visto mio padre". Le racconto tutto l'accaduto e lei mi consola
"Che stronzo" proprio mentre dice la parolaccia Asher e Christopher rientrano con la torta che hanno portato i due ospiti
"Carol, ho sentito bene?"
annuisce abbassando lo sguardo
"Scusa" Asher decide di non dire altro e mangiamo quello che hanno portato.
"È buonissima" dico bevendo un po' di succo. Passiamo il resto del pomeriggio a chiacchierare e verso l'ora di cena Asher e Carol vanno via
"Non potete rimanere a cena?" chiedo ad Asher quasi pregandolo
"Stasera è meglio di no" dice guardando Carol. Sicuramente la punirà per la brutta parola che ha detto.
"Ma..."
"Grace non insistere. Sarà per un'altra volta" Christopher mi ammonisce con lo sguardo e ci salutiamo.
Mentre andiamo in cucina battibecchiamo
"Dovevi lasciarmi insistere"
"No Grace. Non avrebbe fatto differenza e sai bene che Carol non doveva dire quella parola"
"Ma si riferiva a mio padre"
"Non mi interessa, non si dice e basta" annuisco e smetto di ribattere, non voglio una punizione.

Non sei più sola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora