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Sono in braccio a Christopher. Non riesco a dormire e mi piace stare così. Nessuno si è mai occupato di me quindi adesso ne approfitto.
"Forza piccolina, chiudiamo gli occhi che siamo stanchi" scuoto la testa e mi sorride comprensivo, perfortuna non mi punisce. Ha capito che non sono capricci.
"Perché non vuoi dormire?"
"Perché nessuno mi ha mai tenuta così stretta e non voglio che finisca" dico sinceramente
"Ti prometto che cercherò di farti addormentare sempre così, però adesso facciamo la nanna" mi culla un po' e subito mi addormento. Sono un po' agitata per quello che Chris potrebbe trovare sui miei genitori ma devo sapere. Per colpa loro ho paura anche di dormire, quindi devo capire che razza di persone sono. Mi sveglio di soprassalto e involontariamente sveglio anche Christopher.
"Cosa succede Grace?"  non rispondo e mi accoccolo a lui.
"Vieni qui piccola mia, non ti può succedere niente" dice sbadigliando. Mi dispiace tenerlo sempre sveglio per le mi insicurezze o i miei incubi. Mi stringe forte e inizio a piangere. Non so che cosa mi spaventa di più ma ho paura.
"Ssh Grace non succede niente. Parlami ti prego"
"Ho paura di sapere chi sono i miei genitori ma devo comunque scoprire chi sono" dico tirando su con il naso
"Non è necessario se non vuoi, nessuno ti obbliga"
"Lo so ma vorrei sapere perché mi hanno abbandonata, insomma potrebbero essere stati costretti e allora potrei giudicarli diversamente" Christopher sospira e mi stringe più forte
"Adesso ci penso io a te piccola. Vedrai che troveremo una soluzione" annuisco e mi riaddormento, sono molto stanca. Christopher mi tiene al sicuro ed è tutto quello di cui ho bisogno. Sono anche agitata per la scuola, ho paura di non farmi nuovi amici.
Quando mi sveglio Christopher non c'è ma lo sento parlare al telefono
"Si grazie Mike. No, so solo che è stata abbandonata quando aveva 4 anni e che la madre si chiama Lucy. Ti mando il nome dell'orfanotrofio, grazie mille" chiude la telefonata e si accorge di me
"Quello potrebbe non essere il suo nome sai?"
"Lo so ma queste sono le uniche informazioni che abbiamo e Mike è bravissimo a trovare le persone" annuisco e andiamo a fare colazione
"La prossima settimana puoi iniziare la scuola. Ti va di andare a comprare qualche cosa? Ti servirà almeno uno zaino" annuisco un po' titubante
"Non ci vuoi andare?" 
"Si ma ho paura di non farmi nuovi amici"
"Vedrai che non andrà così male. Ci vorrà solo un po' di tempo per abituarti, ma Grace ci saranno delle regole ok?" annuisco e lo ascolto.
"Prima di tutto voglio che tu capisca che lo studio è importante quindi prima di poter fare altre cose devi studiare. Non pretendo voti alti, voglio solo che ti impegni"
"Va bene, farò del mio meglio" mi da un fantastico bacio tra i capelli, adoro quando fa così, e poi usciamo per andare a comprare un po' di roba per la scuola.
Siamo in un centro commerciale grandissimo e sto scegliendo qualche quaderno mentre Chris prende delle penne.
"Questo ti piace?" dice alzando uno zaino rosa confetto.
"Assolutamente no" dico ridendo. Passiamo un'ora nel negozio e alla fine compro uno zaino nero, mi piace molto.
"Ma perché nero?" mi chiede  sconfitto da questa scelta
"Perché era quello meno vistoso. Non voglio che la gente mi noti per il colore stravagante del mio zaino" Christopher sorride e mi guarda
"Ti noteranno per la tua bellezza e la tua dolcezza non certo per il tuo zaino" ma io vorrei che non mi notassero proprio. Quando rientriamo a casa sono esausta. Mangio con poca voglia e Christopher deve insistere molto.
"Sono stanchissima" dico sbadigliando.
"Vieni qui piccola Grace. Ci cambiamo e poi dormi un po'" sbadiglio e lo seguo dandogli la mano. Mi addormento mentre mi sta cambiando, forse sto iniziando veramente a fidarmi di lui.

POV CHRISTOPHER
Grace dorme. Sta vivendo molte emozioni tutte insieme e non è abituata. È come un bambino piccolo che sta scoprendo adesso la vita. Sto lavorando quando ricevo una telefonata.
"Pronto?"
"Christopher sono Mike" di solito ci mette poco a trovare qualche persona ma non credevo così poco. Mike è uno dei miei migliori amici. Ci siamo incontrati alla scuola di polizia. È un genio dei computer.
"Ho trovato il padre di Grace ma non ti piacerà sapere chi è"
"È vivo?"
"Si"
"La madre?" chiedo subito
"È morta per droga quando Grace aveva due anni" stringo i pugni e cerco di stare calmo, odio chi si distrugge la vita
"Ma non è tutto, forse è meglio se ti siedi" inizio ad innervosirmi, non sono io il protagonista di questa storia ma sento che tra poco lo diventerò
"Forza Mike, dimmi quello che sai"
"Il padre di Grace si chiama James Walker" forse non ho sentito bene.
"Forse ho capito male"
"No Christopher, mi dispiace ma è lui suo padre"
"Grazie Mike"chiudo la telefonata e mi alzo di scatto. Corro nel seminterrato, c'è una palestra, devo sfogarmi. Passo li non so quanto tempo e poi vedo arrivare Grace. È così bella anche in tuta ma adesso non ce la faccio a vederla.
"Christopher?" mi chiama ma decido di ignorarla. Continuo a tirare pugni e lei urla più forte per attirare la mia attenzione. Mi blocco e mi giro ma il mio sguardo la fa indietreggiare
"Vai via Grace" dico furioso
"Perché, che ho fatto?" chiede titubante.
"Non ci senti? Non ti voglio intorno"
"Dimmi solo perché e me ne vado" dice mentre le si incrina la voce. Mi avvicino e lei indietreggia. Normalmente non vorrei mai che avesse paura di me ma adesso sono accecato dalla rabbia e non ragiono lucidamente.
"Lo sai chi è tuo padre?" scuote la testa. Ovvio che non può saperlo. Lei è una vittima in tutto questo, proprio come me e come la mia famiglia ma adesso non  riesco a pensare.
"Dimmi chi è mio padre" dice debolmente
"Tuo padre ha ucciso Jane, contenta?" gli urlo e lei si blocca mentre si porta le mani davanti alla bocca.
"Adesso vattene" gli urlo contro. Mi guarda con delusione e se ne va.
Non so quanto rimango in palestra ma alla fine mi accascio a terra e piango fino a che non riesco a calmarmi e capisco di aver fatto un errore gigantesco. C'ho messo tanto a far sì che Grace si fidi di me e sono riuscito solo a urlargli contro. Mi alzo in piedi e vado a cercarla. Ci metto un po' a trovarla ma poi arrivo in cucina e la trovo seduta su una sedia. Ha pianto e mi dispiace moltissimo. Non avrei dovuto prendermela con lei, sono un coglione. Mi siedo davanti a lei ma fa finta di non accorgersi di me
"Grace io..." non mi lascia finire
"No Christopher, non mi interessa quello che hai da dire. Grazie per avermi gentilmente detto che mio padre è il pazzo che ha ucciso tua sorella. Perché sentirmi gia responsabile della morte di quella ragazzina non era sufficiente giusto?"  mi urla contro. Non mi da il tempo di dire niente, si alza e se ne va. Non la seguo, non ne ho il diritto. Me la sono presa con lei quando invece avrei dovuto parlarci con calma. Non è colpa sua, come potrebbe esserlo. Ma la notizia mi ha scioccato e ho reagito male. Sento la porta di casa sbattere e mi allarmo. La rincorro e la fermo
"Dove vai?" le chiedo disperato
"Lontano da qui, lontano da te" dice tirando su con il naso. La lascio andare e si va a sedere sotto il muretto con i fiori. Le piace tanto quel posto. Si rannicchia su se stessa e piange. Le sue spalle tremano e mi maledico per averla fatta stare male. Che colpa può avere lei? Adesso dovrà convivere con questa cosa e si sentirà responsabile. Non si muove per diverse ore. Ma quando fa buio decido di amdarla a chiamare. Fa freddo.
"Grace fa freddo" dico titubante. Si alza e mi segue senza dire una parola.
I due giorni successivi passano in totale silenzio. Grace non mi rivolge la parola e mi sta il più lontano possibile. Mi dispiace vederla così. Vorrei solo poter rimediare. Quando entro in soggiorno la trovo che piange sul divano. Mi avvicino subito e non mi manda via.
"Scusami Grace" annuisce e mi da un rapido abbraccio. Poi si allontana e finalmente mi guarda negli occhi. I suoi sono rossi e mi dispiace davvero esserne la causa.
"Mio padre è vivo?" mi chiede senza giri di parole
"Si. Tuo padre è stato condannato all'ergastolo Grace"
"E mia madre?"
"È morta per overdose" annuisce con calma, sta cercando di metabolizzare la notizia. Sicuramente nel profondo sperava di avere una famiglia da qualche parte. Non dice niente e questo mi preoccupa
"Parlami Grace" le chiedo dolcemente
"Riportami in orfanotrofio, non possiamo vivere insieme"
"Non se ne parla"
"Riportami indietro" scuoto la testa
"Riportami indietro, non posso sopportare di essere la figlia di un assassino" dice iniziando a singhiozzare
" Mi vedrai sempre come la figlia di quello che ha ucciso Jane" mi alzo e mi accuccio davanti a lei
"Senti Grace. Scordati che ti riporti in orfanotrofio" la abbraccio e si accascia su di me
"Scusami Chris, ti prego perdonami". Cosa dovrei perdonarle? Lei non c'entra niente
" non ti ritengo responsabile piccola mia. È stata una notizia inaspettata e ho reagito male. Mi dispiace" dico facendole una carezza. Scoppia in un pianto disperato e subito la abbraccio
"Ssh Grace non è colpa tua. Sei la mia piccola e questa cosa non potrà cambiare mai, capito?" annuisce e mi stringe più forte. Piange molto e la capisco. Devo ancora capire come farò a dire alla mia famiglia la verità. Sarà uno choc ma sono sicuro che non potranno mai prendersela con lei.
" Adesso mi prendo cura di te. Ci facciamo una doccia e poi ci mettiamo a letto" non ha ancora smesso di piangere ma la lascio sfogare,ne ha bisogno. La notte è agitata. La sento che si lamenta e dopo poco si alza.
"Dove vai?" chiedo accendendo la luce.
"In palestra" dice mentre si cambia
"Vengo con te" dico mettendomi seduto
"Ti prego Chris ho bisogno di andare da sola" non vorrei acconsentire ma i suoi occhi sono così disperati che senza accorgermene ho gia detto di si. Quando mi sveglio non c'è. La trovo sempre in palestra mentre corre sul tapis roulant. È molto sudata e ha i battiti parecchio accellerati
"Basta Grace, hai corso abbastanza" dico facendola rallentare
"Non ho ancora finito" dice a fatica. Non le do ascolto e fermo il tappeto
"Che fai?" chiede arrabbiata
"Impedisco che ti senta male. Forza bevi" fa come le ho detto e poi tenta di risalire.
"Adesso baata correre Grace" dico mettendomi tra lei e l'attrezzo
"Non posso fermarmi" dice spingendomi per raggiungerlo
"Ehi ehi. Che succede?" si accascia contro il muro e piange. Mi siedo vicino a lei e lo abbraccio. Dovevo prevedere questa reazione
"Sssh sssh" si fa stringere tra le mie braccia. La lascio sfogare e poi ci andiamo a fare una doccia.
Mentre le asciugo i capelli le parlo
"Avevi bisogno di sfogarti ma adesso che lo hai fatto basta colpevolizzarti" annuisce ma non so se sarà così semplice convincerla.

Non sei più sola Where stories live. Discover now