16. Sounds familiar

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Sto in piedi fuori e guardo l'alto edificio dinanzi a me.

È quasi buio ma so che se non lo faccio ora non lo farò mai più e una parte di me sa che ne ho bisogno. Mi sono quasi convinta a venire da Hunter.

Stavo beatamente facendo la doccia a casa e ho iniziato a pensare ad Hunter, a tutti i suoi messaggi e le sue telefonate e per qualche stupido ed inspiegabile motivo la mia mente ha iniziato a ragionare troppo, sul fatto che avrei dovuto fargli spiegare la situazione. 

Inizialmente ho messo subito da parte il pensiero, determinata a non dargliela vinta, ma la mia stupida mente ha continuato a pensarci finché non ho ceduto. 

Sono andata a casa di Tara ma lui non c'era, quindi ho indagato inserendo Hunter nella conversazione. Per fortuna lei parla tanto e ha iniziato ha straparlare di dove fosse, con chi fosse e  di quanto potesse odiare Candice. Sono contenta che faccia squadra con me senza neppure rendersene conto.

Quindi, anche se è tardi, eccomi qui, la mia mente mi dice di entrare nel fottuto edificio, ma il mio corpo mi impedisce di muovermi. 

Quando, quasi venti minuti dopo, sento le prime gocce di pioggia, lascio che la mia mente vinca solo per questa volta ed entro dentro. Non mi muovo dal mio posto nell'atrio per un po', mi limito a stare lì come una senzatetto che non ha un posto dove andare.

Mi schiaffeggio mentalmente per essere una tale fifona. Emily Carter è dannatamente indipendente e in grado di ascoltare qualunque cosa Hunter abbia da dire, e soprattutto dannatamente forte per affrontarlo.

Forzo i miei piedi a muoversi finché non arrivo davanti alla sua porta.

Alzo la mano per bussare, ma la porta si spalanca e Hunter è lì, bello come sempre e profumato.

Un piccolo sorriso appare sul suo volto e ne faccio uno anche io. "Ciao" agito goffamente la mano arrossendo.

"Ciao" risponde. "Che ci fai qui? Vuoi entrare?"

Annuisco e lui si sposta di lato, il suo braccio muscoloso è appoggiato alla porta. Sicuramente ha lavorato molto sul suo appartamento. Sta iniziando a sembrare una casa piuttosto che un guscio vuoto con dei mobili buttati dentro.

"Sono contento che tu sia qui, stavo per venire a trovarti." dice mentre chiude la porta e mi segue. Ora sono qui, ma non ho idea di cosa dire.

"Ti ho risparmiato un viaggio" sorrido "Tara ha detto che la tua ragazza, Candice, è tornata a casa e hai detto che dovevamo parlare, quindi eccomi qui." dico.

"Candice non è la mia ragazza" risponde Hunter tirandomi per il braccio, così cado sul divano accanto a dove si è appena seduto lui. "Lasciami spiegare, va bene?"

"Va bene, ma non mi devi niente, figuriamoci una spiegazione. Sono solo rimasta sorpresa ad essere onesta." Gli dico mentre volto il mio corpo verso di lui per affrontarlo.

Mi guarda in quel modo che solo lui ha, ed è così attraente, frustrante e accattivante allo stesso tempo.

"Ma non avrei mai iniziato questa cosa se avessi saputo che avevi una ragazza."

"Non è la mia ragazza!" Hunter ripete alzando gli occhi al cielo. Alzo le sopracciglia e aspetto che continui. Prende un respiro profondo prima di continuare. "Io e Candice ci siamo conosciuti quando ero nell'esercito, ho servito assieme a suo fratello Daniel. Abbiamo parlato un paio di volte al telefono, solo del più e del meno, quando Daniel era lì."

Hunter mi prende la mano nella sua e mi sento così a mio agio, i suoi occhi però si velano, come se stesse per rivivere le sue parole successive e io lo stringo più forte.

The Hookup [Italian Translation]Where stories live. Discover now