20. You wanna get out of here?

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Mi rigiro la busta tra le mani, esaminandola da tutte le angolazioni. È piccola e rettangolare, e sembra innocua, ma determinerà il resto della mia vita.

Ho paura di aprirla, il mio stomaco si rivolta e mi sento male.

Guardo da vicino il piccolo francobollo della NYU nell'angolo della busta e ci passo sopra le dita delicatamente, proprio mentre mia madre si unisce a me in cucina. Ha il suo solito aspetto vivace, immacolato e incontaminato, con neppure un capello fuori posto e il trucco fatto con meticolosità.

"Tesoro, non si aprirà da sola" dice e una piccola risata sfugge dalle mie labbra, ma non stacco mai gli occhi dal foglio che ho in mano. "È ovvio che ti abbiano accettata, sarebbero pazzi a non farlo."

"Apprezzo l'ottimismo mamma" sorrido. Non lo condivido ma lo apprezzo. "Io...E se..."

La mia mente torna a preoccuparsi, pensando alle peggiori cose possibili che potrei inventarmi.

"E se non venissi accettata?" le chiedo dolcemente.

"Beh, stare qui a fissare la busta non ti aiuterà. Aprila e scoprilo."

Potrebbe sembrare stupido, ma entrare alla New York University è così importante per me. Non voglio stare lontana da casa, soprattutto perché mio padre lavora molto e mia madre rimane spesso da sola. 

Non che mi importi, visto che mamma è fuori spesso in questi giorni.

Anche se la cosa è piuttosto preoccupante.

Mia madre è sempre stata una casalinga, non credo che abbia mai lavorato un solo giorno della sua vita, è a suo agio in questa quotidianità. Non ha amici e ogni piccola differenza nel suo atteggiamento e nel suo stato d'animo è immediatamente percepibile.

Ho notato che ha iniziato  portare i capelli sciolti e che gli cadono davanti al petto. Mi chiedo se possa avere un amante, ma respingo subito l'idea.

Non lo farebbe mai a mio padre. 

"Vuoi che la apra io?" mi chiede e prende la busta.

Senza esitazione, strappa la busta, mentre le mie budella si agitano.

Mi guarda e sorride prima di posare i suoi occhi sul foglio davanti a lei, seguo le sue orbite blu mentre visiona la lettera e noto con molta disinvoltura un cambiamento nella sua espressione. 

Prego che ci siano buone notizie.

"Sei entrata, tesoro."

Il mio cuore salta fuori dal mio petto mentre sento le parole e prima che me ne accorga, saltiamo per la cucina, urlando come pazze. 

Non mi sono mai sentita così sollevata in vita mia.

Mia madre mi abbraccia forte e bacia la sommità della mia testa. "Sono orgogliosa di te, Emily."

"Grazie mamma" rispondo. Non vedo l'ora di dirlo a mio padre, ma probabilmente sarà in riunione o qualcosa del genere relativo al lavoro. Funziona sempre così ultimamente. "Dov'è papà?" chiedo chiarimenti.

Mia madre si irrigidisce un po' prima di allontanarsi dolcemente. Il dolore nei suoi occhi mi dice che qualcosa non va e mi preparo per qualunque cosa sia. "A proposito di tuo padre" dice mia madre tirandomi dolcemente verso l'isola della cucina. "Siediti, dobbiamo parlare."

* * *

POV Hunter:

Sento la pesante porta di legno sbattere dal corridoio e sposto la testa dietro l'angolo per vedere chi sta facendo tutto questo baccano. È Emily, che sembra fottutamente stupenda come sempre.

Sembra un po' spettinata e senza fiato, come se avesse corso fin qui, e noto che indossa la mia felpa. Le sta così bene. Anche i minuscoli shorts di jeans stanno decisamente a suo favore.

"Tara!" grida dal suo posto vicino alla porta. Sono sorpreso che sia così sfacciata considerando che di solito è molto riservata e tranquilla, beh, con tutti meno che con me. "Tara, ho bisogno di te!" grida e posso sentire la preoccupazione e il panico nella sua voce.

Salto dal mio posto sul divano e arrivo da lei in pochi secondi. "Cosa c'è che non va? Stai bene?" le chiedo mentre la guardo, assicurandomi che non sia ferita.

"Dov'è Tara?" chiede senza rispondere alle mie domande. "Nella sua stanza?"

Annuisco. "Sì, io...Ehm...Penso che abbia compagnia, quindi..."

La testa di Emily scatta verso la mia e per la prima volta da quando è arrivata mi guarda direttamente.

È passato un mese dalla festa di compleanno di Emily, mi ha parlato a malapena e la maggior parte delle volte mi ignora o mi evita.

So di averla ferita non rispondendole, ma non voglio che le cose siano imbarazzanti tra di noi. "Con chi?"

Alzo le spalle. Non voglio conoscere tutti i dettagli della vita sessuale di mia sorella.

"Loro...?" fanno sesso? So cosa sta chiedendo senza che abbia nemmeno detto le parole. 

"Credo di sì." rabbrividisco mentre parlo. È semplicemente assurdo.

Vedo un minuscolo sorrisetto sul viso di Emily. È divertita dalla mia reazione. "È un bene" dice "che stia andando avanti, ricevendo un po' di amore."

"Mi permetto di dissentire." dico disgustato.

È disgustoso e inquietante e mia sorella non dovrebbe fare sesso. Con chiunque.

"Vuoi uscire?" chiede Emily all'improvviso, sorprendendomi. Non me lo sarei mai aspettato. "Dubito che tu voglia restare qui con tutto quello che sta succedendo di sopra, e come sua migliore amica è mia responsabilità assicurarmi che non ci sia nessun intoppo. Andiamo da qualche parte."

"Va bene" annuisco afferrando il mio cappotto dall'attaccapanni nel corridoio. Non le do la possibilità di cambiare idea, quindi le prendo la mano e la tiro fuori dalla porta.

La sua pelle è così morbida, avvolta nel mio palmo e resisto all'impulso di baciarle la mano, voglio solo che sappia quanto significa per me. Non sono ancora sicuro della parola che comincia per A, ma è qualcosa di abbastanza vicino ad esso.

Ogni momento di ogni giorno, la mia mente è sommersa dal pensiero di Emily Carter, e non importa quanto io ci provi, non riesco a togliermela dalla testa. Ha fatto davvero un incantesimo su di me.

Anche il desiderio di Emily di essere in mia presenza è un enorme passo avanti per noi e voglio procedere in questa direzione.

Odio quando litighiamo. Mi sento come se mi stessero prendendo a pugni nello stomaco.

"Dove andiamo?" le chiedo quando saliamo in macchina e giro la chiave nel nottolino.

Alza le spalle, sembra esausta. "Non mi interessa, ho solo bisogno di allontanarmi per un po'." dice guardandomi. "E no, non voglio parlarne."

Unisco le labbra e annuisco. "Ok, allora a me la scelta?"

"Va bene ovunque tu voglia andare Hunter."

È la prima volta che le sento pronunciare il mio nome dopo settimane, e sembra incredibile.

"Va bene, prima dobbiamo fermarci per alcune provviste."

Mi guarda con aria interrogativa ma non risponde. Si limita ad annuire.

Non so cosa l'abbia turbata così tanto da volersi allontanare, ma sarò lì e poi glielo farò dimenticare.

Anche solo per un po'.

"Ti porto ad un appuntamento."





The Hookup [Italian Translation]Där berättelser lever. Upptäck nu