3. Race of regrets (3)

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Arco I: Evolution

Capitolo 3: Race of regrets (3)

Dopo aver chiuso la chiamata con Vincent, Fanny attese all'entrata del locale altri quindici minuti, fino a quando, stanca di guardare altre persone chiacchierare, con un pizzico di delusione e le gambe doloranti decise di spostarsi per assistere almeno all'inizio della gara.

In quel momento il suo cellulare squillò un paio di volte, avvertendola dell'arrivo di un sms; sul display colorato da uno sfondo floreale apparve la scritta "Nuovo messaggio di testo da Marika Starson".

"Finalmente! Per lo meno saprò se posso andarmene!" pensò la ragazza, leggermente irritata.

'Scusa per il ritardo! Ho avuto un imprevisto! Sarò lì in 10 min se ci sei ancora :('.

Beh, aveva aspettato più di trenta minuti, che sarebbero stati dieci in più? Li avrebbe occupati nel modo in cui aveva già deciso. Digitò velocemente: 'np, se non mi trovi davanti all'ingresso fammi uno squillo, che ti raggiungo! see ya :)'.

Dunque, riposto l'apparecchio nella tasca dei pantaloni, si sistemò meglio il cappuccio, per assicurarsi che i suoi capelli albini non fossero notati, e fece il giro del locale, verso il parcheggio che sarebbe stato il punto di partenza.

Quando girò l'angolo, sgranò gli occhi e sorrise involontariamente.

"Dio, che figata!" il suo cuore accelerò i battiti e sentì un'enorme eccitazione.

In vita sua aveva visto tutti i 'The Fast and the Furious' usciti al cinema, aveva provato una quantità innumerevole di videogiochi di corse motociclistiche e rally, ma vedere dal vivo uno spettacolo simile era davvero tutta un'altra cosa.

Normalmente, il Sunshine era popolato da diversi tipi di clientela a seconda del giorno e della fascia oraria, ma le persone che componevano la massiccia folla a neanche dieci metri di distanza dovevano essere clienti piuttosto rari; era un'esplosione di colori, dal più tetro nero alle più improbabili sfumature di fucsia o giallo, il tutto si mescolava in un calderone di abiti e pelle che si muovevano istericamente, alcune persone già facevano il tifo o urlavano, nell'ebbrezza e nella tensione che era quasi possibile respirare.

Persino Fanny si sentì gasare solo osservando la scena, pur non essendone partecipe.

Poiché molti tra gli spettatori non avrebbero avuto possibilità di muoversi verso il traguardo o seguire in tempo reale la corsa, a destra, vicino una parete del locale, era stata raggruppata una decina di televisori a schermo piatto sessantadue pollici, già accesi e in collegamento con telecamere che mostravano strade libere o mediamente trafficate; doveva essere il percorso, pensò la ragazza.

Tra le risate e le urla, si poteva anche udire il rombo borioso delle moto, e alla ragazza bastò solo quello per notare l'inconfondibile rumore prodotto dai motori truccati. Quella grande varietà di suoni non era però l'unica cosa a sollevarsi verso il cielo buio; infatti, sospinte dal vento, si muovevano grandi nuvole di fumo, prodotte dalle marmitte e dalle sigarette, la droga e chissà quanto altro. L'aria era acre.

Forse era ancora in tempo per augurare buona fortuna a Vincent, si disse, per poi incamminarsi verso la folla con passo svelto sull'asfalto, cercando di mantenersi fuori dalle zone illuminate dalla luce dei riflettori, sparsi ai lati dell'ampio parcheggio.

Aveva una decina di minuti da poter impiegare, dopo i quali se ne sarebbe tornata di tutta corsa nella zona sicura del locale. Quella zona sembrava un covo di maniaci sessuali, pensò un po' intimorita, notando le espressioni fameliche che certi indirizzavano ad alcune belle ragazze seminude che cercavano di attirare l'attenzione dei motociclisti.

Twisted MindWhere stories live. Discover now