18. Analyze G (1)

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Arco II: rEvolution

Capitolo 18: Analyze G (1)

Sociopatico, così ogni tanto lo definiva Fanny.

Giles non era sicuro che sua sorella comprendesse appieno la definizione che gli affibbiava ogni volta in cui non si commuoveva davanti a qualcosa che avrebbe dovuto strappargli per lo meno una lacrima.

In realtà Giles dei sentimenti li aveva, ma era bravo tanto a nasconderli quanto a dominarli; era un maniaco dell'ordine, lui, lo era sempre stato.

La sua stanza - così come il suo studio - non era mai oggetto di lamentele da parte di sua madre: ogni oggetto aveva una sua precisa collocazione, che negli anni cambiava raramente, ogni paio di pantaloni nell'armadio era ben stirato, ogni libro catalogato per autore o altezza sugli scaffali. Sin da bambino Giles amava leggere, ma la narrativa era divenuta presto causa di tedio, così di punto in bianco i libri su draghi e cavalieri erano affogati nel retro della libreria, sorpassati da saggi e classici; infine, a tredici anni aveva scoperto l'irresistibile fascino della psicologia.

Era entrato nella gabbia, ci si era chiuso e ne aveva mangiato la chiave.

Suo padre gli aveva comprato quasi per scherzo la Psicanalisi di Freud, inutile dire quanto egli e la sua amata moglie fossero rimasti assolutamente sbigottiti nel notare che il loro bambino era stregato dai misteri della mente umana.

Giles era sempre stato taciturno e mite, quasi cupo nella sua incapacità di scherzare o intrattenere un discorso frivolo; parlava solo se necessario, con frasi concise e chiare, i suoi occhi limpidi non risplendevano di quella vivacità tipica dei giovani, piuttosto erano offuscati da una maturità che stonava parecchio con un corpo così minuto. Alcuni lo ritenevano timido, altri superbo, ma i pensieri altrui non lo sfioravano: Giles considerava tutti semplici elementi di studio.

Tutti. Anche la sua famiglia.

La nascita di Fanny non aveva portato nessun cambiamento sostanziale nel suo modo di vivere: mamma e papà erano certo più assenti, presi da quella neonata così fisicamente simile a lui, ma Giles non era mai stato geloso di lei - mai, neanche per un giorno.

Da bravo fratellone aveva diviso quei pochi giocattoli che possedeva, assecondato i suoi capricci quando gli era consentito, le aveva persino insegnato a contare fino a dieci e a scrivere il suo nome. O meglio, a scrivere "Fuanni", ma era già meglio di niente.

Non aveva tuttavia mai capito l'utilità di quella sorellina nella loro famiglia.

Loro padre, William Morgan, era un uomo d'affari spesso in viaggio di lavoro, e proprio durante uno di questi viaggi aveva conosciuto trent'anni prima loro madre, Anna, in Canada; ella all'epoca aveva una pasticceria e oggi faceva la casalinga, ma le sue doti culinarie erano imbattibili. Quanto a lui, beh, aveva sempre dato il meglio di sé in tutto ciò che faceva, il figlio perfetto.

E Fanny? Fanny era un po' stolta, ingenua, con una media bassa e, dulcis in fundo, una nerd accanita. In anni, non era mai riuscita a risplendere a confronto con lui, nonostante si sforzasse parecchio. Questo Giles lo aveva notato sin da subito, ma non gli aveva dato alcun peso.

Era interessante vedere sua sorella annaspare nella mediocrità, tentando in tutti i modi di spiccare un volo che lui aveva preso già da parecchio tempo grazie al suo QI più alto del normale.

Ogni tanto gli sembrava di star seduto sul bordo di un pozzo, con le gambe accavallate e una mano a sostenere pigramente la guancia, mentre, metri e metri sotto di lui, Fanny annaspava per arrampicarsi sulle pareti scivolose a mani nude.

Ella amava definire se stessa e suo fratello come le due facce della stessa medaglia: lui la luce, lei il buio. Definizione molto poetica, ma Giles non la pensava affatto così. Tuttavia mostrare al mondo come fosse in realtà Fanny la fioca luce che brancolava nelle sue tenebre era fuori discussione.

Quando poi erano iniziati i problemi adolescenziali legati ai primi, goffi tentativi di esplorare l'ambito amoroso, l'interesse di Giles era praticamente esploso.

Inizialmente aveva storto il naso, disgustato da come il cuore di una ragazzina potesse essere percorso da emozioni tanto forti e distruttive, ma col tempo aveva capito che tutto ciò rendeva Fanny solo umana. Infinitamente più umana di lui.

Quella era stata l'occasione in cui aveva realizzato di amare spropositatamente gli umani.

Dietro la maschera del buon fratello apprensivo, si era impicciato dei suoi affari e aveva conosciuto una generazione poco più giovane della sua, ma nettamente diversa, in totale balìa dei sentimenti e incapace di ogni forma di autocontrollo.

Più Giles si innamorava delle reazioni umane, più in Fanny crescevano la paura e l'insofferenza, fino a quando, terminate le scuole dell'obbligo, fece la terribile scelta di chiudersi nella sua stanza e vivere da reietta, lontana dal mondo. Divenne una NEET.

L'interesse di Giles verso le sue vicende scemò come la notte viene spazzava via dall'alba. Smise persino di giocare online assieme a lei e Vincent Black, loro amico d'infanzia e miniera di emozioni inesauribile.

Ecco, un fratello come Vincent sì che gli avrebbe dato soddisfazioni!

Ma Giles non aveva in realtà nulla contro Fanny, anzi le voleva bene, parecchio.

Dopotutto erano fratelli, e sebbene le memorie forgiate in quegli anni fossero per lo più dovute alla sua instancabile curiosità, erano pur sempre ricordi che lo avrebbero accompagnato per tutta la vita.

Tra le pochissime volte in cui aveva perso la pazienza, vi era stata quella accaduta pochi mesi prima, quando era riuscito a salvare per miracolo Fanny da quell'uomo che voleva farle del male. In quell'occasione Giles aveva avuto la conferma di essere ancora in grado di provare delle emozioni, anche se la rabbia era certamente quella che meno avrebbe voluto mostrare al mondo.

Lui amava la rabbia, era una delle cose più eccitanti che un uomo potesse esternare.

Quando quell'uomo non era lui.

Gli piaceva definirsi "spettatore", appunto per questo aveva scelto di fare lo psicologo, mestiere che gli permetteva di analizzare innumerevoli casi ed esperienze.

Lui amava da morire il suo lavoro, non aveva bisogno di altro nella vita.

Nemmeno di un'avventura a sfondo fantascientifico.

Twisted MindWhere stories live. Discover now