Perché mi odi? - Capitolo 9🌹

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Oggi la giornata è molto bella.
Si vede che è quasi primavera.
Sono distesa sull'erba in giardino a studiare.
Il sole mi illumina e mi riscalda.
Si sta benissimo.
Adesso, però, sono stanca di studiare.
Chiudo il libro e lo sistemo accanto a me.
Alzo lo sguardo al cielo per osservare le nuvole, anche se non ce ne sono molte.
Sono candide e soffici.
È un momento tanto rilassante.
Mi è sempre piaciuto stare in pace, da sola.
Mi piace dedicarmi un po' di tempo in tranquillità.
Le palpebre mi si chiudono da sole.
Il leggero vento è molto piacevole e il suo fruscio mi rilassa.
L'aria è pura.
Mi sento molto poetica oggi, ma soprattutto tranquilla.
Quanto è bella la tranquillità?
<<Hey, Beatrice. Sei sveglia?>>
Una voce inconfondibile mi fa sussultare.
La riconoscerei in qualsiasi circostanza e tra mille voci.
Apro gli occhi.
Siamo faccia a faccia.
Filippo è piegato davanti a me.
Non l'ho neanche sentito arrivare.
È una specie di ninja?
Da dove spunta?
Perché deve sempre rompere?
Addio momento di relax.
Addio tranquillità.
Addio serenità.
L'istinto omicida si è già impossessato di me.
Deve sempre invadere i miei spazi.
Io non lo faccio mai con lui.
Prendo il mio libro e lo apro per nascondermi.
Non lo perdono per quello che ha fatto ieri.
Non voglio parlargli.
Assolutamente no.
L'ha fatta troppo grossa.
Ieri faceva pure freddo, poteva evitare di bagnarmi.
Mi strappa dalle mie mani il libro, costringendomi a guardarlo.
Lancia il libro lontano da me, facendolo arrivare nell'altra parte di giardino.
È la delicatezza in persona.
Sto ovviamente scherzando.
<<Cosa stai facendo?>>
<<Sono sdraiata sull'erba, non lo vedi? Non sei mica rincoglionito. Anzi, un po' lo sei. Ora vattene lontano da me, non voglio vederti.>>
<<Se sei arrabbiata con me per quello che ho fatto ieri, non esserlo, tu hai fatto di peggio con me.>>
<<Intanto, io sono sempre arrabbiata con te, tutto quello che fai mi innervosisce in una maniera tale che non puoi immaginare. Seconda cosa, potevo prendere un malanno per colpa tua. Mi hai fatto pure sporcare la mia felpa preferita di terra.>>
Si stende accanto a me.
Mi giro dall'altra parte.
Lo sento sbuffare.
Con uno scatto fulmineo mi fa voltare dalla sua parte.
Che prepotente!
<<Per colpa tua, invece, ho rischiato di non poter più avere rapporti sessuali.>>
Mi metto a ridere pensando alla scena di ieri.
È stata decisamente epica, indimenticabile.
Lo prenderò in giro fino alla fine dei suoi giorni per essersi fatto picchiare da una ragazza.
Ho raccontato tutto a Cristina stamattina ed è rimasta a bocca aperta.
Mi ha detto che non si aspettava che sarei arrivata fino a questo punto.
In realtà, questo è niente.
<<Non ridere. Cazzo, mi fa ancora male. Ti diverte così tanto vedermi soffrire?>>
<<È molto divertente. Potevo farti un video, così, lo avrei rivisto miliardi di volte. Te l'ho dato così forte?>> chiedo con le lacrime agli occhi.
<<Sì, molto. Sembri Hulk certe volte.>>
<<Sono una ragazza.>>
<<Allora sei la sorella di Hulk.>>
<<Non mi piace Hulk.>>
<<Non ti sei neanche degnata di chiedermi scusa.>>
Dovrei chiedergli scusa?
Ci penso su.
<<Sì, dovrei.>>
<<Fallo, allora. Cosa aspetti?>>
<<No, Fanti, stavo scherzando. Scordatelo.>>
<<Non te lo ripeto più, tanto fai sempre di testa tua. Sei di coccio.>>
<<Lo so e ne vado fiera.>>
Intanto i miei genitori ci guardano dalla finestra sorridenti.
Ma che problema hanno?
Perché sorridono?
Forse pensano che stia avendo una piacevole conversazione con il vicino, ma si sbagliano di grosso.
Roteo gli occhi e sbuffo.
Filippo mi guarda con aria interrogativa, poi nota i miei genitori e fa a loro un cenno di saluto.
Ritorna a guardarmi, mentre io alzo gli occhi per guardare il cielo.
Odio quando qualcuno mi guarda.
Cosa ha da guardare?
<<Se non smetti entro tre secondi di guardarmi, oltre al cazzo, ti rompo pure il naso.>>
<<Per tua informazione, il mio cazzo non è rotto, funziona ancora.>>
<<Tre... due... uno. Sono passati tre secondi, adesso girati.>>
Come sempre, non mi ascolta.
Prende una mia ciocca di capelli e inizia a giocarci.
Il calcio di ieri non gli è bastato, mi sa.
Ne vuole altri.
Meglio ignorarlo se non voglio mandarlo all'ospedale.
Ne sarei capace, ma meglio non farlo.
Smette di guardarmi e alza anche lui lo sguardo al cielo.
Menomale, ora mi sento più tranquilla.
<<Tu mi odi?>> chiede dopo un po' di silenzio.
Bella domanda.
<<Te lo ripeto in continuazione, ti ho quasi rotto il piede, ti ho dato un forte calcio nelle parti basse, cerco sempre di ignorarti, ti insulto quotidianamente, rifiuto ogni tuo invito per uscire e me lo chiedi? La risposta si intuisce, non credi?>>
<<Perché mi odi? Non capisco tutto questo accanimento nei miei confronti.>>
Altra bella domanda.
Arriva un bel discorsetto, ho tante cose da dire.
<<Bene, Fil, ti conviene metterti comodo perché sto per raccontarti un lungo poema sul perché ti odio. Cavolo, potrei scrivere un romanzo su di te. Devo contattare una casa editrice. Ho deciso, lo chiamerò "Quel minchia di Filippo Fanti". Suona bene, vero? Sono un genio.>>
<<Smettila di fare la spiritosa e rispondi alla mia semplice domanda senza essere troppo crudele e cerca di essere riassuntiva.>>
<<Okay, farò del mio meglio. Allora, da dove posso cominciare? Ah, sì, ci sono. Sei troppo presuntuoso, insomma, te la tiri troppo...>>
<<Non è vero.>>
<<Fammi finire. Sei un rompiballe, potresti vincere un concorso. Già mi immagino la medaglia con scritto "Filippo Fanti, miglior rompiballe del ventunesimo secolo"...>>
<<Lo sono solo un po'.>>
<<Tantissimo, invece, ma fammi finire il discorso. Sei troppo invadente, ad esempio, oggi hai interrotto il mio momento di riposo. Sei molto insistente, anzi moltissimo. Molte volte non ti rendi conto delle cose sbagliate che fai. Parli troppo a vanvera e a volte rispondi male. Sei prepotente, impulsivo, testadura, irruento, spavaldo, irascibile, vigliacco, maleducato, maniaco...>>
<<Okay, basta così. Mi hai già detto troppo.>>
<<Ma non ho ancora finito, ho tante altre cose da dire.>>
<<Non voglio più saperle. Grazie per la tua accurata descrizione.>>
<<Di niente, ho dato il mio meglio.>>
Mi alzo e raccolgo le mie cose.
<<Dove vai?>>
<<Ciao, Fil.>>
Lo saluto con un pugnetto sulla spalla.
Corro in casa, lasciandolo da solo come un fesso.
Scosto la tenta della finestra e noto la sua espressione scioccata.
Rido a questa scena.
Sono stata un po' cattiva.
Alza il dito medio e io ricambio facendo la stessa cosa.

Troppo cattiva Beatrice, non trovate?
Commentate, mi raccomando. Mi fa sempre piacere leggere i vostri commenti.
Baci.
-M.

Dopo di te | Irama/Filippo FantiWhere stories live. Discover now