Ti voglio bene - Capitolo 15🌹

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Mi sto annoiando a morte.
È brutto stare tutto il tempo chiusa in casa.
Colpa di Filippo che mi obbliga a non uscire.
"Se esci ti prendi un malanno."
A proposito di quell'essere tanto dolce quanto insopportabile: dove si è cacciato?
Un po' mi manca.
Esatto, avete sentito bene.
Udite, udite, signori e signore: mi manca Fanti.
Ma poco, eh.
Tranquilli, non ho assunto nessuna sostanza stupefacente, lo penso veramente.
Oppure è la febbre che mi fa dire queste cose a dir poco scandalose.

Mi affaccio alla finestra e chi mi ritrovo?
Quel cucciolo di Pokémon di Fil che fa avanti e indietro sul vialetto con lo skate.
Le mie pupille lo seguono e vanno a destra e a sinistra.
Cavolo, anch'io voglio usarlo.
Idea!
Vado a rompergli le palle.
Mi precipito sulle scale, ma mi blocco non appena mi ricordo che sono in pigiama.
Meglio andare a cambiarmi.

Attraverso il mio giardino correndo e lo raggiungo.
<<Hey, Fil.>>
Il moro perde l'equilibrio dallo spavento e cade a terra.
Ops, non era mia intenzione farlo spaventare. Giuro.
<<Ahia! Cazzo, che male al culo!>>
Mi scappa una risata.
Neanche questa era mia intenzione.
Ma il problema è che è troppo divertente quando impreca.
<<Mi dai una mano invece di ridere?>>
<<Ehm... Sì, scusa.>>
Lo aiuto ad alzarsi prendendolo per mano, poi raccolgo il cappellino e gli occhiali da sole che gli ho fatto cadere involontariamente.
<<Lo skate!>> urla.
Mi volto e vedo lo skate sfrecciare in discesa.
<<Ci penso io.>>

Dopo una lunga corsa, riporto lo skate al proprietario.
<<Come fai a correre così velocemente con la febbre? A proposito, VAI SUBITO A LETTO!>>
<<No, Fil, la febbre è quasi passata. Voglio stare con te.>>
<<Puoi ripetere? Così faccio una registrazione e la ascolterò ventiquattro ore su ventiquattro. Wow! È un miracolo. I sogni prima o poi si realizzano. Questa è la prima volta. La prima. Io sono troppo emozionato e...>>
<<Basta, Fil. Stai delirando.>>
<<Puoi ripetere?>>
<<Stai delirando.>>
<<No, ripeti che vuoi stare con me.>>
Prende il telefono e preme "play".
<<Voglio stare... Filippo è un bradipo con le unghie lunghe e ha...>>
Blocca la registrazione.
<<Non è divertente.>>
<<Me la mandi? Così la uso come suoneria per il mio cellulare.>>
<<No.>>
<<Mi insegni a usare questo coso?>>
<<Skate.>>
<<Per favore.>>
<<Non dovresti riposare? Sono felice che finalmente ti sto più simpatico, ma...>>
<<INSEGNAMI, FIL!>>
<<Okay, okay.>>

<<Così va bene? È giusto?>>
<<Sia lodato Gesù Cristo! Finalmente! Mezz'ora per salire su questo coso.>>
<<Skate.>>
<<Ora dai una spinta con il piede destro e poi poggia il piede su di esso. Fatti trasportare dalla velocità.>>
Dò una spinta leggera e mi sposto solo di cinque centimetri.
Lui si mette a ridere.
<<Ho detto "Fatti trasportare dalla velocità", non "dalla lentezza". Mica hai paura, Beatrice?>>
<<No, mio caro bradipo. Adesso ti faccio vedere di che pasta sono fatta.>>
<<Voglio proprio vedere.>>
<<Guarda bene, Fil. Sono senza orma di dubbio più brava del maestro.>>
Dò una spinta molto forte questa volta e vado ad alta velocità.
Sto andando troppo veloce, non riesco a fermarmi.
<<Filippo, aiutami!>> urlo.
<<Poggia il piede a terra.>>
<<Intelligente, secondo te non ci ho provato? Ora corri!>>
Mi rincorre cercando di fermarmi, ma io vado più veloce.
Questa situazione mi ricorda un film comico, ma in realtà, a me non fa tanto ridere.
<<Beatrice, attenta all'albero.>>
<<Quale alber... Mio Dio, non voglio morire.>>
Proprio quando penso che la mia fine sia arrivata, Filippo si catapulta su di me facendomi allontanare.
Cadiamo entrambi.
Sento il suo respiro affannato sul mio collo.
<<Mi hai fatto spaventare>> sussurra a fatica.
<<Ti ringrazio, Fil, per avermi salvata. Adesso, se non ti dispiace, puoi toglierti? Mi stai schiacciando.>>
Si toglie ed io posso finalmente respirare.
Mi metto composta sull'erba al suo fianco.
Si sente solo il nostro fiato.
<<Posso riprovare?>>, rompo il silenzio.
Lui scuote la testa, forse per cacciare via qualche pensiero.
<<Stai scherzando, vero?>>
<<No, perché?>>
<<Col cavolo che ti faccio salire sullo skate. Stavi quasi per morire.>>
<<Stai dicendo che non posso più usarlo per il resto della mia vita?>>
<<Esatto.>>
<<Che palle, Fil.>>
Si mette a ridere.
<<Perché ridi?>>
<<Sono più brava del maestro>>, mi imita.
Gli dò un pugno sul braccio.
<<Ahia!>>
Si tocca la parte dolorante.
<<Pensavo di esserne capace.>>
Mi ritrovo in un attimo tra le sue braccia.
<<Non ti abbattere, testolina dura. Magari un giorno, armata di casco e protezioni varie, potrai usarlo.>>
Mi scombina i capelli e mi dà un bacio su di essi.
<<Dici sul serio?>>
Annuisce e mi accarezza il braccio.
Trattiene una risata tappandosi la bocca con una mano.
Lo guardo con la fronte corrucciata.
Ora scoppia a ridere.
<<Scusami, ma più ci penso, più mi viene da ridere.>>
<<Magari diventerò mi brava di te.>>
Ride ancora di più.
Il suono della sua risata mi rallegra il cuore.
È il suono più bello che io abbia mai sentito.
<<Non te la prendere, ma fai veramente schifo con lo skate.>>
<<Mi sento profondamente offesa.>>
Mi stringe ancora di più e mi dà un bacio sulla guancia.
Sorrido ampliamente e mi godo questo dolce momento.

<<Hai dell'erba sul culo.>>
<<Mi guardi il culo, Fil?>>
Alza le mani.
<<Non mi permetterei mai.>>
<<Certo, Fil, ti credo.>>
Mi pulisco e non appena vedo un angelo caduto dal cedo, divento paonazza.
Sto parlando del bellissimo cugino di Filippo.
Mi ha vista mentre mi pulivo il cul... sedere.
Sono una persona fine, certe parole non le dico.
Non sono come il moretto che continua a guardarmi il fondoschiena che ha un linguaggio poco delicato.
<<Cazzo, quanto è bello.>>
Sì, molto fine.
<<Chi?>>
<<Fil, dammi gli occhiali e il cappello. Devo sembrare figa.>>
Acconsente, confuso.
Messi entrambi, tiro fuori dalla tasca dei jeans un rossetto.
Menomale che sono sempre attrezzata.
Metto il rossetto rosso, ora sono figa.
<<Perché hai fatto tutto questo?>>
<<Perché c'è tuo cugino.>>
Ci vede e sorride.
Che sorriso, mamma mia.
Si avvicina ed io esulto interiormente.
<<Ciao, bellezza.>>
Mio Dio.
Fa il baciamano, mentre Fil guarda sconcertato e sbuffa.
<<Ciao, bellissimo.>>
Cavolo, che ho detto?
<<Cioè, volevo dire... Come stai?>>
Perché devo sempre fare figure di merda con lui?
<<Benone. Tu, inv...>>
<<Noi dobbiamo andare. Ciao, Lorenzo>>, Filippo ci interrompe e mette un braccio sulle mie spalle.
<<Aspetta. Beatrice, vuoi fare un passeggiata con me?>>
Il fotomodello mi ha chiesto di fare una passeggiata?
Sto sognando?
Mi dò un pizzicotto sul braccio e no, non è un sogno.
La mia grinta si spegne, non appena vedo il volto spento di Filippo.
I miei occhi vanno a destra e a sinistra.
Che devo fare?
Sorrido a Filippo.
<<Mi dispiace, oggi sono impegnata. Andiamo, Fil.>>
Non ci credo, l'ho detto veramente.
Sto veramente male.

Camminiamo verso casa abbracciati.
<<Pensavo che ti piacesse mio cugino.>>
<<È bellissimo.>>
<<Perché non hai accettato il suo invito, allora?>>
<<Non lo so nemmeno io, Fil. Anche se stavo per morire, mi è piaciuta questa giornata.>>
Oggi sono troppo strana.
<<Secondo me siamo in un mondo parallelo, oppure in un sogno. Oggi mi hai dato troppe gioie, Beatrice.>>
<<Può darsi. Non so spiegare questo mio strano comportamento.>>
<<Ti voglio bene, Bea.>>
<<Anche io, carciofo arrostito.>>
<<Riesci a rovinare qualsiasi momento.>>

Salve a tutti!
Piaciuto il capitolo?
Un bacio.
-M.

Dopo di te | Irama/Filippo FantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora