Non ti abbandonerò - Capitolo 26🌹

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Io e Cristina usciamo dall'università.
<<Passiamo il pomeriggio insieme?>> chiede.
<<Certo.>>
Facciamo per attraversare la strada, ma appena noto una faccia familiare, fermo bruscamente la mia amica.
<<Che succede?>>
<<Non è Filippo quello?>>
<<Intendi quel ragazzo fighissimo che tu, come una cogliona, non vuoi fartelo piacere?>>
Faccio per ribattere, ma vengo bloccata dalla voce di Filippo che mi chiama.
<<Corri da lui. Forse è venuto a prenderti per un pranzo romantico.>>
<<Cosa stai dicendo? Filippo non è romantico, non lo farebbe mai. Al massimo, dopo vari ricatti, mi porta un hamburger... Ma perché stiamo parlando di ciò se io e lui non stiamo insieme?>>
<<Presto, molto presto, sarete marito e moglie>> dice sbattendo le ciglia.
Ruoto gli occhi.
<<Ora vai dal tuo uomo.>>
Mi spinge e quasi cado dal marciapiede.
La guardo male e con la mano mi fa segno di andare.
Cammino verso il ragazzo, che appoggiato sulla sua macchina, pesta la sigaretta appena consumata.
A due passi da lui, mi sorride.
<<Hey, bello.>>
Mi abbraccia.
Rimango pietrificata, ma poi mi sciolgo e ricambio il gesto affettuosamente.
Questo non me l'aspettavo.
Cristina lancia un urlo di gioia.
Sicuramente si sta facendo un sacco di filmini mentali, anche piuttosto sconci.
<<Hey, piccola.>>
Neanche questo me l'aspettavo.
<<Hai assunto qualche stupefacente?>>
<<No, perché?>>
<<Sei strano.>>
<<Sono solo di buonumore.>>
<<Menomale, non ce la facevo più a vederti giù di morale.>>
Prende la mia tracolla e se la mette in spalla.
<<La tengo io.>>
<<Che ci fai qui?>>
<<Sono venuto a prenderti. Ti ho preparato il pranzo a casa mia.>>
Rimango di stucco.
In che anno siamo?
Sto sognando?
Sto diventando rincoglionita?
Direi di sì.
<<Beatrice Rossi, se non accetti, non sarai più mia amica>> urla Cristina che nel frattempo si sta avvicinando.
<<Cri, non avevi detto di passare il pomeriggio insieme?>>
<<Cambiamento di programma!>> urla, anche se siamo a pochi centimetri di distanza.
<<Accetto, piccolo elfo.>>
Gli scombino i capelli perfettamente pettinati, perché si è ormai capito che amo farlo arrabbiare.
<<Quelle poche volte che ho i capelli in ordine, non devi toccarli. E non chiamarmi "piccolo elfo".>>
<<Buon divertimento, mia coppia preferita.>>
Cristina ci abbraccia e va via.
Scuotiamo la testa divertiti ed entriamo in macchina.
Prima di mettere in moto, mi porge un bicchiere.
<<Ti ho preso un cappuccino.>>
Non sto capendo più niente.
<<Grazie.>>
Ne bevo un sorso e rifletto sul suo fare così sdolcinato.
<<Fil, per caso sei così gentile con me perché vuoi qualcosa?>>
<<Non voglio assolutamente niente.>>
<<Non ti credo. Dai, dimmi cosa vuoi.>>
<<Voglio solo che tu sia felice.>>
Sto letteralmente piangendo interiormente.
<<Mi stupisci sempre di più. Secondo me sei bravo a rimorchiare con queste frasi sdolcinate.>>
<<Modestamente, sono un bravo rimorchiatore. Però, stranamente, non ho ancora ricevuto un tuo sì per un "appuntamento".>>
<<In realtà, siamo usciti varie volte.>>
<<Ma mai un'uscita seria.>>
<<Dove vuoi arrivare?>>
<<Un giorno usciremo seriamente, senza litigare e senza ricatti.>>
<<Ti sfido.>>
<<A fare?>>
<<Fai finta che devi conquistarmi e organizza un'uscita seria.>>
<<Affare fatto, signorina.>>

<<Questi gnocchi sono stranamente buoni. Non ci credo che li hai cucinati tu.>>
Finisco il piatto e glielo porgo per farmi dare il bis.
<<Li ha preparati mia madre, in realtà.>>
Ricevo il mio secondo piatto.
<<Ti ho preparato il pranzo>> lo imito.
<<Avresti voluto un magnifico piatto di pasta fatto esclusivamente dal miglior chef francese Philippe Fant?>>
<<No, ho sentito dire che chef Philippe Fant non è molto bravo. Mi hanno detto che una certa Beatrice ed un certo gatto erano sul punto di andare al pronto soccorso.>>
<<Terribile!>>
Fa finta di essere meravigliato portandosi una mano sulla bocca.
<<Quanto sei scemo?>>
<<Mai quanto te.>>
Mi stringe la guancia.
Finisco anche il secondo piatto.
<<Posso avere tua madre in prestito? Cucina troppo bene. E posso averne ancora?>>
<<Sei un pozzo senza fondo, Bea.>>

<<Posso fidarmi di te, Fil?>>
<<Non ti faccio cadere come l'ultima volta, giuro.>>
Mi dà una mano a salire sul tetto di casa sua.
Lui è già salito, io sono invece rimasta sull'albero.
Peccato che non ho le sue stesse abilità da ninja.
<<È pericoloso? Rischio la vita?>>
Se mia madre vedesse cosa stiamo facendo le verrebbe un colpo al cuore.
<<Abbiamo fatto cose più pericolose di questa.>>
Riesco col suo aiuto a salire e ci sediamo accanto.
Alza gli occhi ed indica il cielo con il dito.
<<Osserva le stelle. Guarda quanto...>>
<<Fil, non c'è nessuna stella. Hai scelto la serata sbagliata per guardare le stelle.>>
<<Possiamo guardare la luna.>>
La cerchiamo con gli occhi, ma di essa nessuna traccia.
<<Ritenta un'altra sera, Philippe.>>
Il vento mi fa tremare e Filippo sembra essersene accorto.
<<Ti riscaldo se senti freddo.>>
<<Non ho freddo.>>
Mi copro le braccia con le mani.
<<Sei brava a mentire.>>
Spalanca le braccia e mi fa segno di avvicinarmi.
Mi siedo fra le sue gambe incerta.
<<Smettila di fare la timida.>>
<<Non sto facendo la timida.>>
<<Stai facendo la dura, come sempre.>>
Mi stringe e posso dire che effettivamente, tra le sue braccia si sta proprio bene.
<<Stai meglio così?>>
Che domande fai, mio caro Filippo?
<<Sì, grazie. Tu stai bene?>>
<<Benone, grazie a te.>>
Sto esultando e piangendo allo stesso tempo senza farlo vedere.
<<Filippo, mi sento in colpa.>>
<<Non capisco perché.>>
<<Perché sin da quando ti ho conosciuto ho creduto che fossi una cattiva persona. Solo adesso ho capito quanto sei importante e speciale. Ti chiedo scusa per aver pensato una cosa del genere. Sai, ho paura di perderti un giorno. Ho paura che ti stancherai di me perché sono troppo dura, ma giuro che non lo faccio a posta. Non mi merito nemmeno il tuo perdono.>>
<<Bea, con tutto il cuore, è difficile perdonarti. Me ne hai combinate di tutti colori. Hai ragione, non meriti il mio perdono.>>
Sciolgo le sue braccia intrecciate intorno al mio collo e mi allontano.
Non mi aspettavo questa risposta.
<<Non pensavo che ci fossi rimasto così male. Un attimo prima mi sorridi, ora dici che non ti merito. Non capisco.>>
<<Scema, stavo scherzando! Vieni qua, credulona.>>
<<Mi hai fatto prendere un colpo, Philippe.>>
Prendo un respiro di sollievo e ritorniamo alla posizione di prima.
<<Prima di conoscerti, la mia vita era monotona; poi ti ho conosciuta e il tuo alone di mistero mi ha incuriosito fino ad approfondire il nostro rapporto. Così, da sconosciuti, siamo diventati amici. In questi pochi mesi ne abbiamo combinate di tutti i colori, per questo non ti abbandonerò mai. Voglio continuare a fare pazzie insieme a te.>>
<<È soprattutto grazie a te che adesso siamo qua.>>
<<Ti voglio un mondo di bene, Rossi.>>
<<Anche io, Fanti.>>
Si avvicina e guarda le mie labbra.
Accarezza con un dito il mio labbro inferiore.
Avvicina le sue labbra alle mie, ma subito dopo si rende conto di quello che stava per fare e poggia le labbra sul mio mento.
Chiudo gli occhi e mi godo il momento.
A volte ci odiamo,
a volte ci insultiamo,
a volte litighiamo,
a volte va a finire male,
a volte ci diamo strani soprannomi,
a volte mi ruba il cibo e io lo prendo a mazzate...
Ma una cosa è certa: il bene che gli voglio è infinito.

Vi ringrazio per le vostre letture e i voti.
Amo soprattutto i vostri
bellissimi commenti (a volte anche divertenti, siete peggio di Beatrice) e i vostri messaggi privati.
Non sapete quanto mi rendete felice.
Baci.
-M.

Dopo di te | Irama/Filippo FantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora