Bella battuta - Capitolo 23🌹

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<<Beaaaatriiiceeee!>>
Allontano il cellulare dal mio povero orecchio.
<<Perché urli?>>
Mi fa male un timpano.
<<C'è un coso che piange.>>
Sento dei strilli dall'altro lato del telefono.
<<Per "coso che piange", intenti "un bambino"?>>
<<Pff, è la stessa cosa.>>
<<Perché c'è un bambino? E perché piange?>>
Ho paura della sua risposta.
Filippo è alquanto imprevedibile.
<<Mia zia ha lasciato mio cugino piccolo a casa mia, ma io sono solo e non so come fare. Giuro che non gli ho fatto niente. Ti prego, Beatrice, aiutami.>>
<<Può darsi che ha fame, o sete, o deve essere cambiato...>>
Altri strilli mi perforano il timpano.
Allontano il cellulare.
<<Vieni a casa mia. ADESSO.>>
<<Arrivo.>>
Chiudo la chiamata e scendo velocemente le scale.
<<Perché sei di fretta?>>
Mia madre mi blocca il passaggio.
<<Emergenza "Bambino incazzato".>>
La sorpasso, lasciandola allibita davanti le scale.

Suono il campanello.
Mi apre un Filippo selvaggio senza maglietta, con i capelli scombinati e con un bambino-koala aggrappato alla sua gamba.
<<Per favore, non dire niente.>>
Si passa una mano sulla fronte sudata.
Sbatto velocemente le palpebre, incredula.
<<Sei stato a combattere in Siria?>>
<<No, c'è stato un terremoto a casa mia chiamato "Baby Alex".>>
Si sposta di lato lasciandomi vedere una casa completamente a soqquadro.
<<Wow... Ehm... Io devo andare.>>
Faccio per andarmene, ma Filippo mi trascina dalla mia coda di cavallo dentro casa.
<<Lascia i miei capelli!>>
Il bambino che fino a poco fa era tranquillo, inizia piangere.
<<Fa così da un'ora.>>
<<Gli hai dato da mangiare?>>
<<Ho provato a dargli delle patatine fritte, ma non le ha volute.>>
Vorrei sbattere la testa al muro.
<<Filippo, è troppo piccolo per mangiare le patatine.>>
Diventa paonazzo e nasconde le patatine dietro un vaso.
<<E per la pizza?>>
Sbatto una mano sulla fronte.
<<Anche per la pizza.>>
Nasconde la scatola.
<<Però puoi darla a me.>>

<<Non si stacca.>>
Sbuffa scuotendo la gamba.
Sospiro.
<<Ci penso io.>>
Cerco di staccare il marmocchio dalla sua gamba, inutilmente.
<<Staccati, koala.>>
<<Sii più gentile.>>
Sbuffo.
<<Piccolo koala, ti stacchi gentilmente dal povero Fil?>>
Scuote la testa.
<<Sei più testardo di tuo cugino Filippo.>>
Il moro ruota gli occhi.
<<In realtà, tuo cugino Filippo è un ragazzo molto bello e con una certa eleganza>>, si alteggia.
<<Tuo cugino Filippo è stupido.>>
<<Tuo cugino Filippo è stupendo.>>
<<Sbagliato, è scemo.>>
Il bambino inizia a ridere.
<<A baby Alex piacciono i nostri litigi.>>
<<Quindi, per logica, pensa come me che tu sia scemo. Non è vero, Alex? Ripeti "Fil è scemo", su!>>
<<Sc... Scemo.>>
Batto le mani.
<<Questo bambino sta crescendo bene.>>

<<La smetti di scattarmi foto?>>
<<No, sei troppo carino.>>
<<Puoi dargliela tu?>>
<<Non vedi che sono occupata? Devo aggiornare il mio servizio di tue foto.>>
Sbuffa e gli dà un'altra cucchiaiata di pappa.
<<Questa è venuta troppo bene, la metterò come sfondo.>>
Il bambino sputa la pappa sulla maglia del moro e ride.
Scoppio a ridere.
Naturalmente, la foto non può mancare.
<<Questa foto andrà nella sezione "Figure di merda di Filo".>>
<<Vado a cambiarmi. Tienilo tu.>>
<<Devo stare con lui? Da sola?>>
<<Tranquilla, con le ragazze è innocuo.>>
Lo mette sulle mie gambe.
Si chiude in camera ed io cerco di prendere confidenza con il cuginetto.
<<Allora... Mi dispiace per te, so che avere un cugino coglione come Filip... Oh, cazzo, non devo dire parolacce...>>
<<Caz... Cazzo.>>
<<Zitto! Non dirlo davanti a Filippo.>>
Questo è uno dei motivi per cui i bambini non fanno per me.
Il ragazzo torna pulito.
<<Avete fatto amicizia?>>
<<Certo. Gli ho pure insegnato parole dolci.>>
<<Ad esempio?>>
<<Fil coglione.>>
Gli tappo subito la bocca.
Neanche lui, come suo cugino, mi ascolta.
<<Beatrice!>>
<<Giuro che non gliel'ho detto io. Alex, queste cose non si dicono.>>
<<Beatrice, dimmi la verità.>>
<<E va bene, mi è scappato.>>
<<Spero solo che non lo dica davanti a sua madre.>>

<<Fallo tu.>>
<<No, che schifo!>>
<<Non ce la faccio.>>
<<È tuo cugino, non il mio.>>
Fa una faccia disgustata.
<<Per favore.>>
<<Fil, è solo un pannolino.>>
<<Sembra una bomba atomica.>>
<<Coraggio.>>
Peggio di un combattimento in Iraq.

E dopo tre ore...
<<Butta questo schifo! Subito.>>
Con una mano si tappa il naso, con l'altra butta la bomba a mano nel cestino.
<<Mettigli subito il pannolino pulito, prima che faccia la pipì e...>>
Nemmeno il tempo di finire la frase che Filippo viene travolto dalle cascate del Niagara.
Non è carino ridere alle disgrazie altrui, ma in questo caso è nettamente impossibile.
Dopo aver scattato un paio di foto, non ce la faccio più e scoppio a ridere.
<<Vorrei vedere se succedesse a te.>>
<<Non ci tengo.>>
<<Vieni qua, abbracciami.>>
Si avvicina.
<<Vai via, sei sudicio e puzzolente.>>
Spalanca le braccia.
<<Aiuto.>>
Iniziamo a correre per tutta la casa, stile Speedy Gonzales.
Ándale, ándale! Arriba, arriba!

<<Merda.>>
Si arresta ed io faccio la stessa cosa.
<<Che succede?>>
<<Abbiamo lasciato Alex da solo. Ti rendi conto?>>
<<Sa badare a se stesso, dai.>>
<<Ha solo un anno e...>>
<<E un cervello piccolo. Merda.>>
Corriamo in cucina dove lo becchiamo mentre mangiucchia un trancio di pizza.
<<Fil, penso che non dovrebbe mangiare la pizza.>>
<<Tu dici?>>
<<Sì, tralaltro è la mia cena.>>

<<Ciao, zia. È stato un piacere passare del tempo con Alex.>>
La zia sorride contenta sull'uscio della porta.
Le consegna il figlio.
<<Sul serio, Fil? È stato orribile.>>
Filippo mi tappa la bocca.
<<Intendeva dire che questa giornata con Alex è stata molto divertente. Sai, adesso "orribile" è sinonimo di "stupendo". I giovani, sai, parlano in modo strano...>>
<<Va bene. Alex è ancora vivo e vegeto e noi due siamo sopravvissuti alla guerra. Ora, arrivederci. È stato un piacere.>>
No, non è vero.
Chiudo la porta e vado a buttarmi sul divano.
Pizza, TV e niente bambini.
Filippo si butta come un ippopotamo, facendomi quasi volare.
Lo guardo male e faccio zapping per vedere se c'è qualcosa di interessante in TV.
Si gira dalla mia parte.
<<Beatrice, posso chiederti una cosa?>>
<<Dipende.>>
<<Secondo te potremmo mai diventare dei bravi genitori in futuro?>>
Ci guardiamo in faccia per qualche secondo, poi scoppiamo a ridere.
<<No, mai e poi mai>> diciamo all'unisono.
Mi asciugo una lacrima.
<<Bella battuta, sir Fanti.>>
<<La ringrazio, darling.>>
<<Però siamo bravi a mangiare.>>
<<Posso dirti una cosa?>>
<<Dipende.>>
<<Non. Ti. Aiuterò. Mai. Più. Con. Tuo. Cugino. Chiaro?>>
<<Non te lo prometto.>>
Mi appoggio incoscientemente sulla sua spalla e mi ritiro subito.
<<Stai>> sussurra.
Sorrido e faccio come dice.
Mi dà un bacio sui capelli.
<<Ti voglio bene, pazza.>>
<<Anch'io, pazzo.>>
Dall'odio al volersi bene è un attimo.

Dopo di te | Irama/Filippo FantiWhere stories live. Discover now