Come te - Capitolo 47🌹

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<<La mia battuta era bellissima>> replico per la milionesima volta.
Questa è solo la prima stupida litigata di coppia del giorno.
<<Ha fatto cagare, Bea.>>
<<Hai riso, però.>>
<<Non è vero.>>
Sbuffo.
Apro la porta di casa ed entriamo.
<<Non te la prendere, piccola nocciolina tostata.>>
Mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla testa.
Mio fratello passa e ci guarda disgustato.
<<Mmh... Noccioline. Fil, mi hai fatto venire fame.>>
<<Bea?!>>
<<Eh?>>
<<Sei incinta?>>
Lo spingo.
<<Ma smettila! Non sono incinta. Le voglie di cibo fanno parte della mia vita sin dalla nascita.>>
La mia prima parola è stata "spaghetti".
Non sto scherzando.
Immagino la faccia che ha fatto mia madre.
Prende un respiro di sollievo.
<<Ah, giusto. Avevo dimenticato che tu sei un pozzo senza fondo.>>
Alzo le spalle.
<<Vado in cucina.>>
<<Mi prepari un panino?>>
Roteo gli occhi.
<<E poi sono io il pozzo senza fondo...>>
Entro in cucina seguita da Filippo.
Saluto mia madre.
<<Dobbiamo parlare>> dice fredda quest'ultima.
Quando dice "Dobbiamo parlare", è grave.
<<Io devo andare a dare da mangiare a mia nonna>> dice Filippo.
<<Io devo andare a giocare con i miei unicorni.>>
Che cosa ho appena detto?
Facciamo per andare via, ma mia madre ci ferma per il colletto della maglia.
<<Sedetevi. Devo parlare con entrambi.>>
Ci sediamo e ci guardiamo per un attimo negli occhi, impauriti.
Spero che non deve dirci quello che penso io.
<<Sapete cosa mi ha detto il proprietario della casa in montagna?>>
Ecco, lo sapevo.
<<Non lo voglio sapere.>>
Mi alzo.
<<Beatrice, siediti.>>
<<Le assicuro che io non ho fatto niente>>, interviene Filippo.
Sì, certo, non ha fatto niente.
In quei pochi giorni di "vacanza" ha fatto un casino.
Ed io gli ho fatto da complice.
Non devo più fare casini con lui.
Okay, basta casini.
Basta cazzate.
Basta ingrassare.
Mia madre gli rivolge un'occhiata di disappunto.
<<Mi ha detto che avete rotto una lampada e cercato di aggiustarla malamente con dello scotch, sporcato le lenzuola, e rotto una mensola.>>
<<È stato Pistacchio>>, interviene nuovamente Filippo.
Gli pesto un piede, intimandogli di stare zitto.
Assottiglia le labbra per non urlare.
Mia madre ci guarda sempre con quel suo sguardo freddo e arrabbiato.
<<Allora? Cosa dovete dire in vostra discolpa?>>
Mi sento in sottopressione e sto sudando freddo.
Tutta colpa del mio ragazzo malato di mente che mi caccia nei guai, si può dire tutti i giorni.
Prendo un respiro profondo.
<<Mamma, devo assumermi le mie responsabilità, quindi...>>, assottiglia gli occhi, <<È stato il gatto del proprietario.>>
Prendo Filippo per mano e scappiamo fuori.
Posso dire che mi sono assunta le mie responsabilità.
Sono una brava persona, senza peccati e senza sensi di colpa.
Benvenuti nella mia vita.

***

<<Bea, dove mi stai portando?>> mi chiede Cristina per la miliardesima volta.
Ed io, per la miliardesima, le rispondo con una domanda.
<<Non credi che i capelli di Lorenzo profumano di orchidee?>>
<<Bea?>>
<<Mh?>>
<<Perché continui a farmi domande su Lorenzo?>>
<<Se vuoi posso darti una sua ciocca di capelli.>>
Mi tappo la bocca.
<<Eh?>>
<<Niente, niente.>>
<<Cosa stai tramando, mente contorta?>>
<<Assolutamente niente. Questa è solo una passeggiata tra amiche.>>
<<Allora perché mi hai fatto vestire elegante?>>
<<Ehm... Oh, guarda là. Che coincidenza! Non è così, Cri?>>
Indico con l'indice il mio complice, cioè Fil, e Lorenzo, cioè il futuro sposo di Cristina.
Quest'ultima sbatte una mano sulla fronte.
<<Non mi dire che lo hai fatto a posta. Avete organizzato un appuntamento, non è vero?>>
<<Assolutamente no. È solo un caso.>>
Ci raggiungono.
<<Solo un caso>> aggiunge Filippo.
Lorenzo e Cristina si guardano imbarazzati e sorridono lievemente.
<<Questo è amore>> sussurro al mio ragazzo.
<<Già.>>
Mi bacia la guancia.
<<Che ne dite di entrare in questo bel ristorante? Solo voi due. Mano nella mano. Innamorati. Spensierati. Felici e contenti...>>
<<Basta, Fil! Abbiamo capito>> urlo.
<<Io... Be'... Credo che...>>, inizia Cristina.
<<Credi che sia una buona idea>>, continuo.
<<Che ne pensi, Lorenzo?>> gli chiede Filippo.
<<Io... Be'... Credo che...>>
<<Credi che ti piacerebbe>>, continuo.
Li spingiamo dentro il locale.
<<Buon divertimento!>> urliamo.
Cristina mima un "Me la pagherete cara".
<<Poi mi ringrazierai>> rispondo.
Io e Filippo, da dietro la vetrata, facciamo loro segno di accomodarsi.
Si siedono.
<<Bene, amore, il nostro piano sta funzionando. La prima fase è andata>> sussurro.
Ci diamo il cinque.
Questo sì che è gioco di squadra.
Se volete un appuntamento con la vostra cotta, potete chiamare noi due.
Fidatevi, siamo esperti.
E studiati.
<<Lo hai portato?>> chiedo.
<<Certo.>>
Apre lo zaino e tira fuori un cannocchiale.
Agente 007 è una cazzata rispetto a noi.
<<Vedi cosa fanno.>>
<<Lorenzo si sta avvicinando con la sedia.>>
<<E poi? Si stanno baciando? Dimmi di sì, dimmi di sì.>>
Lo scuoto.
<<Piano! Sono appena entrati, Bea.>>
<<Ah, giusto, bisogna procedere gradualmente. Cosa fanno adesso?>>
<<Lorenzo le sta accarezzando la mano e lei sta arrossendo come un pomodoro maturo.>>
<<Bene. E ora?>>
<<Secondo me le sta facendo dei complimenti, perché Cristina sorride imbarazzata.>>
<<Vai, Lorenzo! Così si fa.>>
<<Non credi che sia troppo azzardato spiarli con un cannocchiale? Non credi che stiamo violando la loro privacy?>>
<<Scherzi? Io devo vedere il loro primo bacio.>>
<<Secondo me non si baceranno. È il loro primo appuntamento. Io non ti ho baciata al primo appuntamento.>>
<<Non lo hai fatto perché avevi paura della mia reazione.>>
<<Non avevo paura.>>
<<Sì, invece. Ammettilo, su.>>
Gli dò delle gomitate.
<<Smettila.>>
<<Ti piacevo già, non è vero?>>
<<Be'... Forse.>>
Arrossisce.
Boom!
L'ho fatto arrossire.
Colto nel sacco, baby.
<<Uooo! Sei arrossito! Arrossito, arrossito, arrossito...>>
Mi dà un bacio a stampo per farmi zittire.
<<Okay, mi ero già innamorato di te. Contenta?>>
Sorrido.
<<Sì.>>
Lo bacio.
<<Ma dimmi un po'...>>
Oh, no.
<<Cosa, Fil?>>
<<Io ti piacevo già?>>
Non so che rispondere perché ancora i miei sentimenti nei suoi confronti non erano chiari.
<<Ho capito di amarti dopo.>>
Mi abbraccia e appoggia il mento sulla mia spalla.
<<Ti amo>> sussurra.
Rabbrividisco.
Mi dà un bacio dietro l'orecchio.
<<Anch'io. Non mi stancherò mai di amarti.>>
Ci siamo dimenticati di Cristina e Lorenzo.
<<Cosa stanno facendo i piccioncini?>> chiedo.
<<Si stanno baciando.>>
<<COSA?>>
Salto sull'attenti.
<<Scherzavo.>>
Gli dò un leggero schiaffo sulla spalla.
<<Uffa!>>
<<Secondo me non si baciano.>>
<<Si baceranno. Lorenzo è romantico.>>
<<Lo sono anch'io.>>
<<Sei romantico anche quando mi porti a mangiare kebab di strada?>>
<<Sei tu che me lo chiedi.>>
<<Ah... Giusto.>>

***

<<Avevo ragione io.>>
È da un'ora che discutiamo a telefono.
<<Io volevo vedere il bacio. Sono rimasta delusa.>>
<<Lo vuoi vedere un bel bacio?>>
<<Dove?>>
<<Apri la finestra.>>
<<Come?>>
<<Apri.>>
Chiude la chiamata.
Bacio?
Quale bacio?
Faccio come dice e me lo ritrovo davanti.
Mi afferra il viso e mi dà un lungo bacio.
<<Bello questo bacio, non credi?>>
<<Bello come te.>>
Lo tiro dal colletto della camicia.
Lo bacio.
Mi prende il braccio senza smettere di baciarmi e mi porta sul letto.
<<E quest'altro bacio? Com'è stato?>> chiedo.
<<Pazzesco.>>
<<Come cosa?>>
<<Come te.>>

Mi dispiace tanto avervi fatto aspettare, ma in questi giorni ho dato ripetizioni.
Un bacio.
-M.

Dopo di te | Irama/Filippo FantiWhere stories live. Discover now