Mi trasferisco - Capitolo 38🌹

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<<Vado io>> urlo, dopo aver sentito bussare.
Scendo le scale alla velocità della luce, rischiando di cadere con le mie ciabatte a forma di unicorno.
In realtà, sono appena caduta e una ciabatta volante mi è caduta sulla testa.
Mio fratello mi guarda, alza le spalle e sale le scale, lasciandomi con il sedere spiaccicato a terra.
Ho alzato un braccio per farmi dare una mano per rialzarmi a vuoto.
I fratelli non servono a niente.
Se volete un fratello inutile, contattatemi.
La spedizione è gratuita.
<<Beatrice, quante volte ti ho detto di non correre per le scale? Un giorno di questi urti il vaso e lo rompi>> urla mia madre.
Ma insomma, nessuno si preoccupa se mi sono fatta male?
Mi alzo e vado ad aprire.
<<Ti sono mancato?>>
Mi bacia.
<<Come l'aria condizionata in estate, Fil.>>
<<Hai la faccia di una che è appena caduta.>>
Mi massaggio una chiappa.
<<Infatti, sono caduta per colpa tua. Il tuo messaggio diceva "È urgentissimo, vieni subito ad aprirmi", quindi mi sono preoccupata. Hai incendiato la casa? Rotto di nuovo l'auto? Hai avvelenato i tuoi? Hai ucciso tuo cugino perché ha di nuovo vinto tutte le partite di FIFA?>>
<<Ho solo litigato con i miei.>>
Prende lo zaino da terra ed entra.
<<Cos'hai in quello zaino? Fai parte degli scout? Se vuoi andare di nuovo in campeggio a rubare fragole, te lo scordi.>>
<<Mi trasferisco qui per due giorni. I miei sono parecchio incazzati.>>
<<Ed io cosa ci guadagno?>>
Un cazzo.
<<La compagnia del tuo stupendo ragazzo. E poi, ho voglia di stare con te.>>
<<Ma che onore. Che hai combinato questa volta?>>
Si dirige in camera mia.
Lo seguo.
<<Mi prenderai in giro se te lo dico.>>
<<Fa niente, tanto troverò sempre una scusa per prenderti in giro.>>
Svuota lo zaino sul mio letto e prende un pacco di sigarette.
Ne accende una.
Se volete un ragazzo che fa di tutto per farsi staccare la testa, non esitate a chiamare il numero verde sovraimpressione.
Vi ricordo che la spedizione è sempre gratuita.
Gli strappo la sigaretta, la butto a terra e la pesto per bene con un piede.
La lancio fuori dalla finestra.
<<Non dovevi farlo.>>
<<E tu non dovevi accenderla e fare irruzione nella mia camera.>>
Sbuffa.
<<Scusami.>>
Mi cinge i fianchi e mi bacia.
<<Vado a prepararmi qualcosa da mangiare.>>
<<Anche per me?>>
<<No.>>
Perché Dio ha dato tutta la fame a noi?

Metto la piadina sul tavolo.
Prendo una soda dal frigo e quando mi giro, trovo la mia piadina morsa.
Un morso grande quanto Giove.
Lo guardo male.
Subito smette di masticare.
<<Era per te?>>
<<Già, "era".>>
<<Scusami, amore.>>
Ruoto gli occhi.
<<Ne preparo un'altra.>>
<<Buona idea. Tu prepara, mentre io ti guardo il culo.>>
<<Ti farei stare a dieta.>>
<<Ti amo.>>
Leccaculo.
<<Mi dici cos'hai combinato? O è qualcosa che ha a che fare con l'FBI e non si può dire?>>
Metto la piadina sul tavolo.
Sta per prendere anche questa.
Gli dò una manata sul braccio.
<<NON TOCCARE QUELLA PIADINA.>>
Ritrae la mano spaventato.
Mi siedo.
Lo osservo, cercando di inquietarlo.
Mi sento come se stessi mettendo un criminale sottopressione per farmi dire la verità.
<<Allora?>>
<<Okay, te lo dico...>>
Non parla.
<<Vai, su. Parla. Vuoi che ti minacci con un coltello?>>
<<No, grazie. In realtà, ho fatto più di una cazzata questa settimana.>>
<<Ovvero?>>
<<Ho offerto di proposito al ragazzo di mia sorella dei biscotti con l'olio di palma, sapendo che è allergico.>>
<<Sei pazzo? Perché?>>
<<Volevo vedere la sua reazione. Dovevi vederlo, è diventato viola. Sembrava un polpo.>>
<<Volevi vedere la sua reazione una volta mandato all'ospedale?>>
<<Non è andato all'ospedale.>>
<<Oh, ma che fortuna! E se tua sorella vuole vendicarsi su di me?>>
<<Pff, tranquilla.>>
<<Già la prima è alquanto folle. Mi preparo psicologicamente per le altre.>>
Sospiro e mi siedo composta.
Mi devo contenere.
Non posso ucciderlo adesso.
Ho resistito per mesi, posso farlo anche adesso.
E poi, come farei senza di lui?
<<Ho rotto la lavatrice con un pugno perché non riuscivo a fare il bucato, ho lanciato per sbaglio la dentiera di mia nonna fuori dal balcone, ho carbonizzato i tost di mio padre, rovesciato il vino sul divano e rotto un piatto del servizio buono di mia madre.>>
Rimango imbambolata.
Filippo scuote una mano per risvegliarmi.
<<Ci sei?>>
<<Come minchia hai fatto a lanciare "per sbaglio" la dentiera di tua nonna?>>
<<Be', mi faceva schifo.>>
<<A volte mi chiedo come faccia a sopportarti. Ci credo che i tuoi sono incazzati. Hai fatto tutto questo in una settimana?>>
<<No, aspetta, dimenticavo. Ho anche messo per sbaglio il sale nel caffè di mia madre.>>
<<Come fai ad essere così tranquillo dopo tutto ciò?>>
<<Tranquilla, mi farò perdonare. Comprerò una lavatrice nuova a mia madre con i soldi che ho accumulato lavorando sodo.>>
<<Già che ci sei, compra anche della buona coscienza.>>
<<Sono solo un po' irrequieto.>>
<<E anormale.>>

***
Mi giro dall'altro lato per abbracciarlo, ma abbraccio il vuoto.
Apro gli occhi e Filippo non c'è.
Mi alzo e scendo le scale.
Un buon profumo invade le mie narici.
Si è messo a cucinare?
Filippo mi contaggia troppo.
Mi trasmette la pazzia.
"Cucina" e "Filippo" non possono stare nella stessa frase.
Entro in cucina.
No, non mi sbagliavo.
Incredibile, sta cucinando.
<<Buongiorno, piccola.>>
Indossa un grembiule.
Filippo senza maglia con un grembiule da cucina è la cosa più bella che abbia mai visto.
<<Già sveglio e produttivo? Stamattina ti sei infilato le batterie Duracell nel culo, per caso? Da quanto sei sveglio?>>
<<Da un paio d'ore.>>
<<Che c'è nel forno?>>
<<Biscotti al burro.>>
Sgrano gli occhi.
Non ci credo.
Mi sorprende ogni giorno.
<<Li hai fatti tu?>>
<<Chi, sennò? Il mio clone?>>
<<Clone, dove hai nascosto il mio ragazzo?>>
Ridacchia.
<<E queste ciabatte?>>
Le indica.
<<Le mie ciabatte unicorno? Me le hai comprate tu.>>
<<Non ricordo di aver comprato quella roba.>>
<<Lo hai fatto, indirettamente.>>
Mi guarda con un cipiglio.
<<Ti ho fottuto i soldi della tua carta di credito.>>
Il timer suona.
Tira fuori la teglia.
<<Assaggia e non fare complimenti.>>
<<Non li assaggio, te lo scordi. Finirei per sputarti addosso come l'ultima volta.>>
Ruota gli occhi.
<<Dai, li ho fatti per te.>>
<<Che dolce che sei, amore.>>
<<Ne assaggi uno?>>
Entra mio fratello.
<<Fratellino! Com'è bello vederti! Vuoi un biscotto?>>
Mi sbagliavo, ogni tanto i fratelli servono da cavia.
Ne prende uno.
Filippo lo guarda speranzoso.
Finisce il biscotto e ne prende un altro.
Ah, menomale, non è morto.
<<Gli piacciono i miei biscotti, Bea.>>
Ne mangio uno.
<<Niente male, amore.>>
Gli dò un bacio a stampo.
I miei entrano e salutano Filippo.
Ormai sono abituati a vederlo a casa nostra ad orari improbabili.
Ormai fa parte della famiglia, e della mia vita.
L'ho adottato, okay?
<<Li hai fatti tu, Filippo?>> chiede mia madre.
<<Sì>> rispondo abbracciandolo, fiera di lui.
Incredibile, ma vero, i biscotti sono piaciuti anche ai miei.
<<Complimenti, Fil.>>
Gli dò il cinque.

***
<<Non so perché lo sto facendo.>>
<<Mia nonna non mangia, tranquilla.>>
<<Non possiamo andare a mangiare un kebab, invece?>>
<<Prima andiamo da mia nonna, poi dal kebabbaro.>>
Sbuffo.
Sapevo che ha fatto quei biscotti solo perché doveva chiedermi un favore.
<<Aspetta!>>
Freno di colpo.
Si aggrappa alla cintura.
<<Cazzo, Bea, perché hai frenato in quel modo?>>
<<CI SONO I SALDI DA TRUSARDI.>>
Spengo l'auto.
<<Dove vai?>>
<<A sciupare la tua carta di credito.>>
Esco dall'auto.
<<Dobbiamo andare da mia nonna. Aspetta, COME MAI HAI LA MIA CARTA DI CREDITO?>> urla dal finestrino.
Esce e mi insegue.
<<Oh, merda.>>

<<Tua nonna è una forza. È stato bello abbuffarsi di torta alle noci e di caramelle. Continuava a dirmi "Sei troppo magra, devi mangiare''. Però adesso ho un mal di pancia che non hai idea. Con i venti euro che mi ha regalato sai quanto kebab posso comprare?>>
<<Tanto quanti i chili che metterai su.>>
<<Quando andiamo di nuovo da tua nonna? Così faccio la scorta di caramelle.>>
<<È normale che andiate d'accordo, pensate entrambe solo al cibo.>>
Apre la tasca del giubbotto e le caramelle escono fuori.
<<Tu no, eh?>>
<<Caramella?>>


Consigli sulla storia sono ben accetti.
Ho tanta voglia di migliorare.
Un bacio.
-M.

Dopo di te | Irama/Filippo FantiWhere stories live. Discover now