Hai me - Capitolo 40🌹

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Mi apre la porta con un enorme sorriso capace di fare sciogliere pure Mercoledì Addams.
<<Ciao, amore.>>
Gli dò un bacio frettoloso.
Lo scaricatore di porto che è in me lo prende malamente per un braccio e lo trascina con la forza in cucina.
Ho fame, okay?
E quando ho fame non sono molto delicata.
In realtà, anche quando non ho fame non sono delicata.
Un momento... Ci sono attimi in cui non ho fame?
Ora che ci penso, no.
<<Non vedo l'ora di mangiare le tagliatelle di tua madre... Aspetta un momento, dov'è tua madre? Dove sono le tagliatelle?>>
<<I miei non ci sono, siamo soli.>>
Sul mio volto si può leggere la mia delusione.
<<Avevi detto che tua madre aveva preparato le tagliatelle. Ho corso così veloce che sono caduta addosso a mio fratello. Mi sono beccata una bella sgridata dai miei.>>
<<Ho inventato la scusa delle tagliatelle per farti venire velocemente qui. Sei stata un fulmine, hai impiegato...>>, controlla l'orologio, <<Wow, circa due minuti. Però potevi cambiare quei terribili pantaloni con le carote disegnate.>>
Ma io volevo le tagliate... Uff, lasciamo perdere.
Sono stata presa per il culo.
Dal mio ragazzo.
È triste.
Guardo i miei pantaloni.
Me li ha regalati mia nonna.
Io le avevo detto che volevo dei pantaloni Vogue, ma probabilmente non ci siamo tanto capite.
Scuote una mano davanti il mio viso.
<<Bea, stai pensando come al solito a stronzate del tipo "Perché le mutande si chiamano così?", oppure, "Perché la colla non rimane attaccata al tubetto?"?>>
Scuoto la testa.
<<N... No. Comunque, non sono pessimi i miei pantaloni. Li vorrebbero anche Chiara Ferragni e Monica Bellucci.>>
Si avvicina.
Mi dà un bacio sul collo soffocando una risata.
<<Ce la fai a non dire stronzate, Bea?>>
<<È più forte di me. Cosa c'è da mangiare?>>
<<Ho preparato la pasta con il pesto.>>
<<No, grazie. Credo che andrò a casa mia a mangiare la pasta con i piselli.>>
<<A te fanno schifo i piselli.>>
<<Anche la tua pasta mi fa schifo, non cambia un granché.>>
<<Oh, andiamo. Non ti fidi mai di me.>>
Il mio cervello mi dice di non rischiare la morte a soli vent'anni.
Il mio stomaco mi dice che tentare non nuoce, anche perché sto morendo di fame.
<<Va bene. Ma in caso dovessi finire in ospedale, dì a mia madre di portare l'arrosto con contorno di patate.>>
Ruota gli occhi.
<<Secondo te, ti faccio mangiare cose non commestibili?>>
<<Di te mi fido, non mi fido delle tue mani. Qualche buona volta fai uscire il Carlo Cracco che è in te.>>
Mi porge il piatto.
<<Questa è la volta buona.>>
Fa l'occhiolino.
Mi metto in posizione.
Posso farcela.
<<Sergente, è il momento. All'attacco. Prendi quella dannata forchetta e azzanna la preda.>>
Mi fingo in una scena di un film d'azione.
Sbatte una mano sulla fronte.
<<Potresti fare l'attrice. In confronto, Orlando Bloom è una pippa.>>
Spero di non sentirmi male.
Devo fare molte cose prima di morire, ad esempio, riuscire a toccare il gomito o il naso con la lingua.
Bisogna provare di tutto nella vita.
Anche rubare delle fragole per il tuo ragazzo.
Un momento... Questo l'ho già fatto.
Ho talmente fatto tante cazzate che tutte non me le ricordo.
Per non parlare delle figure di merda, ma quello è un altro discorso.
Chiudo gli occhi e porto alla bocca solo due penne.
Non si sa mai.
Mastico.
Il sapore non è mal...
Sputo sul tavolo.
Non è colpa mia se non ho centrato il piatto.
<<Fil, hai messo il sale?>>
<<Sale?>>
<<Hai presente quella granella bianca simile alla cocaina che si usa per condire gli alimenti?>>
Annuisce.
<<Non lo hai messo, vero?>>
<<Guarda il lato positivo, il sale fa male. Meglio evitarlo.>>
<<Il lato positivo sai qual è?>>
<<È che mi ami lo stesso anche se sono una pippa in cucina?>>
<<No. È che se mi procuri del cibo commestibile non ti succede niente di brutto.>>
Mi guarda impaurito.
Scappa e sale velocemente le scale.
<<TORNA SUBITO QUI!>>
La super Sayan che è in me è tornata.

Dopo di te | Irama/Filippo FantiKde žijí příběhy. Začni objevovat