Non dirlo a nessuno - Capitolo 46🌹

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Apro leggermente un occhio.
La luce che filtra dalla finestra me lo fa richiudere.
Sento qualcosa sotto di me.
Qualcosa di caldo, morbido e profumato.
No, non è il mio letto.
E nemmeno il mio peluche a forma di panda.
È semplicemente quel cucciolo di Fil che dorme come un ghiro.
Apro completamente gli occhi.
Perché cazzo siamo in mutande sul pavimento?
Sì, dai!
A che serve il letto se puoi dormire comodamente sul pavimento?
Non ricordo quasi niente di ieri sera.
Ricordo solo che siamo andati alla festa, i pantaloni di Filippo si sono strappati scoprendo il culo, una ragazza gli ha "accidentalmente" versato della cola sulla camicia, io ho "accidentalmente" tentato di accoltellarla, e Lorenzo e Cristina hanno dovuto tenermi a bada.
Avevo promesso di non bere.
Chissà se Filippo ricorda qualcosa.
Lo sveglio con un bacio.
<<Buongiorno, piccola.>>
Si stiracchia e sbadiglia.
Mi abbraccia.
<<Buongiorno, amore. Ricordi qualcosa di ieri sera?>>
<<Ricordo che stavi quasi per uccidere una ragazza solo perché ha versato accidentalmente la cola sulla mia camicia.>>
<<L'avevi vista? Aveva un top e una gonna striminziti! Ci stava provando con te.>>
<<Se lo dici tu...>>
<<Abbiamo bevuto tanto?>>
<<Pff, no.>>
Bussano alla porta.
<<Chiunque tu sia, vattene via>> urlo.
Mio fratello apre la porta.
Che testa dura!
<<Mamma e papà hanno detto che... Oh, cavolo! Voi due... Insomma, voi avete fatto... Vado a dirlo a mamma e a papà.>>
Sbuffo.
Si dice che il buongiorno si vede dal mattino.
Be', questo è un buongiorno del cazzo.
Almeno, però, Filippo è comodo.
Per non bastare, ha lasciato la porta aperta.
E noi siamo mezzi nudi.
I fratelli minori non servono proprio, l'ho sempre detto.
A volte servono per portarti la carta igienica in bagno quando finisce.
Ma mio fratello non fa nemmeno questo.
Mi alzo di mala voglia dal mio comodo fidanzato per vestirmi.
<<Fregatene, torna qui con me.>>
<<No, Fil. Dobbiamo darci una mossa, tra un po' è ora di pranzo.>>
<<Uffa, spero che non ci siano fagioli anche questa volta.>>

Entriamo nella sala da pranzo facendo finta di niente.
I nostri genitori sono seduti a schiera con le gambe incrociate.
Molto inquietante.
<<Allora?>> chiede mia madre.
<<Cosa?>> rispondo vaga.
<<Perché siete così stanchi? Cosa avete fatto ieri sera? Vi avevo detto di andare a letto presto, oggi dobbiamo fare molte attività.>>
<<Assolutamente niente, mamma.>>
Sbadiglio.
<<Voglio sapere la verità, Beatrice.>>
<<Okay, se è questo quello che vuoi... Abbiamo... Ehm... Abbiamo giocato a un nuovo gioco chiamato "Acchiappa i sederi volanti".>>
A Filippo scappa una risata.
Si tappa subito la bocca.
Gli dò una gomitata.
Non sapevo che cosa dire, okay?
<<Perché avete gli occhiali da sole in casa?>>
Perché, mia cara madre, per colpa del mio ragazzo deficiente che ha scassato quel fottuto tagliaerba e quella fottuta barca, siamo andati alla festa di nascosto e abbiamo bevuto giusto un po'.
<<Nuova moda. Mamma, ti devi aggiornare.>>
Filippo cerca di nascondere l'impulso di ridere per la miriade di cazzate che sto dicendo per colpa sua.
<<Non state nascondendo le occhiaie perché siete andati alla festa di nascosto e avete bevuto, giusto?>>
Questo interrogatorio sta durando più del dovuto.
<<Pff, come ti vengono in mente certe cose? Non ti fidi della tua cara ed innocente figlia?>>
<<No.>>
Bene.
<<Quindi, io vado a... vedere i gufi. Addio.>>
<<Io vado a cavalcare un cerbiatto che chiamerò Bambi>> dice Filippo.
Corriamo fuori.
<<Voglio giocare al gioco dei sederi>> urla mio fratello sull'uscio.
Sbatto una mano sulla fronte.
<<Chiudi il becco!>> urlo.

Guardo l'orologio sul mio polso.
Sono le tre e non abbiamo ancora pranzato.
<<Fil, ho fame.>>
<<Anch'io.>>
<<Torniamo a casa?>>
<<Non voglio mangiare fagioli e non voglio subire un altro interrogatorio.>>
<<L'ho subito io l'interrogatorio.>>
<<Comunque sia... Ho un'idea.>>
<<Non mi piacciono le tue idee. Niente cazzate, ricordi?>>
<<Entriamo di nascosto nella casa del proprietario e prendiamo qualcosa di buono da mangiare.>>
<<Io non vorrei cacciarmi nei...>>
<<Vuoi mangiare fagioli?>>
<<Okay, facciamolo, ma se andrà male darò tutta la colpa a te.>>
<<Tranquilla.>>
<<Ogni volta che mi dici "Tranquilla" va a finire male.>>
Finiremo nei guai come sempre, me lo sento.

Dopo di te | Irama/Filippo FantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora