Non ti lascio più - Capitolo 33🌹

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Cristina entra in camera mia, cogliendomi in fragrante mentre affondo il cucchiaino nel gelato.
<<Beatrice!>>
Mi ritraggo, ma riesce lo stesso a strapparmi la vaschetta di gelato.
<<Per favore, Cri, ne ho bisogno.>>
Il mio umore è esattamente come il tempo di oggi, piovoso e cupo.
<<Tu hai necessariamente bisogno di una sistemata invece, tra dieci minuti arriva Filippo.>>
<<Io non ho bisogno... COME? Io a quello non lo voglio vedere.>>
Solo a sentire il suo nome, mi viene un attacco di panico.
<<Sta arrivando, datti una mossa.>>
<<Rimani con me, almeno.>>
<<No, parlerete da soli.>>
<<Non ce la posso fare.>>
Non capisco perché ho così tanta ansia.
<<Metti il correttore, hai delle occhiaie che fatto paura e un brufolo sulla fronte. Infine, usa la piastra perché i tuoi capelli fanno schifo.>>
<<Grazie per l'appoggio!>>
Mi aiuta ad alzarmi dal letto.
<<Muoviti! Hai cinque minuti di tempo.>>
Sto entrando nel panico.

Qualcuno bussa.
Apro leggermente la porta e noto la figura di Cristina.
Apro totalmente e vedo il moro dietro la mia amica.
Mi si gela il sangue.
<<Guarda chi ho portato.>>
Il moro sorride.
Rimango immobile, osservandolo con disprezzo dalla testa ai piedi.
Bravo, fai finta di niente.
<<Ora voi due parlate e chiarite. D'accordo, Bea?>>
<<Ma che bello.>>
<<Bea!>>
Mi dà un pizzicotto.
Spinge il moro dentro e chiude la porta a chiave.
Bene, sono costretta a parlargli.
Spero solo che a fine discussione non mi ritrovi con la stanza sottosopra.
Sbuffo.
Mi siedo a terra e appoggio la schiena sulla porta.
Non parla, si guarda i piedi.
<<Allora... Ti sei divertito con i granchi? Qualche pescecane ti ha morso?>>
Ridacchia.
Nonostante sia arrabbiata con lui, il suo sorriso mi contagia.
Smettila, Bea, sii più dura possibile.
<<In realtà, non è stato un granché.>>
<<Perché?>>
<<Perché non c'eri tu, sentivo troppo la tua mancanza. Sono stati tre giorni difficili.>>
Già mi innervosisco.
<<Ah, sì? Allora perché non mi hai nemmeno mandato un misero messaggio? Immagino quanto ti sono mancata. Non dire stronzate, Fanti.>>
<<Non lo so. In realtà, aspettavo un tuo messaggio.>>
<<Eri partito tu, non io. Mi aspettavo un semplice "Hey, Bea. Sono arrivato sano e salvo". Sono stata male per tre fottuti giorni, Fanti, pensavo che ti eri stufato di me.>>
<<Lo sai che non mi stanco mai di te.>>
<<Si è visto.>>
Si siede di fronte a me.
Abbasso lo sguardo.
<<Guardami, Bea.>>
Mette un dito sotto il mio mento.
<<Non mi toccare.>>
Mi ritraggo.
<<Perché rovinare il rapporto che si è creato tra noi, Bea? Proprio adesso che abbiamo instaurato una bella amicizia.>>
<<Non fare il finto dispiaciuto. Dillo che ti sei fatto qualche bella ragazza mentre io mi deprimevo guardando fuori dalla finestra.>>
<<Davvero pensi questo di me? Pensi che sia un puttaniere? Pensi che abbia dimenticato quel bacio?>>
Il suo tono di voce è più aggressivo.
<<Non ti è neanche piaciuto quel bacio, lo hai fatto solo per sfizio.>>
<<Non dire minchiate. Quel bacio l'ho desiderato, Bea. E per la cronaca, è stato un bacio da paura. Ammettilo che non l'hai dimenticato.>>
<<Per la cronaca, è stato il bacio più bello della mia vita. Peccato che per te non è lo stesso.>>
<<Fanculo, Beatrice. Adesso ti faccio vedere che ti sbagli di grosso.>>
Mi circonda il viso con le sue grandi mani tatuate che amo tantissimo e mi bacia.
Le stesse sensazioni della prima volta mi pervadono e improvvisamente tutto l'odio che provavo nei suoi confronti sparisce.
Mi sento bene, non posso negarlo.
Approfondisce il bacio, aggiungendo la lingua.
Rimaniamo così per vari minuti, che mi sembrano ore.
Si stacca e prende fiato.
Ora mi sento vuota.
<<Ora mi credi?>>
La sua espressione si addolcisce.
Ancora non realizzo.
Mi tremano le mani.
La sua tremenda vicinanza non mi aiuta a calmarmi.
<<Perché cazzo mi hai baciata? Vuoi farmi soffrire di nuovo, Fanti?>>
<<Perché non ti stai mai zitta. Odio quando parli a raffica, ma allo stesso tempo adoro il tuo viso imbronciato quando ti arrabbi. Adoro farti arrabbiare, non so perché. Voglio sfidarti, sin dall'inizio. Da quando ti ho conosciuta mi sono fatto odiare, perché amo litigare con te. Amo anche farti ridere, coccolarti e proteggerti. Dio, non sai quanto mi fai impazzire, Beatrice>> dice tutto d'un fiato.
<<Se io ti faccio impazzire, tu... tu mi fai imbestialire. Cristo, non capisco più niente quando ci sei tu. Sono diventata pazza.>>
<<Di me.>>
<<Come, scusa?>>
<<Sei diventata pazza di me>> sussurra quasi.
<<Tu sei drogato>> sputo con una nota di disprezzo.
<<Di te, sono drogato di te. Solo tu mi fai stare bene. Sei la mia droga, Beatrice. Non posso fare a meno di te, come tu non puoi fare a meno di me. Siamo due teste calde, ma ci completiamo.>>
<<Dove vuoi arrivare, Fanti? Non ho ben capito le tue intenzioni.>>
<<Chiamami con il solito soprannome che usi, per favore. Prima lo odiavo, ma ora lo amo da morire. Amo la tua voce.>>
<<Mi stai mandando in pappa il cervello, Fil.>>
Sorride.
<<Le mie intenzioni sono ben chiare, Beatrice. Davvero non lo capisci?>>
<<Spiegami le tue intenzioni, Fil, per favore.>>
<<Mi dispiace averti ignorata in questi giorni, ma mi sono serviti per capire ed ammettere a me stesso che senza te non posso vivere. E sai una cosa?>>
Le lacrime iniziano a scendere copiose.
<<Cosa?>>
Mi asciuga il viso con i pollici.
<<Avrei voluto dirtelo in un posto speciale, in una situazione migliore, ma non mi lasci altra scelta. Ti amo, Beatrice Rossi. Ti ho sempre amata, ma siccome sono un coglione, l'ho capito solo adesso.>>
È stato un enorme tuffo al cuore.
Rimango impassibile.
<<Ti faccio una dichiarazione da premio Nobel e non dici niente?>>
Mi fiondo tra le sue braccia.
<<Ti amo, cazzo, ti amo.>>
Lo bacio.
<<Ti va di provare questa nuova avventura?>> chiede sulle mie labbra, facendomi il solletico.
Faccio un enorme sorriso.
<<E me lo chiedi?>>
<<Non piangere più. Sono stato un grande coglione, ma mi perdoni? Ti prometto che mi farò amare, piccola.>>
<<Ti perdono solo perché ti amo tanto.>>
Asciuga una lacrima.
<<Sei bellissima, amore mio.>>
Sentiamo un gridolino.
<<Cristina, hai origliato per tutto il tempo?>> urlo.
<<Scusate se ho rovinato il momento, ma non ho resistito. Ce l'ho fatta! Missione compiuta!>>
Lei, prima di noi due, ha sempre creduto in una nostra possibile relazione.
Sicuramente aprirà un bottiglia di champagne insieme a mia madre.
Filippo mi attira a sé e mi bacia.
<<Non ti lascio più>> sussurra.
<<Sono tutta tua.>>
Non potrebbe andare meglio di così.
Mi basta stare con il ragazzo che amo.
<<Ragazzi, state limonando?>>
Come risposta riceve un mugolio.
<<Mi sa di sì. Quando finite, fate un fischio.>>

Dopo di te | Irama/Filippo FantiWhere stories live. Discover now