Buona guarigione - Capitolo 14🌹

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<<Sei bellissima stasera.>>
<<Anche tu sei bellissimo sotto la luce delle stelle.>>
<<Sai che ti amo e che senza te non riesco a vivere.>>
<<Ti amo anch'io, amore mio.>>
<<Io di più.>>
Si avvicina per baciarmi e...

Che palle!
Mi sveglio a causa di un rumore.
Era solo un sogno stupendo di me e il cugino troppo bello di Fil.
La sua bellezza è paragonata al mio amore per il cioccolato.
Quindi è bello all'infinito.

Qualcuno bussa sulla finestra, ma sono troppo pigra per andare a vedere.
Richiudo gli occhi, ma subito dopo il rumore di un libro che cade a terra accanto ad un altro mi fa sussultare.
Dietro la tenta c'è qualcuno.
E se mi vuole rapire?
E se è un ladro?
Un alieno?
Prendo la rivista alla mia destra per usarlo come arma.
<<Vai via, brutto mostro!>>
<<Scema, sono io, Filippo.>>
Lancia la mia rivista vicino la porta.
<<Ah. Ciao, Fil... Aspetta! Che ci fai qui? Come hai fatto ad entrare dalla finestra?>>
<<Mi sono arrampicato su un albero.>>
<<Sei scemo? Questa è violazione di privacy!>>
<<Questa è violazione di privacy>>, scimmiotta la mia voce.
Lo guardo male.
<<Non potresti mai fare il ladro con la leggiadria di un ippopotamo che ti ritrovi. Per scavalcare una finestra hai fatto un casino tremendo. Che ti costava suonare il campanello?>>
<<Se lo avessi fatto, non mi avresti aperto.>>
<<In effetti, hai ragione. Ma hai interrotto il bacio.>>
<<Bacio? Quale bacio?>>
<<Quello con tuo cugino.>>
Mi guarda con un sopracciglio alzato, perplesso.
<<Tu e mio cugino vi siete baciati?>>
<<Sì, ma nel mio sogno.>>
Mi guarda ancora stranito.
<<Hai la febbre?>>
<<No, sto benissimo. Hai portato la roba che ti ho chiesto?>>
Sembra che mi stia vendendo della droga.
<<Certo.>>
Si siede ai piedi del letto e svuota lo zaino pieno di cioccolatini.
In effetti, si possono considerare una droga.
Guardo con occhi a cuoricino l'immensa bontà sottoforma di cioccolato al latte.
<<Ne è valsa la pena venire a quello stupido matrimonio.>>
Mi merito una ricompensa, giusto?
E che ricompensa.
Tolgo la carta dal cioccolatino e lo mangio.
Questo è il paradiso.
Il moro ne prende uno, ma gli dò una manata sulla mano.
<<Giù le mani.>>
<<Sono trenta cioccolatini, non è una tragedia darmene uno.>>
<<Lo è, invece.>>
Li ammucchio tutti insieme e li porto dalla mia parte come se fossero un tesoro.
<<Tirchia.>>

<<Fil, sei bello con la barba.>>
Gli accarezzo la barba.
<<Secondo me hai davvero la febbre. Mi stai toccando e mi hai fatto un complimento. È molto strano.>>
<<Sembri quasi più acculturato ed intelligente con la barba.>>
<<Cosa vorresti insinuare?>>
<<Davvero, sei carino.>>
<<Beatrice, stai male. Sei tutta rossa e scommetto che sei anche calda.>>
Poggia le labbra sulla mia fronte.
<<Sì, sei bollente.>>
<<Pff, non ho assolutamente niente. Non mi viene la febbre da due anni. Sono sana come un pesce.>>
<<Dovresti misurare la febbre.>>
<<Non è necessario.>>
<<Beatrice!>>
<<Uffa, sembri mia madre.>>
<<Semmai "padre".>>
<<È lo stesso.>>
<<SIGNORA ROSSI??? SUA FIGLIA STA MALE.>>
Gli tappo la bocca.
<<Zitto!>>
Mia madre spalanca la porta.
<<Ciao, Filippo. Che ci fai qui?>>
Il moro fa un colpo di tosse.
Mi accorgo che gli sto ancora tappando la bocca.
<<Ah, scusami.>>
Lo libero.
Filippo non sa che dire e mi dà una gomitata.
<<Filippo è qui perché... Ehm...>>
<<Dovevo darle una cosa che ha dimenticato nella mia macchina.>>
Lo ringrazio con il pensiero.
<<Ma non ti ho sentito entrare.>>
<<Sono entrato dall'altra porta.>>
Mia madre ci guarda perplessa.
<<Non abbiamo un'altra porta>> gli sussurro.
<<Volevo dire che ho mandato un messaggio a Beatrice e mi ha aperto la porta.>>
Mia madre annuisce non troppo convinta.
<<In ogni caso, cosa succede, Beatrice?>>
<<Proprio niente.>>
<<Ha la febbre.>>
<<Non è vero, sta mentendo.>>
<<Vado a prendere un termometro.>>
Esce dalla stanza e Filippo fa un respiro di sollievo.
<<Coglione, dovevi proprio chiamarla? Che figura di merda abbiamo fatto?>>
<<Come fai a trovare la forza di insultarmi con la febbre?>>
<<Io. Non. Ho. La. Febbre.>>
Sono stanca di ripeterlo.
Ad un tratto un forte tuono ci fa sussultare.
Ha iniziato a piovere.
<<Il tempo è più lunatico e bipolare di te, Beatrice.>>

Metto il termometro sotto lo sguardo attento dei due.
Quando suona lo tiro fuori.
<<Visto? Sto alla meraviglia.>>
Filippo me lo strappa dalle mani.
<<Hai la febbre a trentotto.>>
<<Che sarà mai! È solo un po' di febbre.>>
Mi alzo dal letto, ma vengo bloccata dal moro.
<<Devi riposare, signorina.>>
Sbuffo.
<<Non voglio.>>
<<Filippo ha ragione.>>
Mia madre e Filippo sono una comparata perfetta.
Sbuffo e torno a letto.
<<Signora, non si preoccupi, mi prenderò io cura di Beatrice.>>
<<Grazie, Filippo. Tu sì che sei un ragazzo responsabile.>>
<<Sì, sì, molto responsabile>> dico ironica.
Mia madre mi lancia un'occhiataccia.

Il ragazzo mi porta una camomilla calda e fumante.
<<Ti manca solo la divisa e poi saresti un infermiere perfetto.>>
<<Non sai tenere la bocca chiusa neanche con la febbre?>>
<<Io non mi sento la febbre.>>
<<Sei veramente strana.>>

Poggio la tazza sul comodino e mi tolgo le coperte.
Filippo seduto sulla sedia alza immediatamente lo sguardo dal cellulare.
<<Dove vai?>>
<<Sei peggio di mia madre e di mio padre messi insieme. Sto solo andando in bagno.>>
<<Okay, ma non prendere freddo.>>
<<Sei veramente fuori di testa, Fil.>>

<<Devo proprio?>>
<<Sì, Beatrice.>>
<<L'odore non mi piace.>>
<<Bevi.>>
<<Ma fa schifo.>>
<<Bevi. Adesso.>>
Bevo il medicinale tutto in un sorso e dopo sputo sui suoi pantaloni.
Si trattiene per non fare una sfuriata.
<<Non ti dico niente solo perché stai male.>>
<<Perdonami, Fil.>>
<<Devi prendere la medicina anche domani mattina e se è necessario anche prima di andare a dormire. Intesi?>>
<<Potrei assumerti come mio medico curante.>>
<<Non andare all'università domani mattina. Chiaro?>>
<<Sì, papà.>>
<<Non uscire per nessun motivo.>>
<<Va bene.>>
<<Mangia cose calde.>>
<<Okay.>>
<<Bevi mol...>>
<<Basta, Fil! So quello che devo fare.>>
<<Bevi molta acqua.>>
Annuisco, esausta.

<<Ed infine, devi anche darmi il numero di Cristina.>>
Gli occhi mi si stavano chiudendo da soli.
Ho perso il conto delle raccomandazioni che mi ha fatto.
<<Ci hai provato, ma no.>>
<<Ora devo andare. Buonanotte e buona guarigione.>>
Mi imbocca le coperte, mi stampa un bacio sulla fronte e mi ruba un cioccolatino.
Lo fulmino con lo sguardo.
Mi manda un bacio volante, poi sale sul davanzale ed apre la finestra.
<<Ciao, Peter Pan. Grazie mille.>>



Carino Fil versione infermiere, non credete?

Dopo di te | Irama/Filippo FantiWhere stories live. Discover now