Ho perso la testa - Capitolo 31🌹

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<<Buona fortuna con l'alluce valgo di tua zia Ninetta.>>
<<Cercherò di non morire.>>
Sorrido e saluto Cristina con un abbraccio.
<<A domani.>>
Attraverso le strisce pedonali e una moto nera si ferma ai miei piedi.
Il ragazzo si toglie il casco e...
<<FIL?>>
Si passa una mano tra i capelli, cercando di sistemarli.
In realtà, ha peggiorato la situazione.
<<Bella, vero?>>
<<Dove hai rubato questa moto? Porco di quel gran figo di tuo cugino! Restituiscila subito al proprietario!>>
<<Calma, calma, calma. Questo gioiellino l'ho comprato con i miei risparmi.>>
<<Hai accumulato i venti euro settimanali di tua nonna?>>
Annuisce giocherellando con il casco.
<<Salta su, ti porto a fare un giro.>>
<<Non se ne parla.>>
Faccio per andarmene, ma mi tira per il colletto.
Sbuffo e incrocio le braccia.
<<Non ti fidi di me? Del tuo caro, bellissimo, stupefacente, figo assurdo Filippo?>>
<<Hai dimenticato "colui che ha sbattuto contro un palo con l'auto".>>
<<Sono migliorato.>>
<<No, Fil... Oh, cazzo di tuo cugino! Gli occhioni da cerbiatto, no.>>
Quei smeraldi che si ritrova sono irresistibili.
<<Questi bellissimi occhioni dolci diventeranno molto tristi se non accetti la mia allettante proposta.>>
<<Cosa intendi per "allettante proposta"?>>
<<Ho comprato una pizza...>>
Sgrano gli occhi e ridacchia.
Sa che ho un debole per la pizza (non so se si nota), quindi la usa quasi sempre per convincermi a fare qualcosa di, molto spesso, pericoloso.
<<E una birra... Ma dato che non vuoi, MANGERÒ LA PIZZA SOLO SOLETTO. Non sai quanto è buona LA PIZZA.>>
Si rimette il casco e toglie il cavalletto.
<<Aspetta!>>
<<Hai cambiato idea, Rossi?>>, fa il finto disinteressato.
<<Può darsi.>>
Mi guarda con un cipiglio.
<<Hai fatto l'assicurazione?>> chiedo sperando di ricevere una risposta positiva.
<<Pff... Certo che sì.>>
Non sembra tanto convinto.
<<Non hai ancora fatto l'assicurazione?>>
<<Be', la farò. L'ho presa stamattina.>>
<<Non penso che sia il caso di rischia...>>
<<La pizza ti aspetta, bella calda e succulenta.>>
Esito un po', poi quel poco senso di responsabilità che mi rimane mi abbandona.
Lui, da bravo ragazzo, mi porta sempre sulla cattiva strada.
<<'Sti cazzi, fammi spazio.>>
Fa un ghigno e mi aiuta a salire.
Mi dà un casco e mette in moto.
<<Tieniti forte.>>
Lo circondo con le braccia, senza fargli male.
<<Più forte.>>
Il vento leggero è molto piacevole, rendendo questo giro più bello di quanto immaginavo.
Appoggio la guancia sulla sua schiena e il suo profumo ormai familiare mi rilassa.
Ora mi sento più tranquilla.
<<Puoi aumentare la velocità?>> chiedo.
<<Non avevi paura?>>
<<Io non ho mai paura.>>
<<Se lo dici tu.>>
Accelera ed io mi stringo più forte a lui.
Lo sento ridacchiare.
<<Paura?>>
Lo odio quando fa così.
<<Pensa a guidare, Fil.>>
<<Dillo che ti sta piacendo.>>
<<Smettila.>>
<<Dillo.>>
<<Mi sta piacendo.>>
<<Sii più espressiva.>>
<<Tra tre secondi ti arriva un libro di Filosofia in testa.>>
Sono fiera di me stessa, l'ho spento alla grande.
Chiudo gli occhi e sento solo il vento.
Poi mi viene un dubbio.
<<Fil, dove stiamo andando?>>
<<Dove mi dice la testa.>>
<<Non scherzare.>>
<<Vado dove mi porta l'animo e il cuore in questa bellissima giornata piena di speranze e...>>
Gli dò un leggero pugno.
<<Fai il serio per una buona volta. Forse con un colpo di libro in testa diventi meno scemo. E poi, da quando sei così poetico?>>
<<Da quando ho rubato uno di quei tuoi stupidi romanzi d'amore.>>
<<Quindi ce l'hai tu, per questo non lo trovavo. Comunque non sono stupidi, tu lo sei.>>
<<Sarò stupido, ma sono troppo figo per essere reale.>>
<<La smetti?>>
<<Okay, proverò ad essere serio.>>
Fa un colpo di tosse e si schiarisce la voce.
<<Come proseguono gli studi, signorina Rossi?>>
Non ho ben capito se vuole imitare il mio vecchio prof del liceo o mio zio Thom.
<<Ritorna in te, Fil. Ti preferisco stupido.>>
<<Come vuoi, darling>>, torna a parlare con la sua voce normale.
<<Filippo, perché non ci sono più case? Perché non c'è nessuno? Seriamente, dove mi stai portando?>>
<<Dove mi porta il vento.>>
<<Ci rinuncio. È impossibile fare una convenzione normale con te.>>
Mi borbotta lo stomaco.
<<Vuoi mangiare?>>
<<No, voglio fare il digiuno, Fil.>>
<<Non ti credo nemmeno se mi metti sotto tortura.>>
<<ALLORA CHE ASPETTI A FARMI SCENDERE E MANGIARE QUELLA BENEDETTA PIZZA?>>
<<Io...>>
<<Non mi dire che mi hai ingannata, Fanti. Se è così ti scaravento la moto addosso.>>
<<Non ti agitare, stavo scherzando.>>
Accosta e mi aiuta a scendere.
Prende un sacchetto e me lo porge.
<<Grazie, Fil. Sei il miglior amico di pizza del mondo.>>
Gli prendo il viso tra le mani e gli stampo un bacio sulla guancia ricoperta da un accenno di barba.
<<Ho trovato il modo per farmi dare baci da te.>>
<<Io ti dò i baci perché sono dolce, non perché voglio la pizza, sia chiaro.>>
<<Mi dai i baci per fare la leccaculo.>>
<<Chi arriva prima sotto quell'albero avrà un pezzo in più di pizza>> urlo.
Inizio a correre, seguita da lui.
Arrivo quasi al traguardo, ma Filippo mi si scaraventa addosso.
<<Ho vinto>> dice fiero a pochi centimetri dal mio viso.
<<Hai barato.>>
Cerco di spingerlo, ma non si sposta neanche di un centimetro.
Mi dà un bacio sulla guancia e sorride, facendomi arrossire.
Si alza e quasi non me ne accorgo, paralizzata da quel suo gesto.
Mi alzo anch'io.
<<Vieni qui.>>
Sbatte la mano sull'erba.
Mi siedo al suo fianco e facciamo una specie di brindisi con le fette di pizza.

Finiamo di mangiare in silenzio.
Ogni tanto ci scambiamo qualche sorriso.
<<Oh, andiamo!>> esclama.
Mi attira a sé e finisco tra le sue gambe.
<<Che ti è preso?>>
<<Smettila di stare sempre lontana da me, non ho la varicella. Non ti uccido mica se ti avvicini.>>
<<Pensavo ti dessi fastidio.>>
Mi stringe.
<<Secondo te una ragazza carina dà fastidio ad un ragazzo?>>
Mi giro per guardarlo.
Sorride.
<<Come mai sei così affettuoso?>>
Alza le spalle.
<<Non posso?>>
Sorrido.
I miei occhi si incastrano con i suoi.
Prende la mia mano e intreccia le nostre dita.
Amo le sue dita leggermente ruvide.
Ma amo maggiormente la sua pelle lattea.
Osservo le nostre mani che combaciano perfettamente, come se fossero state fatte per essere unite.
Con la mano libera mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<Sei bellissima. Anche se non te lo dico mai, lo penso sul serio.>>
Gli prendo la mano e l'appoggio sul mio cuore per fargli sentire il mio battito cardiaco che è aumentato dopo quelle semplici parole.
Il mio cuore sta impazzendo.
Le cosiddette "farfalle nello stomaco" mi danno una strana sensazione.
Ma che dico?
Nello stomaco ho un intero giardino zoologico, altro che farfalle.
Non avrei mai pensato di provare tutti questi sentimenti contrastanti per questo ragazzo che ho incontrato qualche mese fa in biblioteca.
Nel giro di pochi secondi... o minuti (in realtà non sto capendo niente, dato il mio stato stile "sedicenne innamorata"), le sue labbra assaporano le mie.
Le sue labbra sottili combaciano con le mie un po' più carnose.
È difficile descrivere questo bacio.
Se non si prova, non si può capire.
È un semplice bacio casto, ma passionale.
Non sento più niente.
I nostri respiri sono interrotti.
Si stacca lentamente per prendere fiato.
Il suo petto fa su e giù.
Se dovessi descrivere questo bacio con una sola parola, direi: wow.
Già mi mancano le sue labbra rosee.
Si gratta la testa.
<<Io... Scusami tanto... Non so che dire. Ho perso la testa, mi dispiace. Non ti ho chiesto neanche il permesso... Volevo farlo da tempo e...>>
Mi fiondo di nuovo sulle sue labbra, chiedendomi da dove ho preso tutto questo coraggio.
Voglio fargli capire che non si deve scusare e che è stato il bacio più bello della mia vita.
Metto le braccia intorno al suo collo e lui mette le sue intorno alla mia vita.
Approfondisce il bacio.
Stavolta è più aggressivo e desideroso, più bello.
Il mio telefono squilla.
Destino che i momenti belli finiscono subito.
<<Non rispondi?>> chiede sulle mie labbra.
Mi stacco a malincuore e prendo quel dannato aggeggio.
<<È mia madre.>>
Non faccio in tempo a rispondere, perché chiude la chiamata.
Si sarà preoccupata perché non sono tornata a pranzo.
Le mando un messaggio dicendole che tornerò tra un po'.
Filippo guarda in basso, visibilmente imbarazzato.
Mi tocco le labbra gonfie e le sue parole si ripetono nella mia mente.
Ancora non riesco a credere che sia successo davvero.
Non avrei mai pensato di baciare Filippo Fanti, il ragazzo che tanto odiavo.
<<Andiamo?>> chiedo.
Alza lo sguardo ed annuisce.
Gli porgo la mano per aiutarlo ad alzarsi.
<<Posso guidare io?>>
Spalanca gli occhi, come se avessi detto una bestemmia.
<<Il mio gioiellino lo guido solo io.>>

<<BEATRICE, VAI PIÙ PIANO!>>
<<Sto andando piano, Fil.>>
<<Stai andando a mille!>>
<<Tranquillo, ho tutto sotto controllo. E smettila di stringermi come un koala, mi stai soffocando.>>
<<Non voglio morire.>>
<<Sempre esagerato. E poi sono io quella che ha paura.>>
<<Mi sento sulle montagne russe.>>
Non pensavo che guidare una moto fosse così divertente.

Scendiamo dalla moto e togliamo il casco.
<<Menomale, sono ancora vivo.>>
<<La prossima volta guido di nuovo io.>>
<<Vedremo.>>
<<Ciao, Fil.>>
<<Ciao, Bea.>>
Giro i tacchi per andare a casa, ma Filippo mi blocca.
<<Aspetta, devo salutarti meglio.>>
Mi dà un bacio a stampo.
<<Mi piace quando prendi iniziative. Non mi aspettavo quel tuo bacio, pensavo invece che mi avresti picchiato>> sussurra sul mio orecchio.
<<Non mi aspettavo neanche il tuo di bacio.>>
Lo abbraccio e mi dirigo verso casa.
<<Mi raccomando, studia>> urla.
<<Io studio a differenza tua.>>
Gli mando un bacio volante ed entro dentro con un enorme sorriso.
<<Ti sei divertita con Filippo?>> chiede mia madre.
<<Come sai che ero con Filippo?>>
<<Si vede dalla tua espressione. Quando torni a casa dopo una giornata con lui, hai sempre quel sorriso. Una madre capisce sempre.>>
Mi fiondo in camera e mi butto sul letto.
Se lo racconto a Cristina, come minimo urlerà per un ora.

Dopo di te | Irama/Filippo FantiWhere stories live. Discover now