Capitolo 66

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Emma
<Lasciami dormire>, mormoro contro le mani di Marine che mi solleticano il viso.
<La sveglia ha già suonato tre volte>, sussurra mentre mi copro il viso con il cuscino.
Oggi non ho proprio voglia di alzarmi ed il fatto di essere andata a dormire praticamente poco fa rende il tutto ancora più difficile.
<Cinque minuti>, ribatto quando la mia compagna toglie il cuscino dal mio viso e si siede sul letto.
<Non credo che tu voglia fare allenamenti extra, giusto?>, mi domanda ridendo ed io scuoto subito la testa.
Fare allenamenti extra è un po' come essere ad un passo dal collasso fisico.
Uno strazio.
<Allora alzati e andiamo a fare colazione>, afferma concludendo.
Sbuffo e mi sollevo aprendo gli occhi.
Vedo la mia amica legare i capelli in una coda alta fermando anche qualche ciuffo sbarazzino che sbuca qui e là.
<Che ore sono?>, domando con la voce impastata grattandomi uno dei due occhi.
<Le sei, ti conviene sbrigarti>, mi avvisa la bionda mentre aggiusta la cintura in vita.
Annuisco e poso i piedi per terra, stringo le dita e poi mi sgranchisco la schiena.
Quando mi alzo ho come un iniziale capogiro, mi aggrappo al letto superiore con una mano e chiudo di nuovo gli occhi.
<Tutto bene?>, chiede Marine affiancandomi.
<Si, solo un capogiro>, mormoro guardandola annuire.

Tolgo la felpa ed indosso la divisa che ormai fa parte di me. I giorni qui passano, passano lentamente e trascorrono con una intensità forte per me.
Alzarsi ogni giorno alla stessa ora, allenarsi duramente ogni giorno...non me lo sarei mai aspettato da me stessa.

<Mangerei qualunque cosa questa mattina>, afferma Marine uscendo dalla camera velocemente.
Pare che abbia le molecole del corpo eccitate, ancora non ho capito per cosa.
<Stammi lontano allora>, mormoro sorridendo infilando le mani in tasca e camminando verso la porta tra i tanti soldati.
<Divertente, molto divertente Em>, brontola lei prendendomi a braccetto e posando la sua guancia sulla mia spalla.

Arrivate in mensa, la mia amica si butta subito sul tavolo del buffet che devo dire questa mattina è più ricco del solito. Diciamo pure che la colazione è l'unico momento in cui riempiamo la pancia di tutto.
È l'unico pasto accettabile e nessuno se lo fa scappare.
<Cosa prendi?>, mi domanda mentre osservo i vari dolci.
<Credo due muffin al pistacchio ed una tazza di tè>, rispondo afferrando una tazza viola scuro e due muffin che hanno un aspetto succulento.
<Vado a sedermi mentre tu decidi>, le dico cercando di non far cadere i dolcetti a terra e soprattutto di non inciampare.
<Arrivo subito>, mormora presa da tutto quel ben di dio.

Mi siedo al solito tavolo ormai diventato nostro ed inizio a gustarmi questo piccolo momento di giornata.
<Buongiorno>.
Sollevo gli occhi verso la figura di Carl che mi guarda sorridente.
<Giorno>, mormoro con la bocca piena e con il tono di voce anche un po' sorpreso.
I capelli arancioni sono laccati questa mattina e gli occhi verdi sono ben rilassati anche se posso intravedere un po' di stanchezza sotto di essi.
<Come stai?>, mi domanda piegando la testa di lato e prendendo posto davanti a me velocemente.
<Eh...bene>, rispondo un po' titubante.
Guardo la mia tazza e poi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<Volevo farti i complimenti per ieri sera>, dice sorridendo incrociando le mani sul tavolo.
Porta un anello semplice che cattura subito la mia attenzione.
<Non ho fatto niente di che>, affermo alzando le spalle e guardando dietro di esse in cerca di aiuto ma la bionda sta ancora osservando il tavolo con una mano sul mento.
<Modesta, ma davvero...sei una recluta e...>, continua a parlare e mi sembra che mi abbia sottovalutato solo perché sono qualche grado sotto di lui.
<Il fatto che sia una recluta non vuol dire che sia una marionetta che non riesce a fare nulla eh>, ribatto passandomi una mano sulla fronte.
Guardo i suoi occhi aprirsi e le sue labbra sottili schiudersi per poi sfociare in un sorriso.
<Non sto dicendo questo>, si difende subito alzando le mani in segno di resa.
<Lo hai fatto intuire, lasciamo stare>, mormoro bevendo un sorso del tè che mi riscalda e mi fa rilassare anche i muscoli.
<Il mio era solo un complimento, ma vedo che stai iniziando a togliere fuori i denti>, dice alzandosi senza però togliere la mano aperte dal tavolo.
I suoi occhi verdi hanno qualche pagliuzza più chiara verso l'interno, sono davvero belli.
<Non volevo farti scaldare, buona giornata>, conclude infilando le mani in tasca e andando via mentre io seguo con gli occhi la sua schiena che mi portano dritta verso la figura di Connor che è al tavolo del buffet.
Mi volto subito nella speranza che non mi veda e che non mi venga a chiedere del perché me ne sono andata in quel modo ieri.
Non saprei cosa dire e soprattutto farei la figura del pesce lesso.

Un pezzo di noiWhere stories live. Discover now