Capitolo 92

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Emma
<Come si sente questa mattina?>, mi domanda il dottore che passa sempre con la sua cartellina in mano e su cui scrive qualcosa con una penna blu.
<Bene, non ho più il mal di testa di ieri>, rispondo girandomi su un lato non potendone più di restare a pancia in su. Non so perché quando mi trovo a letto mi devo accucciare con le gambe vicino al petto.
<Mi fa piacere, e la sua amnesia? Ricorda qualcosa? Non so, parole, immagini>, continua ed io scuoto il capo senza aprire bocca.
Che poi cosa ho dimenticato di preciso?
Se qualcuno me lo rendesse noto magari sarebbe più facile.
<Suo padre è venuto a trovarla, posso farlo entrare?>, mi chiede sorridendo portando la cartellina sotto braccio.
<Certo>, dico alzandomi con il busto e poggiandomi allo schienale.
<Passerò di nuovo in giornata>, mi avvisa ed io annuisco.

<Tesoro>, afferma sorridente mio padre entrando nella stanza che adesso è piena di sole. Oggi è una bellissima giornata e mi piacerebbe fare una passeggiata fuori, anche se non credo che mi sarà concessa.
<Papà, come stai?>, gli chiedo quando viene a sedersi sulla sedia di fianco al letto.
Gli occhi sono più riposati rispetto a ieri, la leggera barba che contornava il suo mento adesso è sparita ed ha anche cambiato vestiti. Sembra più giovane di ieri e mi ringrazio mentalmente per essermi svegliata.
<Meglio adesso che sei sveglia, tu?>, domanda a sua volta sorridendo.
<Bene, anche se mi sento un po' strana con tutte le cose che non ricordo>, mormoro alzando le spalle e guardando fuori la finestra l'enorme palla di fuoco che batte proprio nei miei occhi.
<Non sono tante le cose che non ricordi, solo qualche mese e solo qualche persona>, mi rincuora come se questo potesse bastare per farmi sentire meglio.
<Per me è tanto, non so cosa dire, non so in che rapporti ero con Thomas, Bettany e Connor, non voglio dire cose sbagliate e semplicemente non dico niente>, ribatto bloccando le mani tra i capelli frustrata e leggermente irritata che nessuno voglia dirmi qualcosa. Mi serve qualche indizio, mi serve in input che mi aiuti ad aprire quel piccolo sportello della mente che è chiuso e che potrebbe rivelarmi tanto.
<Thomas l'hai conosciuto quando eri alla base, andate molto d'accordo, non avete parlato poi così tanto...tranne quando sei andata a casa sua con Connor per un fine settimana>, inizia a spiegarmi quasi come se l'avessi messo con le spalle al muro e mi ringrazio per questo.
Devo sapere.
<Bettany l'hai conosciuta sempre in quel fine settimana ma avete trovato un punto di sintonia. È una ragazza fantastica, è rimasta qui in ospedale per tutti i giorni in cui eri in coma e non era tenuta a farlo>, m spiega e glielo avevo letto negli occhi la felicità nel momento in cui è entrata ieri.
Non so perché la mia memoria mi abbia fatto questo, non so perché abbia cancellato dalla mia vita persone con cui avevo un bel rapporto e spero di recuperare.
<E il ragazzo?>, provo a chiedere con ansia.
È di lui che mi importa sul serio.
È di lui che voglio sapere qualcosa.
È di lui che pretendo qualche indizio.
<Beh...un tempo eravate fidanzati>, risponde ed io sollevo le sopracciglia perplessa e sorpresa.
Eravamo fidanzati.
<Continua>, lo incito e lui sorride scuotendo il capo.
<Non dovrei dirti queste cose, Emma>, mi rimprovera quasi ed io agito una mano in aria per farlo zittire.
<Poi quando io ho traslocato e tua madre ha lasciato casa, non vi siete più sentiti...sei tornata alla base e non so adesso a che punto eravate, ma so che lui ci tiene molto a te>, conclude lasciandomi con alcuni punti vuoti.
Cos'è successo alla base?
Come continua la storia?

Sentivo che qualcosa era diverso nel suo sguardo, sentivo che c'era qualcosa in più in quello che cercava di comunicarmi.
Devo dire che ho scelto davvero bene, è proprio un bel ragazzo...aspetta, non so nemmeno se mi piacesse ancora o se dopo esserci lasciati l'avessi completamente dimenticato.
E poi il soprannome che mi ha affibbiato ieri sera, dovevo intuirlo che c'era una certa confidenza tra noi due, avrei dovuto capirlo dagli occhi umidi e da come se n'è andato che qualcosa non tornava.
Che non era solo un semplice amico o un conoscente.

Un pezzo di noiWhere stories live. Discover now