Capitolo 18

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Giorno 3 in casa Brown

Maggy
<Perché devo andare con lui?>, chiedo seguendo Noah che si dirige verso l'entrata del salotto.
<Perché ha deciso di usare la sua macchina stasera ed io nella mia porto Kayty>, risponde facendomi entrare per prima. Nel salotto trovo tutti: Jenny con un vestito che arriva poco sotto le ginocchia, stile anni 60 di un blu scuro con qualche fiore disegnato sopra. Davvero molto elegante. Owen, invece, ha una camicia bianca sbottonata nei primi due bottoni ed una giacca nera sopra. Anche se è semplice è davvero molto elegante e devo dire che è davvero un bell'uomo. Capisco perché Jenny ne sia innamorata.
<Ma guarda qui che bella principessa>, esclama Jenny venendo verso di me.
Sorrido imbarazzata e poi guardo verso l'entrata, dove poggiato al muro si trova il tenente con le gambe incrociate e le mani in tasca.
Ha indosso una camicia bianca, pantaloni neri e giacca nera. Proprio come il padre, i primi due bottoni della camicia sono aperti. I capelli ricci non sono per niente laccati, anzi, penso che li abbia solo asciugati. I suoi occhi sono puntati su di me, come se volesse farmeli bruciare addosso.
<Andiamo?>, chiede Owen prendendo le chiavi della macchina.
<Si, credo che Kayty sia già lì>, risponde Noah correndo verso l'uscita.
<Puoi non correre così dietro ad una ragazza?>, chiede il tenente seguendolo.
<Pensa per te, signor guardone>, sentiamo dal salotto le urla di Noah e noi tre ridiamo.

Uscendo dalla porta principale trovo Noah già in macchina che parte verso il locale, Jenny ed Owen che si dirigono verso la loro macchina e poi..poi vedo il tenente davanti la sua macchina nera che apre lo sportello e mi indica di entrare.
<Si accomodi>, dice quando sono a pochi passi da lui. Gli sorrido leggermente ed entro.
Metto la cintura e aspetto che lui faccia lo stesso per poi mettere in moto.

Guardo come inserisce la chiave nell'apposita fessura, il modo in cui la giacca si contrae ad ogni movimento. Mette in moto, abbassa il freno a mano e partiamo.
Non so perché sono tesa, ma stare in un posto così piccolo con lui mi mette sicuramente in soggezione.
<Cerchi di stare tranquilla, abbiamo 20 minuti di macchina per arrivare>, dice fermandosi ad un semaforo rosso e voltandosi verso di me.
<Perfetto>, sussurro guardando altrove.
<Non è felice di stare in macchina con me?>, mi domanda ripartendo.
Mi volto verso di lui a causa della domanda appena fatta. Prima emozione: sorpresa.
<Perché me lo chiede?>, domando a mia volta.
<Adesso è lei quella che non risponde alle domande signorina>, afferma rallentando di poco.
Stiamo camminando a 40 km/h su una strada su cui si potrebbe andare a 60 km/h.
Sta rallentando di proposito?
<Non ho detto che non sono felice..ecco>, rispondo mettendo dietro le orecchie una ciocca che mi cade davanti agli occhi.
<Dal tono che ha usato poco fa non si direbbe>, replica lui. Di questo passo ci metteremo ore per arrivare ed io sto morendo di fame.
<Lei è felice di stare in macchina con me?>, chiedo rigirando la stessa domanda fatta da lui.
<Diciamo che mi hanno costretto..>, dice lui guardando la strada davanti a sé.
<E poi è solo un passaggio>, conclude alzando leggermente le spalle.
<Non ha risposto alla domanda però>, constato abbassando leggermente il finestrino. In questa macchina fa troppo caldo.
<Come scusi?>, chiede stizzito.
<La mia domanda era un'altra, se la ricorda?>, domando prendendolo quasi in giro e con un piccolo sorriso.
<Non sono né felice né triste>, dice senza pensarci un attimo.
<Apatico, indifferente..giusto?>, continuo.
Non capisco perché mi abbia fatto questa domanda, ma capisco perfettamente la sua risposta. Gli sto sulle scatole, la risposta non poteva di certo essere "si, sono felice".
<È fidanzata?>, mi domanda poi dal nulla non rispondendomi per la seconda volta.
<No, lei?>, domando curiosa.
Se lui vuole sapere qualcosa di me è giusto anche che io sappia di lui.
<No>, risponde monocorde fermandosi all'ennesimo semaforo rosso di questa sera.
<Come mai?>, chiedo. Sono molto curiosa di sapere questa risposta.
<È un reato non avere una ragazza?>, dice quasi ironico. Il suo tono di voce non si scompone mai, non so come faccia a non mettere enfasi o emozione in qualcosa.
Rispetto a ieri sera e a questa mattina presto è molto cambiato. Lì era fragile e adesso, in questa macchina, sembra indistruttibile.
<No, penso solo che..>.
<Non pensi>, mi stoppa subito facendomi rimanere a bocca aperta. Perché mi fa domande se poi non vuole ascoltare la mia risposta?
<Lei perché non ha un fidanzato?>, mi chiede.
<È un reato non avere un ragazzo?>, rispondo usando le stesse parole che ha detto lui prima.
<Beh, per una ragazza come lei forse si>, risponde rallentando ancora.
Al ritorno cambio macchina.
<Per "ragazza come lei" cosa intende?>, chiedo aggrottando le sopracciglia.
<Devo anche descriverla? Non mi sembra una buona idea>, dice leggermente annoiato.
<Lasci perdere>, dico chiudendo qui il discorso prima di poter dire qualcosa di troppo ed iniziare a litigare in macchina.
Poggio la testa sul finestrino ed aspetto che la carrozza mi porti al locale.
<È fidanzata con mio fratello?>, chiede dopo cinque minuti di silenzio.
<Quando le ho detto che non sono fidanzata lei dov'era? Su un altro pianeta?>, domando stizzita. Non so perché la frase di prima mi abbia dato fastidio. Non andiamo d'accordo, è vero, sono più le volte che litighiamo di quelle che parliamo civilmente, ma non ha nessun diritto di parlarmi in questo modo.
<Vi ho visti molto vicini a casa, e anche alla base>, afferma lui senza badare a quello che ho detto. Mi sa che recepisce solo quello che vuole lui.
<Siamo amici>, dico arrendendomi al fatto che non risponderà mai alle mie domande. Lo farà solo se lo aggradano.
<E poi a suo fratello piace Kayty>, continuo guardando gli innumerevoli palazzi illuminati.
La macchina si ferma davanti ad un enorme ristorante che già dall'aspetto sembra un posto stra elegante.
<Lo so>, dice spegnendo la macchina.
Se lo sa perché me l'ha chiesto?

Un pezzo di noiWhere stories live. Discover now