Capitolo 8

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Maggy
Sono nel retro del furgone con Noah, Will ed il tenente. Alla guida, invece, c'è Denny e al suo fianco Carl. Non li conosco ma penso che siano dei ragazzi seri, e dato che il tenente li ha scelti per questa missione sono sicura che sappiano il fatto loro.
Sono seduta con le gambe al petto ed affianco la borsa medica. Noah se ne sta seduto di fronte a me con le gambe distese una sopra l'altra e con in mano una pistola.
Will sembra che stia per addormentarsi e la cosa mi fa sorridere, e poi c'è lui..il tenente. È teso.
Guarda sempre in basso e sembra che debba succedere qualcosa da un momento all'altro per come impugna la pistola.
<Thommy>, lo chiama il fratello.
<Mh..?>, mugugna lui alzando il capo verso di lui.
<Come ci divideremo?>, domanda.
Ah, perché ci dividiamo?
Pensavo che saremo stati tutti insieme.
<Carl e Denny, tu e Will, io e l'infermiera>, spiega lui guardando me infine.
Perché non mi risulta strano il fatto che io sia capitata con lui? Sono più che sicura che mio padre gli abbia detto qualcosa.
Non mi piace questa cosa che devo essere vista come l'anello debole del gruppo.
<Thommy avevi detto che Maggy sarebbe venuta con me>, afferma Noah sorpreso.
<Ho cambiato idea, non voglio che qualcuno finisca nei guai. La porto con me>, spiega lui come se fossi un peso.
<Vado con Noah>, replico io.
Se devo essere un intralcio per lui, preferisco andare con qualcuno che mi apprezzi almeno.
<Vuole discutere dei miei ordini anche adesso?>, domanda lui.
<Ho detto che vado con Noah>, ripeto per fargli capire bene il concetto.
<Le è tanto difficile da capire che lei viene con me stasera?>, chiede lui passandosi una mano sul volto.
<È lei che non capisce che vado con Noah>, insisto.
Il furgone si ferma di colpo e noi ci ammutoliamo.
Carl e Denny vengono ad aprire il retro.
<Siamo arrivati tenente>, ci informa Carl.
<Bene, prendete due armi ciascuno e dividiamoci>, inizia lui scendendo dal furgone.
Noah e Will prendono le armi e scendono, li seguo.
<Usate le radio per comunicare e siate prudenti>, parla il tenente guardando soprattutto Noah che annuisce.
Mi guardo intorno e vedo solo alberi, non so di che tipo siano, ma ci sono anche molti fiori.
In realtà non sono una grande appassionata di fiori, però vederli mi piace. È un po' contraddittorio, lo so.
<Vuole muoversi o rimane qui?>, mi domanda una voce al mio fianco.
<Alla fine sono rimasta con lei vero?>, domando quando mi accorgo che ci siamo solo noi.
<Alla fine si, prenda un'arma>, risponde e mi porge una pistola.
<La tenga lei, io..io non la voglio>, replico spingendola verso il suo corpo.
<Non parli, non faccia rumore, non si spaventi, mi stia vicino e non si perda, non faccia di testa sua, intesi?>, chiarisce le cose serio.
Nella notte riesco solo a vedere la sua figura e un leggero luccichio degli occhi dovuti alla luce della luna.
<Intesi>, affermo decisa.
Da adesso in poi non si scherza più.

Inizia a muoversi lungo il bosco come se sapesse esattamente dove andare. Lo seguo cercando di fare meno rumore possibile e sincronizzo i miei passi con i suoi, così che ci sia meno rumore.
Ogni tanto si volta nella mia direzione per essere sicuro che io ci sia.
Guarda da tutte le angolazioni, come se avesse gli occhi su ogni parte del bosco.
Stiamo camminando da dieci minuti e lo vedo fermarsi quando tra gli alberi inizia a vedere un piccolo villaggio.
Da lontano non si riesce a vedere granché, dobbiamo avvicinarci.
Il tenente mi guarda e mi indica col capo il villaggio.
<Thommy>. Dalla radio sentiamo la voce di Noah che chiama il fratello.
<Tutto ok?>, chiede subito lui.
<Si, abbiamo trovato il villaggio. Adesso entriamo>, ci avverte lui.
<Si, ci siamo anche noi. Sta attento>, lo avverte il tenente. Gli vuole proprio bene.
Sotto quell'aria da duro, ha un cuoricino che batte.
<Anche tu fratellino>, risponde Noah e lui alza gli occhi al cielo facendo una piccola smorfia. Io sorrido.

<Andiamo? Mi raccomando signorina>, avverte anche me.
Non sono stupida, niente sciocchezze.
Inizia a camminare avanti a me con passo deciso e felpato. Come prima lo seguo e devo dire che ho paura. Ho iniziato a guardami intorno, soprattutto le spalle; ho come l'impressione che qualcuno mi stia guardando. Ma forse mi sbaglio.
Il villaggio si presenta con case che sembrano crollare da un momento all'altro. I tetti sono malmessi e non credo che le persone che vivano qui dentro riescano a ripararsi dalla pioggia.
Fuori vediamo alcune biciclette, bambole e alcuni panni stesi. Sembra un paese fantasma.

Un pezzo di noiWhere stories live. Discover now