Capitolo 95

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Emma
Due ore.
Ecco il tempo che rimango sdraiata sul divano quando Blue e Marine lasciano questa casa dopo averla messa in subbuglio.
Vorrei prendermela con qualcuno, vorrei poter gridare contro qualcuno che non sia Connor, ma è chiaro a tutti che la colpa di tutto ciò è solo sua.
È colpa sua se abbiamo litigato, è colpa sua perché ha firmato al mio posto.
Ancora non riesco a crederci che si sia finto me e mi ha portato via da quel posto con la forza; ancora non riesco a capire come abbia potuto non parlamene per giorni, come abbia tramato alle mie spalle, come abbia pensato anche solo per un attimo di poter comandare sulla mia vita.
Io sul divano e lui nella camera da letto, non è uscito da quando ha frantumato un paio di oggetti e non so in che stato sia la camera. Non so nemmeno in che stato sia lui.
Sono arrabbiata, delusa, più che altro incazzata.

La porta all'ingresso si apre rivelando mio padre con tre pizza in mano e si guarda attorno perplessa.
<Connor dov'è?>, domanda portando le pizze sul tavolo della cucina mentre io decido ad alzarmi e a non pensare che come sempre il mio destino è stato scritto.
<In camera, abbiamo litigato>, rispondo aprendo la mia pizza e vengo rapita dalla mozzarella completamente sciolta sul pomodoro.
<Cos'è successo?>, domanda ancora imitando il mio gesto.
<Ha praticamente chiesto il mio congedo, anzi, l'ha pure firmato...ha fatto tutto lui>, spiego brevemente e non vedo nessuna forma di sorpresa sul suo volto.
Gli sorrido amara capendo che lo sapeva anche lui.
<L'ha fatto per te>, afferma addentando una fetta di pizza ed io poso una mano sotto al mento.
<Papà, non aveva il diritto di prendere una decisione del genere per me. Nessuno ne aveva il diritto, eppure tutti avete tramato alle mie spalle>, ribatto alzandomi dalla sedia pronta a tornare sul divano e a crogiolarmi.
<Emma>, mi chiama così da farmi voltare verso di lui.
<Lo sai anche tu perché l'ha fatto>, mormora guardandomi come se dovessi riflettere di più sul perché Connor mi abbia mentito.
<Sapeva che avresti reagito così, sapeva che forse ti saresti allontanata, ma non ha mai pensato, nemmeno un secondo, che la tua vita fosse più importante di quello che prova per te>, mi spiega ed io socchiudo le labbra ferma sul posto.
<Stai dicendo che sarebbe...che sarebbe disposto a non parlarmi piuttosto che vedermi tornare lì?>, chiedo avvicinandomi nuovamente al tavolo.
<Sto dicendo che se ha chiesto un trasferimento, non credi che sia anche collegato a te?>, continua facendomi ragionare sul fatto che forse quello che prova quel ragazzo non è solo un sentimento passeggero, ma che si tratti forse di amore.

Amore.

<Cosa pensi che provi per me?>, provo a chiedere a mio padre titubante.
So che dovrei chiederlo al diretto interessato, so che dovrei muovere i piedi verso la sua camera ed avere questa conversazione con lui, ma so anche che non me lo direbbe mai, so anche che al momento non abbia molta voglia di parlare.
<L'ho visto stare vicino al tuo letto giorno e notte, l'ho visto non mangiare e non dormire, l'ho visto con gli occhi lucidi per dieci giorni, l'ho visto guardarti come se fossi la cosa più bella e l'ho visto prendere decisioni difficili. Ha lasciato il suo lavoro, per te...>, dice con una nota di gelosia nella voce.
<Non farmi sentire in colpa>, ribatto in tono severo.
Non voglio che venga detto che sono stata io a portarlo via dal suo lavoro.
<Nessuno dà la colpa a te, dico solo che se ha preso quella decisione è perché l'amore è tanto>, conclude nominando quella parola che prima mi era passata per la mente.
Annuisco e torno a sedermi mentre lui mi guarda di sottecchi cercando di capire cosa penso, cosa mi frulla nella mente adesso.
<Vai da lui>, mi dice indicando con il capo la sua sinistra.
<Credo che debba farlo calmare prima>, mugugno addentando un po' di pizza.
<Credo che dovreste parlare, dormo sul divano io>, insiste e sollevo il viso appena sento la fine della sua frase.
Annuisco senza obiettare, non dico nulla perché è da un po' che voglio dormire con quel ragazzo, è da un po' che voglio sentire le sue braccia che mi stringono. Anche se oggi la giornata non è andata nel migliore dei modi.

Un pezzo di noiWhere stories live. Discover now