Capitolo 20

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Giorno 4 in casa Brown

Thomas
<Allora, come l'hai chiamata?>, mi domanda Noah sedendosi sul bordo della piscina e riferendosi alla cagnolina.
<Coco>, rispondo vedendola correre di qua e di là per tutto il giardino con quelle zampette minuscole.
<È stata carina Maggy a regalartela>, continua lui sdraiandosi a terra.
<Diciamo di sì>, dico alzando le spalle.
<Avete chiarito ieri sera poi?>, mi chiede poi. Coco inizia a correre verso di me e la sollevo in aria.
<No, non ne abbiamo parlato>, rispondo rimettendo a terra la piccola.
<Tu e Kayty state insieme?>, domando ricordandomi di ieri sera quando li ho visti baciarsi davanti la sua macchina.
<Si, finalmente mi sono deciso a farmi avanti>, risponde lui sorridendo.
So che era da tempo che voleva dirglielo, ma per vari motivi non c'era mai il momento giusto. Tra i tanti motivi, c'è il lavoro.
<Sono contento per te fratellino>, affermo dandogli una pacca sulla spalla.
<Non ti vedo sorridere>, replica lui prendendomi in giro.
<Idiota>, ribatto dando a Coco una piccola palla con cui inizia subito a giocare.
<E tu..nessuna ragazza all'orizzonte?>, mi domanda lui guardando il cielo azzurro.
<No, nessuna di interessante>, rispondo monocorde.
Mento.
<Maggy, lei è interessante>, spiega lui mettendosi a sedere.
<Se lei è interessante, chi lo è davvero come si chiama?>, chiedo ironico.
<Ho visto gli sguardi di ieri sera>, ribatte lui con uno strano sorriso.
<Quali sguardi?>, chiedo come se nulla fosse.
<Oh avanti, non fare finta di non sapere. Eppure erano i tuoi occhi quelli che guardavano>, continua lui insinuando qualcosa che già non mi piace.
<Cosa vorresti dire? Che mi piace?>, domando diretto.
<Dimmelo tu questo>, afferma lui alzando le spalle.
<Smettiamola con questo discorso e no, non mi piace>, continuo.
<È una bugia>, replica lui.
<Perché non vai dalla tua ragazza?>, gli chiedo nervoso.
<Ci andrò, tranquillo>, risponde lui alzandosi e andando verso il salotto.
Con la coda dell'occhio vedo Maggy uscire dal salotto e dirigersi verso la dependance, ma Coco corre verso di lei.
<Coco, torna qui>, dico ma non mi dà ascolto. Se ne sta a pancia in su e con le zampette all'aria per farsi coccolare da Maggy. Piegata sulle ginocchia ride e le accarezza il pelo morbido. I capelli le ricadono leggermente sul viso e prontamente li sposta dietro l'orecchio. Al sole, i capelli hanno un non so che di luminoso.
<Quindi ti chiami Coco>, sussurra lei sorridendo.
<Coco>, la chiamo ancora.
Abbaia un paio di volte e poi corre verso di me. Sale sulle mie gambe e si accoccola tra le mie braccia.
<Ha già iniziato a comandare anche lei?>, mi domanda la lingua lunga.
<È una domanda a doppia lama, vero?>, chiedo a mia volta voltandomi verso di lei che adesso è in piedi.
<È una semplice domanda>, risponde lei andando verso le scalette della dependance.
<Ha cinque minuti?>, chiedo poi.
Voglio parlare con lei.
<Dipende>, risponde chiudendo le vetrate che aveva già aperto.
<Da cosa?>, chiedo guardando Coco correre di nuovo verso di lei. Alzo gli occhi al cielo.
<Dipende se vuole litigare o meno>, risponde lei camminando verso di me. Coco la segue come se la padrona fosse lei e le lecca le caviglie.
<Smettila Coco>, la rimprovera lei ridendo.
<Lei vuole litigare?>, chiedo poi dando a Coco la sua pallina.
<No>, dice sedendosi mettendo le gambe in acqua.
<Nemmeno io>, affermo mettendo un piede in acqua e uno piegato sull'erba.
<Strano>, commenta lei sussurrando.
<Ha detto qualcosa?>, chiedo stizzito ma senza la voglia di litigare.
Voglio solo parlare stavolta.
<Cosa deve dirmi?>, domanda lei non rispondendo alla mia domanda.
Guarda davanti a sé e quando si volta per guardami vedo i suoi occhi leggermente chiusi a causa del sole e la fronte corrucciata. Il sole rende gli occhi scuri più chiari. Tipo color miele.
<Volevo chiederle tre cose>, rispondo poggiando entrambi le mani sull'erba alle mie spalle e alzo la testa verso il sole caldo.
<Inizi pure>, dice lei come se avesse dato il permesso di parlare.
<Volevo chiederle scusa per ieri sera, ho esagerato>, ammetto sdraiandomi sull'erba mentre Coco viene a sedersi sul mio petto e si accoccola nell'incavo del mio collo.
<Ha esagerato si>, sussurra lei muovendo le gambe su e giù nell'acqua che brilla con i raggi del sole.
<Quello che ho detto..beh, non volevo. Ero arrabbiato>, confesso stuzzicando la piccola con le dita.
<Non fa niente, quando si è arrabbiati sono due le cose>, dice lei con voce troppo calma.
<Cioè?>, chiedo.
<O si dice quello che realmente si pensa oppure si parla solo per fare del male>, spiega lei voltandosi verso di me.
<Non lo pensavo davvero, ho parlato solo..>, inizio a dire.
<Ha parlato solo perché lei è così, vuole sentirsi meglio facendo sentire male gli altri>, continua lei facendomi sentire un perfetto stronzo. Eh in effetti, lo sono.
<Mi scusi..>, sussurro chiudendo un attimo gli occhi.
<Lei che chiede scusa? Mi ricorderò di questo giorno>, afferma lei poi ridendo.
<Mi ha preso per un insensibile?>, dico poi piegando leggermente il collo quando Coco inizia a giocare con un filo d'erba.
<Qualcosa del genere>, risponde scuotendo leggermente la testa.
<La seconda cosa?>, domanda poi.
<La donna di cui parlava..quelle che la rassicurava sugli incubi, chi è?>, chiedo non per curiosità. Quando ne ha parlato c'era un velo di amarezza dietro.
<Nessuno di importante, solo qualcuno di passaggio>, spiega lei per niente turbata da questa domanda..eppure non sembrava così. Mi sta nascondendo qualcosa, ed io lo scoprirò.
<La terza cosa?>, chiede ancora senza darmi il tempo di rispondere.
<Non ricordo molto di quella sera>, rispondo.
<Quella in cui ha bussato ubriaco alla vetrata della dependance?>, chiede lei sorridendo. È di spalle, ma dal tono di voce capisco che lo sta facendo.
<Ho detto qualcosa, vero? Durante l'incubo..>, specifico. So che quando gliel'ho chiesto mi ha mentito.
<No, niente>, risponde lei.
Non mi piace quando qualcuno mi mente.
<Perché non mi dice la verità?>, domando alzandomi così da poterla guardare.
<Ha nominato un certo Matt>, dice ed io subito mi raggelo.
<Cosa..cosa ho detto?>, chiedo balbettando.
<Ha fatto il suo nome una volta, ma nient'altro>, risponde e questa volta è sincera. Lo leggo nei suoi occhi.
<Mi racconta cosa è successo? Non ricordo niente>, mento.
<Beh, ha detto cose del tipo "Signorina White è fantastica, strabiliante, favolosa..>, inizia a dire lei e sono tentato dal sorridere alla scena di lei che si elogia da sola.
<Non credo di dire queste cose nemmeno se fossi sotto effetto di qualcosa>, replico lanciando la pallina a Coco che subito me la riporta.
<Dovrei provare>, sussurra lei prendendo Coco in braccio.
<Lasci la mia cagnolina>, tuono e lei dopo avermi guardato fa come le dico.
<Mi racconti, forza>, ripeto.
<Ha iniziato a farmi domande del tipo "le è mai crollato il mondo addosso?"..ha voluto un consiglio da parte mia, più o meno>, racconta lei riprendendo Coco.
Non fa mai quello che le si viene detto.
<E cosa mi ha detto di preciso?>, domando.
<Lei si ricorda tutto vero?>, mi domanda poi dopo una pausa.
"Portare la sensazione di calore al presente"...
<No, nulla>, rispondo alzandomi da terra.
<Le volevo chiedere una cosa..>, dice lei alzandosi.
<Ecco..è un dato di fatto che noi non andiamo molto d'accordo. Proviamo a ricominciare? Una tregua..>, spiega gesticolando con le mani e guardando altrove.
<Coco smettila..>, sussurra poi verso il basso dove la cagnolina continua a leccarle le caviglie.
<Una tregua eh?>, chiedo alzando un sopracciglio e mettendo le mani in tasca.
<Si, parliamo il meno possibile..ognuno per i fatti suoi, niente litigi>, mi spiega lei.
L'idea non so perché ma non mi piace.
<Perfetto>, sussurro andando verso il salotto con Coco che mi segue.
<Signorina>, dico prima di entrare. Lei è già quasi nella dependance.
<Ha tagliato i capelli?>, chiedo e lei annuisce.
<Diciamo che le do la sufficienza>, affermo prima di entrare. Sbaglio o era quasi un complimento quello appena fatto? Ma che mi sta succedendo?
Perché non mi sono arrabbiato quando ha nominato Matt? E perché odio l'idea di lei che mi ha chiesto una tregua? Ognuno per la sua strada? Indifferenza?

Noah e Kayty sono andati a prendere un gelato, mentre i miei genitori lavorano. Io sono in camera con Coco che da un'ora dorme beata sul mio letto.
Il telefono squilla e sbuffando lo afferro dal comodino.
<Colonnello>, dico accettando la chiamata.
<Tenente, come sta?>, domanda.
Strano che mi abbia chiamato.
<Bene, lei?>, chiedo a mia volta.
<Bene, tranne per il fatto che mia figlia non risponde alle mie chiamate>, dice un po' preoccupato.
<Forse è uscita con Noah>, mento sapendo perfettamente che si trova al piano di sotto o nella dependance.
<Mh, va bene..>, afferma poco convinto.
<Deve dirmi altro?>, chiedo quando indugia.
<Dovete tornare questa sera>, risponde sbuffando leggermente.
<È successo qualcosa?>, domando alzandomi dal letto.
<Vi spiego quando sarete qui>.
Detto questo chiude la chiamata e cerco su internet tre biglietti aerei per questo pomeriggio.
Metto le scarpe e scendo al piano di sotto, dopo aver chiamato Noah e averlo costretto a tornare per fare la valigia.
Vado verso la dependance e vedo dalle vetrate che Maggy sta dormendo. Il corpo rannicchiato è coperto  da un lenzuolo viola chiaro, i capelli sparsi per il letto e le guance un po' arrossate.
Busso e metto le mani in tasca.
Non si muove.
Busso ancora.
<Si svegli>, dico entrando senza aspettare che si svegli. Si alza di scatto e respira faticosamente.
<Mi ha fatta spaventare>, sussurra lei stropicciandosi gli occhi.
<Faccia la valigia, partiamo>, dico chiudendo le vetrate e vedendola crollare di nuovo sul letto.
<Coco>, la vedo correre verso di me e dondolare sulle zampe.
<Perché partiamo? È successo qualcosa?>, chiede la ragazza ancora mezza addormentata sulla soglia della dependance.
<Se avesse risposto a suo padre magari lo sapremmo adesso>, dico nervoso.
<Si ricordi della tregua>, afferma lei gridando dopo aver chiuso le vetrate.
Non la rispetterò.

Maggy
Inizio a fare i bagagli il più in fretta possibile..non so ancora quando partiremo di preciso ma conoscendo il tenente avrà preso i primi biglietti disponibili.

<Papà>, dico quando risponde al telefono.
<Tesoro, state tornando?>, chiede subito come se fosse un ansia.
<Partiremo tra poco, ma cosa è successo?>, chiedo chiudendo la valigia.
<Lo vedrai appena arriverai qui>, risponde lui senza però dirmi con certezza nulla.
<Papà d..>.
<Tesoro pensa a tornare adesso ok? Quando sarete qui ne parleremo>, afferma lui chiudendo la chiamata. Deve essere successo qualcosa di grave se ci ha chiesto di tornare in tutta fretta.
Spero che non sia nulla di così grave come penso.

<Avanti, non abbiamo tutto il tempo del mondo>, sbraita quasi Thomas mettendo la sua valigia in macchina.
Io e Noah lo raggiungiamo velocemente, scortati da Coco che non lascia un secondo Thomas. Credo che lei si sia già affezionata; per quanto riguarda lui, ho qualche dubbio.
<Vai dalla mamma>, gli sussurra poi Thomas accarezzandola. Lei abbaia due volte e viene verso di me, accucciandosi ai miei piedi.
Guardo Thomas che mi guarda stranito.
<Ma guarda tu a chi ha scelto come mamma>, sussurra prendendola tra le braccia e portandola a Jenny.
<Sarei un'ottima mamma, idiota>, sussurro l'ultima parola per evitare che mi senti.
<La sua tregua dove diavolo è finita?>, mi domanda poi prima di salire in auto.
<Con lei è impossibile>, rispondo arrendendomi al fatto che di stare tranquilli con lui non se ne parla.

Durante tutto il viaggio, abbiamo si e no detto due parole. Siamo tutti preoccupati per quello che è successo alla base e papà con le sue chiamate non ha fatto altro che peggiorare la situazione.

Sono le nove di sera quando arriviamo davanti al cancello della base. Non credo ai miei occhi.

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