Capitolo 47

9.2K 324 68
                                    

Maggy
Sono le due e mezza del pomeriggio.
La giornata qui al lavoro sta passando più velocemente di quanto pensassi e non posso che esserne felice. Questa sera la passerò con Thomas e non vedo l'ora di parlare con lui, di baciarlo, di sentire solo la sua voce.

<Perché sorridi?>, mi chiede Jeremy entrando nella sala comune dove di solito avviene la pausa nelle giornate di pioggia.
<Eh...?>, domando risvegliandomi dai miei bei pensieri.
<Hai un sorriso questa mattina>, commenta lui prendendo del caffè e versandolo nella sua tazza.
<Ah...sono felice>, affermo continuando a bere il mio.
<Si nota, cosa è successo?>, chiede lui curioso ed avvicinandosi a me.
<La felicità ha bussato alla mia porta, finalmente>, rispondo sentendo nella tasca della camice il mio telefono che vibra.
<Scusami>, dico indicando il telefono.

Esco dalla sala comune e rispondo al telefono.
<Sofi>, dico sorridendo.
È da qualche giorno che non la sentivo.
<Amichetta mia, come stai?>, domanda lei euforica.
<Benissimo, tu?>, chiedo a mia volta.
<Bene, anche se qui il lavoro sembra triplicato>, mi spiega sbuffando leggermente.
<A te piuttosto, cos'è successo? Mi sembri appena scesa dalle nuvole>, dice lei con un tono di chi vuole insinuare qualcosa.
<Ma nulla, a parte aver dormito con Thomas...>, affermo lasciando la frase in sospeso.
<Oh mio Dio, penso di aver sentito male>, esulta lei parlando lentamente.
<Ripeti per favore, racconta nei minimi dettagli>, continua poi non lasciandomi il tempo di rispondere.
<Abbiamo dormito insieme, e si è aperto tantissimo con me...ed io sono felice, felice davvero>, ammetto guardando come l'ospedale inizia a riempirsi con gli orari di visita.
<Quindi il burbero ti ha raccontato di sé>, dice lei pensierosa.
<Con chi stai parlando?>, chiede una voce familiare alla mia amica.
<Con Maggy, ha fatto sesso con il tenente>, dice Sofia facendomi quasi affogare con il mio stesso ossigeno.
<Non è vero>, replico subito.
<Smettila Sofi>, la riprende Ally ridendo.
<Arriveranno presto a quel punto, tranquilla>, continua poi facendomi alzare gli occhi al cielo.
<Non credo, domani pomeriggio va a New York e poi torna subito lì alla base>, le avverto con una nota di tristezza.
Mi poggio al muro alle mie spalle e guardo l'orario all'orologio appeso al muro. Ho ancora dieci minuti di pausa.
<Ah l'hai saputo quindi, qui sono tutti preoccupati>, dice Sofia nervosa.
<Sono preoccupati per cosa?>, chiedo corrugando la fronte.
<Ah...il tenente non te l'ha detto quindi...Buona fortuna Sofi>, mugugna Ally lasciando all'amica la palla bollente.
<Cosa sta succedendo? Parlate ragazze>, ordino cercando di rimanere calma.
Se è possibile.
<Succede che qui si stanno tutti preparando per entrare nel covo di quelli che hanno lasciato Connor davanti la nostra base>, mi spiega la ragazza titubante.
Il sangue mi si cela nelle vene e sembra che l'aria abbia incontrato un ostacolo: la mia paura.
<E chi parteciperà?>, domando con un filo di fiato in gola.
<Io, Ally, Smith, Lukas, Will, Noah e Thomas>, risponde lei dicendo l'ultimo nome in un sussurro.
<Mio padre non me l'ha detto>, affermo cercando di riprendere in mano i pensieri.
<Penso che non voglia farti preoccupare>, presuppone Sofi.
<Adesso...adesso devo andare>, dico cercando di mettere fine a questa chiamata che non mi ha fatto altro che preoccupare.
<Un bacio>, mi saluta la mia amica.

Perché non me l'ha detto?
Se ne voleva andare senza dirmi nulla?
So che non vuole farmi preoccupare, ma non posso vivere con la paura di ricevere una chiamata in cui mi dicono...no, non ci voglio nemmeno pensare.

<Papà>, dico appena accetta la chiamata.
<Maggy, tutto bene?>, domanda lui avendo già capito che qualcosa non va.
<Perché non mi hai detto di quella missione suicida che farete tra poco?>, domando subito innervosendomi.
La rabbia continua a crescere.
Thomas ha avuto un'intera notte per dirmelo e non l'ha fatto. Ha voluto farmi vivere una favola...una favola che potrebbe diventare un incubo.
<Perché sapevo che avresti reagito così>, mi spiega semplicemente.
Come se questa fosse una giustificazione.
<Papà>, lo riprendo cercando di essere seria.
<Stai tranquilla, a me hanno messo di controllo alla base>, mi rassicura lui.
<Ma so che non sei preoccupata per me>, continua poi.
<Anche...ma...>, cerco di dire.
Non ho mai parlato con lui di "ragazzi".
Mi ha sempre fatto un certo effetto dirgli "mi piace un ragazzo".
<Cercherò di restare sempre in contatto con Thomas>. Mi capisce al volo.
<Va bene...>, sussurro cercando di non pensare al peggio.
<Stai tranquilla ok?>, mi chiede con tono apprensivo.
<Ci provo>, rispondo poco prima di chiudere la chiamata.
La giornata sta iniziando a fare schifo, e non so con quale umore accoglierò il ragazzo questa sera.

Un pezzo di noiWhere stories live. Discover now