capitolo 1

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Catalina' s pov

Scesi dall'auto mentre l'autista mi porgeva la mano aiutandomi a uscire dall'enorme suv nero.

Appena il mio tacco si appoggiò sul cemento del marciapiede scuro, l' aria gelida, dovuta al freddo autunnale NewYorkese, ricoprì di piccoli brividi tutta la mia gamba.

Seguita a ruota da mia sorella, che scese immediatamente dopo di me, insieme ci avvicinammo verso l'entrata, percorsa da un lungo tappeto stile hollywoodiano, sontuosa dell'hotel di lusso.

L'ennesimo flash che mi colpì il volto, mi costrinse a portare la mano libera davanti agli occhi riparandomi, in questo modo, dall'invadenza delle macchine fotografiche, di ultima generazione,  dei paparazzi che, piazzati poco lontano da noi,  tentavano, in tutti i modi possibili, di attirare l'attenzione, in cerca di una piccola intervista o di una foto per la copertina della rivista per cui lavoravano.

Strinsi con forza la mano di mia sorella realizzando che, nonostante quella situazione andasse avanti da anni, non mi sarei mai abituata alle persone che, seguendo ogni mio spostamento, riprendeva qualsiasi  attimo della mia vita. Il sorriso dolce di Mads, mi rassicurò mentre insieme. varcavamo finalmente la porta dell'albergo.

L'aria calda della hall mi colpì in pieno in volto come una folata di vento confortevole e il mio corpo, teso dal freddo, iniziò a rilassarsi grazie al tepore che mi avvolse, come una carezza, e riscaldò la mia pelle infreddolita.

Sciogliendo l'intreccio delle nostre dita, permisi a Mads di recuperare il suo telefono dalla clutch che portava con sé quella sera, e mi osservai attorno incuriosita ammirando l'arredamento di lusso in stile barocco, misto alla modernità degli ultimi tempi, per poi schiacciare il pulsante di chiamata dell'ascensore e attendere, impazientemente, battendo il mio tacco contro la moquette, rossa e morbida, sotto i miei piedi.

Il piccolo "din" attirò la nostra attenzione così, in silenzio, entrammo nell'abitacolo di modeste dimensione mentre le porte si chiudevano alle nostre spalle ed io mi appoggiavo delicatamente alla parete, percependo, immediatamente, un piccolo brivido lungo schiena per il contatto con la superficie gelida. 

Non vedendo l'ora di tornare a casa e infilarmi il mio pigiama colorato preferito e sdraiarmi in mezzo alla nuvola di trapunte del mio letto, sospirai pesantemente imprecando mentalmente, contro me stessa, per essermi fatta convincere nuovamente a partecipare all'ennesima festa della settimana. 

Dovevo andarci piano, mi ricordava il mio subconscio, le mattine in cui la mia testa e il mio fegato chiedevano pietà, eppure la mia resistenza era pari a zero.

Sarei morta per abuso di alcool, ne ero più che certa, pensai.

Osservando i numeri dei  piani, che s'illuminavano a mano a mano che ci allontanavamo dal piano terra spostai, annoiata, lo sguardo su mia sorella.

Studiai minuziosamente la sua figura, cercando di individuare anche i minimi particolari che la caratterizzavano. Le gambe pallide, chilometriche e snelle erano fasciate da una gonna in pelle nera lunga fino a metà coscia che valorizzava i fianchi stretti. Il top corto con lo scollo a V, metteva in risalto il piccolo seno e la sua clavicola sporgente, mentre la collana di diamanti attorno al collo lungo, risaltava il suo deccoletè . I capelli corti e castani, invece, ricadevano sulle spalle esili in piccoli boccoli, mentre gli occhi verdi splendevano più del solito grazie all'ombretto oro e nero ed erano maggiormente valorizzati dall'eyeliner che evidenziava il loro taglio elegante. Gli zigomi alti, erano invece, delineati dal conturing e, il naso un po' all'insù e la bocca a forma di cuore, coperta da un rossetto rosso opaco, regalavano al suo viso un aspetto infantile e affascinante al tempo  stesso.

Complici In Questo GiocoWhere stories live. Discover now