capitolo 21

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Brody's pov

Ascoltavo distrattamente le chiacchiere dei miei compagni di squadra, intenti a vestirsi e lavarsi.

- Era una bomba, aveva delle tette enormi, e per niente rifatte- diceva Smith, mentre con le mani gesticolava e si infilava i jeans neri stretti.

- Poi aveva un sederone- continuò, e per poco non si mise a sbavare sul serio.

- Smith, finiscila di sparare cazzate. Non ci interessa di come ti ha rifiutato la rossa- affermai ridacchiando, seguito da alcuni miei compagni di squadra, a portata d' orecchio.

Slegai il nodo dell' ascugamano legato in vita, non interessandomi per niente di rimanere totalmente nudo agli occhi degli altri. Chi bene, chi male, ci eravamo tutti abituati.

Smith in cambio, mi fece il dito medio, continuando poi a vestirsi.

Infilai dei boxer neri, seguiti poi da un paio di pantaloni grigi della tuta.

Afferrai la maglietta a maniche corte quando il mister spalancò la porta dello spogliatoio.

- Walker, vestiti e ti aspetto nel mio ufficio tra poco- comandò, guardandomi con i suoi occhi blu gelidi.

- Certo, Mister- annuii, prima di infilarmi la maglietta, sotto il suo sguardo attento.

Mi lanciò un ultima occhiata accarrzzando con la mano grande e grossa, la sua barba ormai del tutto grigia, prima di uscire chiudendosi dietro la porta.

- Cosa vorrà secondo te?- domandò Andrew, avviccinandosi a me, seguito da Brandon.

- Non saprei, vorrà parlarmi della partita di giovedì- scrollai le spalle, strofinandomi i capelli con l' asciugamano nero.

- Probabilmente sì- mormorò Brandon, prendendo il suo borsone nero e mettendoselo in spalla.

Infilai in fretta le scarpe e la felpa nera col cappuccio , afferrando poi il borsone e sistemando il portafoglio e il telefono, nella tasca dei pantaloni.

- Ma la tua adorata biondina, non è ancora tornata?- ridacchiò Andrew, seguito da Brandon mentre lasciavamo la stanza, dopo aver salutato i nostri compagni di squadra.

Inevitabilmente, serrai la mascella stringendo i pugni. Sarebbe dovuta tornare sabato, ovvero due giorni fa, invece non l' aveva fatto, mi aveva chiamato il sabato sera, avvisandomi che non sarebbe potuta tornare a New York quel giorno, a causa di alcuni problemi a lavoro.

Avevo organizzato una cena a due, in uno dei ristoranti piu romantici di tutta Manhattan, e mi era dispiaciuto tremendamente non vederla quel giorno. Mi mancava nonostante avessi passato poco tempo con lei, mi mancava come non era mai successo con nessuno, mi mancava nonostante negli ultimi giorni, avessi passato ore e ore al telefono con lei che mi raccontava delle sue giornate di lavoro, di cui non capivo granché, ma che avrei ascoltato con tutto me stesso, anche solo per sentire la sua voce lieve.

- No, ancora no- sussurrai mentre camminavo per il corridoio che portava all' ufficio del mister, seguito dai miei amici.

- Verrà alla partita di giovedì?- domandò Brandon, mentre distrattamente guardava il telefono.

Lui, non me la raccontava giusta, erano giorni che era sempre attaccato al cellulare. Andrew, pensava avesse ripreso a frequentare Allyson Murphy, l' amica di Catalina, ma io non ci avevo creduto e tra l' altro la biondina, durante le nostre conversazioni al telefono, non aveva mai accennato a una cosa del genere.

-Non lo so- scrollai le spalle, prima di bussare alla porta del mister, che pochi secondi dopo rispose con un " avanti".

- Ti aspettiamo fuori- parlò Andrew prima di darmi le spalle, e ripercorrere il corridoio con l' altro moro von la testa altrove ormai.

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