capitolo 20

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Catalina' s pov

Accarezzai il tessuto liscio mentre con l' altra mano, percorrevo con le dita, la cicatrice sulla caviglia sinistra, ora coperta da un piccolo tatuaggio. Era come se volessi nasconderla agli occhi sconosciuti, o solamente un modo per dimenticare il momento in cui, la causa di questa cicatrice mi aveva vietato di avverare i miei sogni.

Tre anni fa, abbandonare la danza classica, era un pensiero che non mi avrebbe sfiorato minimamente. Non avrei mai pensato di abbandonare la cosa più importante e significativa per me.

- Ti manca?- domandò una voce femminile dietro di me, facendomi sobbalzare. Mi affrettai ad asciugare il viso umido dalle lacrime, tirando su col naso.

- Mi hai spaventata- guardai male Maya, che appoggiò degli scatoloni a terra, per poi venire verso di me.

- Ti manca?- chiese sedendosi accanto a me, nel parquet di legno, ignorando i miei occhi lucidi, e il viso probabilmente arrossato.

- No- sussurrai, sotto il suo sguardo indagatore.

- Capito,le vuoi buttare?- continuò afferrando l' altra scarpetta, che era ancora dentro la scatola, ispezionandola con gli occhi.

Era leggermente rovinata, con qualche strappo qua e là.

-No- mormorai sottovoce, sospirando poi, pesantemente.
- Hai mai pensato di ricominciare?- domandò alcuni secondi dopo.

Ridacchiai amaramente. Anche se avessi voluto, non avrei potuto. Erano passati ormai anni dall' ultima volta che avevo messo in una scarpetta, e ricominciare, era del tutto fuori questione.

- Lo sai che odio la danza, odio i piedi pieni di calli, tagli e vesciche, il dolore poi alle gambe e alla schiena- rabbrividì, facendomi leggermente ridere.

- Ma amavo vedere te farlo, amavo vederti ballare. Venire agli allenamenti, alle prove e ai saggi. Mi piaceva guardarti, seduta sulla panchina, mentre Miss Rain urlava a squarciagola, imprecando contro di voi quando il petit-jeté vi veniva male- scoppiò a ridere.

-Adoravo vederti ballare su queste punte, il modo in cui i tuoi piedi si muovevano, il corpo e le braccia che volteggiavano.- sospirò, guardandomi con i suoi occhi marroni, leggermente lucidi.

- Non smettere perché sei caduta una volta, continuerai sempre ad alzarti in piedi, costi quel che costi.- afferrò la mia mano, stringendola tra le sue.

- Non avere paura di cadere un' altra volta, perché io lo so, lo capisco dai tuoi occhi, che non vedi l' ora, di tornare a mettere piede in questa specie di tortura per i piedi- ridacchiò indicando e guardando con disgusto l' oggetto rosa tra le sue mani.

- Non limitarti, solo perché hai paura, Cata. Abbiamo tutti paura di qualcosa.- sussurrò un ultima volta, prima di mettere l' altra scarpetta tra le mani, e alzarsi in piedi, dirigendosi verso la porta.

-Ah e Cata- fece una pausa girandosi verso di me, con un enorme sorriso in volto.

- Ti sono arrivati, un messaggio e una chiamata persa da Brody- ridacchiò prima di uscire e chiudersi la porta dietro.

Ridacchiai divertita, con gli occhi pieni di lacrime.

Maya aveva ragione, non dovevo aver paura di riprovare a ballare, ma il suo discorso, non aveva cambiato di una virgola, quel che io pensavo.

Guardai un ultima volta le scarpette, prima di riporle dentro la scatola, ricoprendole con la carta da giornale, e alzandomi in piedi, spolverando i miei jeans.

Sospirai. Non sarei mai più riuscita a tornare come prima.

Abbandonai la soffitta, avrei sistemato tutto negli scatoloni, più tardi.

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