capitolo 18

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Catalina' s pov
Uscii in fretta dalla doccia avvolgendo il mio corpo bagnato in un asciugamano grande, strofinando i capelli con quello più piccolo.

Ero in madornale ritardo per il mio esame.

Infilai barcollando i jeans stretti blu ,seguiti dal maglione color senape inforcando poi gli occhiali da vista.

Guardai i miei capelli ancora bagnati decidendo di raccoglierli in una crocchia scomposta, sembravo uscita da un manicomio.

Infilai calzini e scarpe cercando poi il telefono, che trovai sotto il corpo di Spider che seduto sulla sua cuccia morbida, si godeva lo spettacolo.

Sospirai profondamente afferrando la borsa e il cappotto legando la cinta in vita.
- Fai il bravo, Juliet arriverà tra poco. Io devo scappare- mormorai lasciando un bacio a Spider prima di uscire dalla stanza e correre per le scale.

Accesi in fretta la macchina facendo retromarcia per lasciare il parcheggio, sperando di non distruggere niente.

Guardai l' orologio sul display della radio che segnava le nove meno un quarto imprecando subito dopo, avrei ricevuto una vera e propria ramanzina dal mio tutore ,appena mi avrebbe vista.

- E che cazzo, muoviti- gridai contro un uomo che nel bel mezzo di un incorcio, si fermò. Clacson continui riempirono i miei timpani, che di prima mattina chiedevano pietà.
Dopo che il guidatore, probabilmente molto confuso e assonato, si tolse continuai per la mia strada, aumentando gradualmente la velocità.

- Signor Brown- urlai, correndo verso l' uomo, in piedi davanti all' entrata dell' edificio.

- Signorina, alla buon ora- mi lanciò un occhiataccia.

- Mi dispiace, ho trovato parecchio traffico- mentii spudoratamente.
Mi squadró con quei suoi occhi scuri, abbassando gli occhiali da vista sul naso.

- E il traffico non le ha permesso di asciugarsi i capelli?- alzò le soppracciglia folte, con qualche peletto ormai bianco.

- Mi scusi Signor Brown, ho avuto un imprevisto- arricciai le labbra, incrociando le mani davanti a me.
- Spero sia stato qualcosa di importante per averla fatta arrivare in ritardo- mormorò con voce roca.

- Certo signore- tratenni a stento una risata. Se per importante intendeva un biondino muscoloso e sexy, allora aveva colto in pieno.

- Meglio tardi che mai, avanti, mi segua signorina- mi scoccò un ultima occhiata prima di girarsi e aprire il portone scuro dietro di lui.

- Ha saltato le ultime lezioni- affermò camminando per il corridoio lungo e ben illuminato. Le pareti erano bianche con porte di un color verde scuro mentre il pavimento di marmo, luccicava sotto i nostri piedi.

- Lo so signor Brown, ma ho recuperato tutto il lavoro che c'era da fare- scrollai le spalle, seguendolo su per le scale.
- Lo sa che il suo nome e la sua notorietà, non l' aiuteranno a passare questo esame, e qualsiasi altro. Vero?- domandò grattandosi la barba ormai quasi del tutto grigia.

- Non ho mai pensato il contrario singor Brown- scrollai le spalle inarcando le sopraccigliai.
- Bene signorina. Legga attentamente e si prenda tutto il suo tempo- sospirò aggiustandosi gli occhiali, dalla montatura nera, sul naso ad acquilino.

- Certo, quante ore ho a disposizione?- domandai slegandomi la cinta del cappotto grigio topo.
- Ne ha quattro in totale, legga attentamente le domande prima di dare una risposta- spiegò schiarendosi la voce e sistemando la cravatta marrone scuro attorno al collo, ora che lo osservavo attentamente aveva indossato uno dei suoi completi coordinati: pantaloni marroni scuro, così come la giacca e la cravatta, mentre la camicia era di un color bianco sporco. Ai piedi indossava le sue solite scarpe nere eleganti e costose. Il signor Brown era un maniaco del controllo, lo si poteva notare tranquillamente dai suoi capelli, perfettamente pettinati, con nemmeno un pelo fuori posto e dai suoi abiti perfettamente lisci e sistemati. Persino i suoi appunti erano fatti in modo maniacale.

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