capitolo 79

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Si alzò dai gradini del portico così tanto velocemente che fece sobbalzare, spaventato, il cane di sua nonna disteso accanto a lei a godersi le carezze che gli dedicava.

Un enorme sorriso le distese le labbra e mentre le sue scarpe affondavano nell' erba verde, correva verso l'auto che aveva appena varcato i confini della tenuta.
Il vento le sferzava i capelli che le ricaddero dietro le spalle e appena la portiera dell' auto si spalancò, l'abbaiare del suo cucciolo le riempì le orecchie ed il cuore.

Si sentì sospesa in aria quando lo vide correre verso di lei alla velocità della luce e mentre si abbassava sulle ginocchia per poterlo afferrare lui, con tutto il suo peso, le si buttò addosso travolgendola e facendola cadere sull' erba fresca.

Era così entusiasto che lei faticava a tenerlo tra le braccia. Saltava, si contorceva, si allontanava per poi tornare da lei per riempirla di quelle coccole che erano come un ventata d' aria fresca per il suo cuore.

Rideva come da settimane aveva smesso di fare, così forte che lo stomaco le faceva male ed il cuore batteva forte contro la gabbia toracica.
Si sentì così bene stesa lì, mentre il sole le bruciava il viso e la sua ragione di vita continuava a leccarle il viso entusiasto finalmente di vedere la sua mamma, la sua migliore amica e padrona.

Erano settimane che lei non lo vedeva e si sentiva così tanto in colpa per averlo trascurato che le lacrime le bruciarono gli occhi e le budelle le si contorsero in una strettissima morsa.
Era tutto il suo mondo lui, e l'idea si poterlo perdere la faceva cadere in un turbine di emozioni oscure stanziandole in testa le più brutte immagini.
Per anni aveva continuato a pregare perché lui non l'abbandonasse mai, non sapeva che avrebbe fatto senza di lui.

Non avrebbe mai potuto immaginare la sua vita senza di lui. Era una cosa alla quale lei si opponeva con tutte le sue forze ripetendosi che mai l'avrebbe lasciata sola in quel mondo pieno di crudeltà.

E mentre lentamente si metteva seduta sull'erba ed affondava il naso nel pelo del suo cucciolo, sentiva la voce della sua migliore amica mischiata a quella del padre ed immediatamente un sorriso le increspò le labbra.

Stavano come al solito battibeccando come se suo padre non avesse il doppio degli anni della sua amica.
Alzandosi dal terreno e lasciando a Spider la possibilità di respirare un po' aria dopo averlo stretto contro il suo petto con tutte le sue forza, guardò finalmente i suoi visitatori.

-Papà...- sussurrò mentre uno strano senso di felicità ed angoscia le avvolgeva il petto.

Le erano mancati così tanto quegli occhi azzurri identici ai suoi ed il suo profumo maschile identico a quello di vent'anni fa.

Si fece avvolgere da quelle braccia muscolose affondando il naso nella sua polo Ralph Lauren gialla mentre gli avvolgeva il collo con le braccia sciogliendosi a quel abbraccio paterno.
-Bambina mia- le accarezzò i capelli stringendo ancor più forte la sua piccola figlia.

La luce dei suoi occhi ed il suo orgoglio più grande. Lei, era una vera e propria copia sputata di lui, solo in versione femminile.
Il suo profumo dolce gli invase le narici e una sensazione di pace lo avvolse.

Erano anni che aveva continuato a maledirsi per non essere stato una figura paterna presente durante la vita di sua figlia. Per anni, davanti al suo rifiuto, aveva continuato a maledirsi per aver distrutto un legame indistruttibile che unisce un padre a sua figlia.
E in quel momento, non poté far altro che commuoversi davanti al modo con cui lei lo stringeva forte.

-Sbaglio o sembri più alta?-domandò sorridendo quando lei si staccò per poterlo guardare. Si tolse gli occhiali da sole per osservarla ridere di gusto prima di girare il viso verso la sua migliore amica che indispettita batteva il piede contro l'erba.

Complici In Questo GiocoWhere stories live. Discover now