capitolo 83

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Si toccò le mani fredde giocherellando con i suoi anelli d'oro mentre sospirava rumorosamente davanti alla meravigliosa creazione di fiori.

Le rose rosa incastonate tra quelle bianche creavano una meraviglia di colori e profumi che le avevano rubato l'attenzione negli ultimi dieci minuti.
Sfiorò i petali setosi sentendo la morbidezza sotto i polpastrelli mentre le solite farfalle svolazzavano con forza nel suo stomaco, travolto dalle mille emozioni.

Deglutì mentre estraeva il bigliettino in mezzo alle rose prima di aprirlo con mani tremanti e la bocca asciutta come il Sahara.

-Altri fiori?- domandò Maya alle sue spalle, facendola sobbalzare spaventata.

-È il terzo mazzo negli ultimi due giorni- mormorò schiarendosi la voce e fermandosi accanto a Catalina che incrociò le braccia al petto stringendo tra le dita il bigliettino che era incastrato tra i fiori. Si grattò, a disagio, il retro del collo mentre un grande sospiro le lasciava le labbra facendo accigliare Maya.

-Sono confusa- sussurrò con la voce flebile e stanca mentre si grattava gli occhi azzurri e si passava una mano tra i capelli.

-Abbiamo parlato, ha detto che mi avrebbe dato tempo ma...- farfugliò in cerca delle parole.

Si sentiva frastornata, come se il suo corpo e la sua mente non le appartenessero più. Se la sua testa non pensava al lavoro che l'aveva tenuta occupata per quasi tutto il suo tempo, i suoi pensieri volavano immediatamente a quell'uomo che le aveva completamente disattivato la capacità di ragionare o pensare ad altro che non fosse lui e qualsiasi cosa lo riguardasse.

Erano passati solo due giorni da quando si erano rivisti e dopo aver parlato nel loro appartamento, Brody, nonostante avesse più volte cercato di convincerla a restare e dormire nella loro casa quella notte, non era riuscito nel suo intento e con tutta la sua forza di volontà e sacrificando una grande parte di lei che voleva solo infilarsi tra quelle braccia muscolose, si era fatta accompagnare a casa della sua migliore amica.

Le aveva promesso di cederle tempo, tutto quello di cui lei aveva bisogno. Che si sarebbe fatto perdonare fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto nella sua vita.

Eppure ogni mattina, quando il portinaio dell' edificio dove si trovava l'appartamento della sua amica, le recapitava un mazzo di fior di colori e specie differenti, la confusione non faceva altro che torurarle la mente.

Quel gesto le riportava a galla così tante cose che fu difficile per lei trattenere le lacrime la prima volta che vide le rose rosse, un simbolo significativo nella loro relazione.

Perché infondo era iniziato tutto da li, da quei mazzi di fiori che per un intera settimana avevano continuato a riempire il suo vecchio appartamento.
E le emozioni erano sempre le stesse: il cuore che batteva un po' più velocemente, le mani che tremavano e quel sorriso che spingeva per incresparle le labbra.

Scosse la testa sospirando prima di appoggiarsi al tavolo e girarsi verso la sua amica.

-Lascia stare, sono solo un po' stanca...- mormorò sorridendo flebilmente mentre si passava una mano sul collo.

Il suo sguardo cadde sui due vestiti da sera che la sua amica reggeva ed immediatamente trovò quello che l'avrebbe aiutata a sfuggiare dal terzo grado di Maya.
Sfiorò il vestito nero brillantinato mentre un sorrisetto furbo prendeva il sopravvento sul suo viso.

-Hai scelto?- domandò rialzando lo sguardo sulla sua amica che sistemava la sua messa in piega con le dita.

Uno sbuffo lasciò le labbra di Maya, facendo ridacchiare Catalina che si allontanò dal tavolo della cucina andando verso il frigorifero.
-No, sono così indecisa - sbuffò pestando il piede contro il pavimento.

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