capitolo 42

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Brody' s Pov

Passai la chiave elettronica sulla porta, per poi aprirla ed entrare. Il buio mi accolse, portandomi ad accendere la luce del corridoio, mentre il suono proveniente dalla tv era l' unico rumore in quella suite.

Varcai l'ingresso del soggiorno, illuminato solo dal televisore e dalle uniche due luci accese.
Routai gli occhi al cielo leggermente diverito, quando visualizzai la figura del mio amico, stravaccato e addormentato sul divano con i piedi sul tavolino per il caffè.

Afferrai senza pensarci due volte un cuscino, lanciandoglielo in faccia in modo da svegliarlo.
Il suo corpo sobbalzò spaventato ed i suoi occhi si spalancarono, per poi tranquillizzarsi dopo aver visualizzato la mia figura.

-Cazzo Brody- sbuffò passandosi una mano tra i capelli e guardandomi male.
Con nonchalance, mi allontanai per raggiungere la piccola cucina. Aprii il mini frigo per bevande, afferrando al volo due birre per poi stapparle.

Mi stravaccai sul divano accanto al mio amico, porgendogli una delle birre.
-Avete risolto il problema?- domandò, dopo aver preso un lungo sorso.
Con una smorfia in viso, girai la bottiglia tra le mie mani, mentre la rabbia tornava a farmi visita.
-Qual bastardo è scomparso. Sono appena tornato dalla centrale di polizia- sputai, stringendo le dita attorno alla birra.
-Me lo aspettavo, infondo non è così stupido. Sapeva cosa sarebbe sucesso- scrollò le spalle lui.
-Quel che non capisco è perché non ti lascia perdere, sono passati ormai anni- affermò Brandon.

E dentro di me, sorrisi amaramente, al ricordo di quel bastardo e ai problemi che non aveva mai smesso di creare.
-Vendetta, forse. Molto probabilmente pensa che sia stato io a mandarlo in prigione- ridacchiai amaramente.
-Cosa farai ora?- domandò sottovoce, guardandomi ed incrociando le braccia al petto.

Con un grosso sospiro, appoggiai i gomiti sulle ginocchia, sistemando poi la bottiglietta sul tavolino in vetro davanti a me.
Con estrema stanchezza, mi passai le mani tra i capelli, mentre il mio cervello cercava in tutti i modi, di trovare la strada più sicura per uscire da tutto quello.

-Non lo so, la polizia lo sta cercando e mio padre mi ha assicurato che questa volta non riuscirà a passarla liscia- sospirai, osservando il tappeto sotto i nostri piedi, mentre il masso sulla bocca dello stomaco si faceva sempre più grande, sempre più pesante.

-Ma...- continuò lui.
-Ma non posso aspettare che loro lo trovino, fino a quel momento sarà un pericolo, ed io non posso permetterlo- sbuffai frustrato, passandomi una mano sul viso.

-È rimasta nella sua stanza per tutto il tempo- affermò pochi minuti dopo di assoluto silenzio.
-Lo immaginavo- sorrisi flebilmente, al ricordo del suo viso imbronciato nel parcheggio dello stadio, alcune ore fa.
-Ha mangiato qualcosa?- sospirai, girando il capo verso di lui.
-Le ho ordinato da mangiare, come mi hai detto- si strofinò la mano sugli occhi, scacciando la stanchezza.
- Ma non ha voluto uscire e penso si sia addomentata un paio di ore fa- scrollò le spalle.
-E poi non volevo entrare nella vostra stanza, come minimo mi avresti spaccato la faccia semmai l' avessi vista mentre si cambiava- ghignò divertito.

-Sono felice che tu ne sia a conoscenza- sbuffai ruotando gli occhi al cielo.
-Smettila di torturarti il cervello e vai a dormire. Ci penseremo domani a tutto questo- si alzò in piedi, stiracchiandosi per poi afferrare il suo telefono ed il suo portafoglio dal tavolino.
-Grazie per essere rimasto con lei, Brandon- affermai, sorridendogli flebilmente.

- Quando vuoi. Ora vai dalla tua donna e rassicurala, è l' unica cosa che puoi fare al momento- mi diede una pacca sulla spalla, per poi abbandonare il soggiorno.
Sospirai pesantemente, slacciando i bottoni della camicia e togliendo la giacca elegante.
Mi alzai avvicinandomi alle vetrate, osservando la bella e maestosa Grande Mela di notte. Luci di ogni colore illuminavano le strade ancora popolate, nonostante la mezzanotte fosse passata già da un po'. Appoggiai la fronte contro il vetro freddo, creando un alone di umidità con il mio respiro caldo.

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