capitolo 31

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Catalina' a Pov

Piccoli brividi trapassavano la mia colonna vertebrale, portandomi a rabbrividire violentemente.

Portai il piumone fin sotto il naso, cercando quel tepore che da un po' di tempo mi aveva abbandonata lasciando spazio al freddo che colpiva le mie ossa doloranti.

Mi rannicchiai sotto le coperte, portando le gambe al petto.

Dopo vari tentativi, riuscii ad aprire un occhio, lanciando uno sguardo alla sveglia sul comodino, color nero, accanto al mio letto.

L' ora mi parve sfocata, così dovetti sbattere più volte le palpebre per riuscire a focalizzare i numeri sull' apparecchio tecnologico.

Le sei e un quarto di mattina.

La luce del sole filtrava debolmente attraverso le tende chiare illuminando parte della stanza, mentre i brividi di gelo non smettevano di attraversare il mio corpo.

Sembrava di essere in una cella frigorifera.

Eppure ero più che sicura che non ci fosse alcun guasto sui riscaldamenti dell' attico.

Mi alzai debolmente, scostando la coperta dal corpo e poggiando i piedi sul tappeto estremamente peloso sul pavimento. Indossai le pantofole bianche e fiaccamente camminai verso il bagno.

La gola bruciava dolorosamente e i muscoli si erano fatti estremamente deboli.

Il mio viso riflesso sullo specchio, mi fece leggermente sobbalzare.

Alcune ciocche erano scappate dalla coda alta, incorniciando il mio viso terribilmente pallido.

Delle enormi occhiaie solcavano i miei occhi spenti mentre le labbra si erano fatte secche e di un colore pallido. Sulla tempia, una chiazza bluastra e dolorosa, occupava gran parte di essa.

Aprii la manopola della doccia, lasciando così scorrere l' acqua che pochissimi istanti dopo si fece bollente.

Mi spogliai della felpa e dei pantaloni, restando solamente in intimo che sfilai subito dopo e varcai la nuvola di vapore acqueo che si era creata.

~~~~~~~~~

Avvolsi il mio corpo infreddolito in un accappatoio bianco, uscendo subito dopo dal bagno, incurante dei miei capelli bagnati e gocciolanti.

Mi infilai nel letto, coprendo il mio corpo con la trapunta e con un altra coperta recuperata dallo schienale della poltrona nera, posta accanto alle grandi finestre.

Non riuscivo a smettere di tremare ed in tanto mi maledicevo per le mie maglie e camice troppo scollate.

Un leggero bussare attirò la mia attenzione, ma non avevo la forza per rispondere così chiusi gli occhi e cercai di rilassare i muscoli contratti.

- Cata- sussurò mia sorella, aprendo di poco la porta e sporgendo la testa.

- Tutto bene?- domandò, avvicinandosi al letto.

- Sei tutta pallida, che cos' hai?- la preoccupazione nella sua voce bassa.

- Non lo so, penso di essermi presa un malanno- sussurrai, la voce roca e la bocca impastata.

-Cazzo, scotti tantissimo- gridò, dopo aver appoggiato la mano sulla mia fronte.

- Ho freddo, tanto freddo- piagnucolai, sbattendo leggermente i denti.

- Cazzo, adesso chiamo il medico- disse, alzandosi come una molla, correndo poi a recuperare due coperte dalla cassapanca.

Coprì attentamente il mio corpo, per poi correre fuori dalla porta.

Complici In Questo GiocoWhere stories live. Discover now