capitolo 64

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Catalina' s Pov

-Lasci che l' aiuti- affermai, sorridendole flebilmente mentre, seduta sullo sgabello intorno all' isola, la osservano correre avanti e indietro per preparare la cena.
-Assolutamente no, cara. Tu siediti e riposati- mi guardò male scherzosamente per poi chiudere il forno dopo aver controllato il pollo arrosto che cuoceva.

Decidendo di smettere di tentare di farle accettare il mio aiuto, appoggiai il gomito sul granito dell' isola e reggendo la mia testa con una mano, risposi al messaggio di Brody.

Da Brody:
"Ti chiamo stasera. Già mi manchi"

Sorridendo flebilmente al suo messaggio, mi ritornò in mente quello spiacevole incontro avvenuto quella mattina. Una parte razionale di me, mi spingeva a rivelare tutto a Brody, sapendo quanto lui odiasse le bugie.

L' altra parte di me, invece, mi consigliava di attendere almeno qualche giorno, tempo che lui finisca tutte le sue partite e gli impegni con la squadra. Perché ero più che sicura che, appena avessi aperto l' argomento, lui avrebbe preso il primo volo per New York, fregandosene di qualsiasi cosa potesse intralciarlo.

E questo era ciò che più mi preoccupava e mi faceva sentire in colpa, non avrei mai voluto creargli problemi di alcun genere e sapevo che renderlo a conoscenza dello strano incontro, gliene avrei creati anche troppi.

Quindi, l' unica soluzione possibile in un momento come quello, era parlarne con qualcuno che fosse a conoscenza di tutto, e non ci sarebbe stata persona più affidabile e saggia del signor Walker.

Per questo, immediatamente dopo cena lo avrei informato, ed ero più che convinta che aiutata dai suoi utili consigli avrei fatto la scelta più corretta.

Non potevo negare, che quell' incontro aveva creato così tanti punti di domanda nella mia mente, che continuavano a torturarmi, senza permettermi di ragionare lucidamente.
Volevo scoprire tutto di quell' uomo che continuava a minacciare Brody, e sapere che lui era il fratello di Melanie mi creava un certo disagio.

-Catalina, dove sei volata con la mente?- domandò la signora Walker, attirando la mia attenzione che si sistemò subito su di lei.
-Ero un po' sovrappensiero- scrollai le spalle, cercando di increspare le labbra in un sorriso.

-C'è qualcosa che ti preoccupa?- chiese, avvicinandosi all' isola.
-Molte cose in realtà- sorrisi, osservando il granito.

-Spero null...- iniziò a parlare per poi essere immediatamente interrotta dal signor Walker, che entrava in cucina con un enorme sorriso sul volto ancora affascinante nonostante l' età.
-Ho sentito il profumo dell' arrosto dal portone di casa- ghignò avvicinandosi alla moglie che gli sorrise in modo affettuoso.

-Ma che bella sorpresa che abbiamo qui- battè le mani ridendo, mentre si avvicinava a me.
-L' adorabile ragazza di mio figlio ed il mio piccolo nipote- sorrise avvolgendomi tra le sue braccia, ricoperte da un pullover rosso.

-Non hai idea di quante volte Brody mi abbia mandato messaggi nelle ultime cinque ore- ridacchiò staccandosi e scendendo con lo sguardo sul mio ventre che a poco a poco cresceva.

E nonostante non fosse ancora enorme, mi sembrava di veder crescere il mio piccolo giorno dopo giorno.
-È davvero peggio di te- sospirò esasperata la signora Walker, guardando il marito che ridacchiava afferrando una mela al volo.

-Ricordo che quando ero incinta di Abby, per i primi mesi si rifiutava di andare a lavoro- affermò, facendomi ridacchiare divertita mentre il signor Walker alzava gli occhi al cielo.

-Ho cresciuto bene mio figlio- disse fiero di se stesso, mentre mi lanciava un occhiata divertita.
-Assolutamente sì- annuii ghignando, prima di guardare il telefono appoggiato sul granito.

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