- Certo che sì. Ne abbiamo già parlato di questo- sussurò accanto a me.

- A me non sembra- sbottai, incrociando finalmente il suo sguardo, adesso completamente stupito e confuso.

- Che stai dicendo?- aggrottò le sopracciglia chiare.

- Se ti fidassi di me, non ti faresti problemi ad aprirti con me. Vorrei che tu mi raccontassi quel che ti passa per la testa.- sputai, alzandomi in piedi ed avvicinadomi al cestino, dove buttai la bottiglia di birra, ormai finita.

- Ma che stai dicendo? Ti dico sempre tutto!- quasi urlò, spalancando le braccia ed alzandosi anch'essa.

- Non è vero cazzo! Un momento sei felice, l' altro ti chiudi in te stessa e dici che va tutto bene. Poi questa cosa con Spider- sbraitai puntandole contro l' indice, ad un centimetro dal suo viso.

Notavo sempre i suoi repentini cambi d' umore, ed il fatto che non si aprisse con me, rivelandomi le sue paure e preoccupazioni, mi feriva.

Un esempio concreto, era mentre ci trovavamo nel bagno della casa dei miei, quel pomeriggio.

Volevo condividere con lei ogni minima cosa.

- Non è così- sussurrò, abbassando lo sguardo sul pavimento.

-Guardami- mormorai afferrando tra le dita il suo mento, cercando di calmarmi. Odiavo urlarle contro, o anche semplicemente arrabbiarmi con lei.

Ma avevo bisogno di riposte, per me, per noi.

-Sono confusa, Brody. Molto confusa- disse a bassa voce, mentre una smorfia contorceva il suo meraviglioso volto.

- Su cosa?- domandai, prendendo il suo viso tra le mani.

- Su di noi, su quello che stiamo facendo- spiegò, appogiando le mani sui miei polsi.

- Cosa intendi?- domandai aggrottando le sopracciglia, confuso.

-Cosa siamo noi Brody?- domandò, prendendomi totalmente alla sprovvista.

Il cuore prese a battere più forte, mentre il mio stomaco si attorcigliava in tanti nodi stretti.

- Io...- sussurrai, privo di parole e di spiegazioni.

Cosa eravamo noi?

Non ne avevo la più pallida idea.

L' unica cosa di cui ero certo, era che la volevo.

La volevo tutta per me.
Volevo la sua mente.
Il suo corpo.

La volevo tutta.

Preso da un irrefrenabile passione, mi catapultai sulle sue labbra morbide che presero a muoversi contro le mie.

Le sue dita adornate da multeplici anelli, stringevano e tiravano con forza i miei capelli, mentre le mie mani tremanti, accarezzavano i suoi fianchi e la sua schiena, l'eccitazione raggiungeva livelli mostruosi.

Con le sue gambe attorno alla mia vita e le nostre lingue che si intrecciavano, cercavo di salire le scale in vetro dell' appartamento di Catalina, rischiando più volte di andare a sbattere contro il muro.

E mentre la biodina ridacchiava divertita, sulle mie labbra, io spalancavo la porta della sua stanza da letto, per poi poggiare il suo corpo sul morbido letto dalla trapunta color avorio.

-Ti diverti?- ghignai, stendendomi sul suo corpo e poggiando i gomiti ai lati della sua testa, per evitare di schiacciarla con il mio peso.

-Molto- rise, prima di cingere il mio collo e riallacciare le nostre labbra.

Complici In Questo GiocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora