23.Io ho solo bisogno di te.

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Quando aprii gli occhi contro voglia, ebbi paura, una paura che non avevo mai provato prima.

Mi alzai e mi misi seduta e accorgendomi di essere nella stanza di Ash mi tranquillizzai, almeno un po'.

Non feci tempo a tirare un sospiro di sollievo che un forte spasmo alla pancia mi tolse quasi il respiro.

Mi alzai di tutta fretta e andai in bagno trattenendo a stento i conati di vomito.

Vomitai l'anima, ogni parte di me mi faceva male, nella testa rimbombavano ancora tutti i rumori della sera prima.

Restai 10 minuti accovacciata vicino al wc, sulle fredde piastrelle bianche del bagno cercando di ricordarmi che cosa mi era successo.

Avevo dei leggeri flash, fino a quando Ruby e Daisy mi avevano porso quel cocktail, poi niente.

Mi alzai e mi fermai davanti allo specchio appoggiando le mani sul bordo del lavandino.

Fissai me stessa negli occhi.

Non mi riconoscevo più, indossavo ancora il vestito nero della sera prima, era strappato sui bordi e mi era salito fino ai fianchi.

I capelli biondi erano una ammasso di nodi indistricabili, erano un disastro.

E il trucco mi era colato sul viso lasciando delle lunghe righe nere sulle guance, mentre il rossetto rosso si era del tutto rovinato.

Non potendo più vedermi in quello stato, mi spogliai ed entrai nella doccia, accendendo l'acqua più calda possibile.

Mi lavai i capelli con calma massaggiandomi la testa come se volessi far finire il maledetto mal di testa che non mi lasciava pace.

Mi sciacquai il corpo e poi uscii avvolgendomi in un asciugamano bianco.

Presi la mia spazzola dal beauty-case che avevo appoggiato a lato del lavandino e iniziai a spazzolarmi.

Mi ricordava mia mamma.

Quando ero piccola ogni sera mia mamma mi spazzolava i lunghi capelli dorati che mi arrivavano fino al fondo della schiena.

Me li pettinava mentre mi raccontava una storia, oppure mi cantava una ninna-nanna.

Mi scese una lacrima.

Nonostante tutto io ero sempre io.

Nonostante volessi diventare imprevedibile, il mio carattere ,per quanto cercassi di nasconderlo, restava sempre lo stesso.

Restavo quella Jo che aveva sempre preferito leggere un libro alla discoteca, la Jo che amava l'arte, quella sempre in ordine, con ottimi voti.

Sotto, sotto io ero così.

In quel momento la porta del bagno sbatté e io mi girai di scatto impaurita, ma ciò che vidi mi rese solo felice.

Ash era fermo sulla porta, aveva dei pantaloni neri, una maglietta bianca e un giacchino di pelle nera.

I capelli non erano per niente in ordine, come se avesse passato la mano tra quei ricci neri troppe volte.

I suoi occhi passarono dai miei al mio corpo, al mio viso, come se stesse cercando di leggermi dentro.

Ci guardammo e basta.

Per quelli che sembrarono secondi, minuti o ore.

Eravamo nel nostro mondo.

Non me ne accorsi neanche quando fece due passi in avanti per poi abbraciarmi infilando la testa tra i miei capelli bagnati e il mio collo.

Portai le mani sul suo petto e lasciai che mi stringesse.

Drogata di te. [In revisione]Where stories live. Discover now