32.Quel tipo d'amore non finisce mai.

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Ovviamente come era solita fare mia madre, invitò Alexis e Sasha a restare per Natale.

Loro accettarono felicemente e io l'unica cosa che feci fu sorridere.

Volevo bene sia ad Alexis che a Sasha, ma lei mi ricordava così tanto suo fratello, era la sua versione al femminile e ogni volta che guardavo nei suoi occhi azzurri il mio cuore smetteva di battere.

Preparai per loro la stanza degli ospiti e poi uscii in veranda, lasciandole a parlare con mia madre.

Mi strinsi nel cappotto e indossai la sciarpa, poi mi sedetti sulla panchina e rannicchiai le gambe portandomele al petto.

Fissai la strada, c'era la nebbia e tirava il vento, nell'aria aleggiva un non so che di misterioso e di leggero.

Anch'io volevo tornare a stare bene con me stessa, dal quel giorno non lo ero più stata.

Fissai la staccionata bianca alla quale si era appoggiato la prima volta che l'avevo visto.

Fissai il palo della luce al quale era solito parcheggiare la moto nera e fissai il muretto dove si appoggiava per fumare e me lo immaginai là.

Ad un tratto tra la nebbia, vidi una figura scura appoggiata a quel muretto che fumava in quel modo, come solo lui sapeva fare.

Strinsi gli occhi per vedere meglio e li sbattei più volte per cercare di capire se c'era veramente qualcuno, o era frutto della mia immaginazione.

In quel momento sbatté la porta e io mi girai di scatto verso essa, per notare Sasha con il suo cappotto rosso fuoco.

Le sorrisi e quando tornai a guardare verso il lampione non c'era più nulla.

Scossi la testa, mi mancava così tanto che pensavo di vederlo.

Sasha si sedette vicino a me e restò ferma in silenzio per alcuni minuti, poi si decise a parlare.

"L'ho rivisto solo una volta.." sussurrò.

La fissai un secondo e vidi il suo sguardo cupo rivolto verso il basso, i suoi lineamenti tristi, il petto che le tremava scosso dai singhiozzi.

Mi avvicinai e le strinsi una mano.

"Mi dispiace.." le dissi, a quel punto alzò il viso verso il mio e si asciugó una lacrima.

"Sai che non dovresti? Insomma sei stata tu la vittima.." disse piano come se avesse paura che tutto il mondo potesse sentirci.

"Si, ma questo non vuol dire che non ti capisco, se non sapessi dov'è mio fratello e non avessi sue notizie per molto tempo mi preoccuperei,è sempre tuo fratello Sasha..." cercai di non farla sentire in colpa, si vedeva dai suoi occhi che soffriva e faceva fatica a stare da una sola parte.

Tornò a fissare la strada e io la imitai.

Passarono almeno 5 minuti, dove restammo in silenzio assoluto, si sentivano solo i nostri respiri, poi mi strinse una mano e io tornai a fissare quegli occhi azzurri, troppo familiari.

"Ho visto come lui ti guardava, come tu lo guardavi, quel tipo d'amore non finisce mai..." sussurrò.

Io annuii incapace di ribattere, sapevo che aveva ragione.

"Non ti ha tradita davvero lo sai?" Mi chiese Sasha.

"Lo so"

"Cosa?" chiese sconvolta.

"Me l'ha detto quest'estate dopo che sei arrivata, mi ha fermata e me l'ha spiegato, poi se n'è andato non so dove, Sasha..." mi scusai, forse avrei dovuto dirglielo.

Drogata di te. [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora