Capitolo 21

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<<E dimmi un po' come pensi di conquistarmi?>> lo beffeggio fingendomi una donna d'altri tempi e sani principi.

<<Ah non l'ho già fatto scusa?>> tiene il gioco fingendosi ferito.

Lo scruto dall'alto al basso come a farlo sentire un insulso.
<<Le strade per il mio cuore sono più tortuose di quanto pensi>>

<<È già un passo importante sapere che ne hai uno non solo anatomicamente>>

Non sono tanto sicura sia esattamente così ma lascio comunque correre.
La mia testa, immancabilmente per qualche minuto mira a Jackson ma dopotutto, siamo due bombe ad orologeria, dove potremmo andare?
Per non parlare del fatto che sarebbe, non so, strano forse? E credo lo sappia anche lui perché in alcune circostanze lo percepisco.
D'altra parte non sto firmando alcun contratto vincolante ma trovo giusto permettere a qualcuno di tentare almeno di riuscire a smuovermi, un po' per mettere alla prova anche me stessa.

Dopo la pausa in caffetteria mi reco nelle rispettive aule per completare i corsi rimanenti in giornata ed al loro termine, una volta rientrata nel dormitorio, mi fiondo sul letto completamente esausta per ricaricarmi un po'.
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Una cuscinata dritta sulla faccia mi fa sobbalzare nel panico più totale facendomi pentire nella maniera più assoluta di aver chiuso occhio per qualche ora.

<<Ma sei forse impazzita?>> schiamazzo nevrotica.

<<Ti vuoi svegliare? Ti ho portato questa>> mi lancia una busta bianca Jennifer ancor prima di aver ripreso pienamente coscienza.

<<Cos'è?>>
La rigiro fra le mani non avendo la minima idea di cosa sia.

<<Dovresti dirmelo tu, sono andata a ritirare le mie lettere e la segretaria mi ha detto che non eri passata a prendere le tue così ha pensato di darle a me>> solleva le spalle.

Oggi è la giornata di ricevimento delle lettere da parte delle famiglie, lo avevo persino dimenticato non essendo di mio interesse.
Ogni mese la Northeastern organizza questo evento così da mantenere solido il legame con le famiglie.
Ora la domanda sorge spontanea, chi può avermi mandato una lettera se la mia famiglia non esiste?
La prima ed unica persona che mi viene in mente è mia zia Daiane così, senza ulteriori interrogatori la apro trovando al suo interno un piccolo bigliettino.

Jennifer si siede innocentemente vicino a me curiosa di sapere chi per la prima volta ha deciso di scrivermi constatando che nelle altre giornate non ricevetti mai nulla.
La guardo per qualche secondo perché il timore che legga qualcosa che non dovrebbe mi sovrasta ma lo apro comunque.

"Presto ci rincontreremo"

Lo osservo e lo riosservo in silenzio.
Tutto di quel biglietto mi conduce alla convinzione che non è stata mia zia a spedirlo, è troppo impersonale e anonimo, conoscendola credo ci avrebbe messo più cuoricini che parole.

Jennifer mi guarda di sbieco cercando di captare le motivazioni del mio malcontento.

<<C'è qualcosa che non va?>> chiede intimorita.

<<No, solo non me lo aspettavo>> sentenzio soprappensiero schiva alle mie verità.

Delle volte mi chiedo se sono io che tendo ad essere paranoica e vedere il marcio in tutto o il mondo lo è sul serio ed onestamente mi convince di più la seconda opzione, ma non voglio allarmarmi troppo.
Terrò in considerazione la cosa senza ingigantirla inutilmente.

<<Comunque ci sono gli altri di la, hanno portato le pizze>> mi informa Jennifer facendomi smettere di costruire inutili castelli di sabbia.

Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now