Capitolo 35

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Trovo che il weekend sia una giornata che debba essere obbligatoriamente rigenerante, un toccasana per la mente e per il corpo.

Ho deciso di svegliarmi presto ma non troppo e di andare a fare una corsetta nella zona boschiva di Boston situata in periferia, a qualche chilometro da qui.

Mentre percorro il sentiero, mi scivolano via gli auricolari dalle orecchie finendo accidentalmente sotto ai miei piedi.
Mi chino in punta di piedi raccogliendoli ma, una volta in mano, mi accorgo che sono andati distrutti.

Fantastico, sempre la solita fortuna.

Improvvisamente, fra la quiete più totale, percepisco sulla schiena una spinta decisa che mi fa fare fare un incontro diretto fra i miei glutei ed il suolo incutendomi uno spavento esorbitante.
Il tutto però, cambia nel momento in cui un dolce musino inizia ad annusare il mio viso curiosandolo privo di timidezza.
È solo un cagnolone con tanta voglia di prendersi gioco di me.

Ho sempre amato gli animali, entri nella loro vita e né diventi il perno portante dall'inizio alla fine, non ti tradiranno mai, non ti dimenticheranno mai.
Sin da piccola, la mia stanza era circondata da peluche che nella notte disponevo tutti nel letto a costo di non riuscire neanche ad entrarci, non volevo che qualcuno di loro si offendesse.

Lo accarezzo calorosamente e, percependo la mia simpatia nei suoi confronti, posa le sue grandi zampe sulle mie spalle godendosi le mie coccole addentrandosi con il suo nasone a fiutare fra i miei capelli.

<<Lupin!>>
Si precipita verso l'amorevole animale un ragazzo esasperato con in mano il suo guinzaglio.

<<Perdonami, è un donnaiolo.
Mi fa impazzire ogni volta che lo porto in giro>> mi porge la sua attenzione inserendo il gancio della fune fra il passante del collare.

<<Ma figurati, stavamo facendo amicizia, mi diceva che stare al guinzaglio non gli piace affatto>> ironizzo facendogli capire che io stessa trovo gli sia dovuto ogni tanto sgranchirsi le gambe autonomamente.

<<Fosse per me non lo indosserebbe mai, ma le donzelle che importuna solitamente non sono proprio così socievoli come te>>

Sorrido immaginando le situazioni che si sono potute creare mentre gli concedo un'ultima grattata sul collo.

<<Non ti ho mai vista da queste parti, me ne sarei ricordato>> afferma dopo aver curiosato la mia figura con uno sguardo piuttosto meticoloso.

<<Sono arrivata da qualche mese ma ho poco tempo libero, è la prima volta che vengo qui>> sorrido pulendo i miei jeans da tutta la polvere che ho preso cadendo.

<<Beh allora spero di rivederti quando ne avrai di più.
È stato un piacere conoscerti, ed anche per Lupin>> mi saluta accompagnato dal piagnucolio del cane che inizia non appena apprende si stanno per allontanare.

<<Oh anche per me>> affermo con sincerità salutando con la mano.
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(Da questa parte in poi se lo gradite potete continuare a leggere con in sottofondo la canzone caricata ad inizio capitolo)

<<Ragazze! Vi prego ditemi che c'è qualcosa di già pronto sto morendo di fa->> arresto le mie parole dopo essermi guardata intorno poiché capisco che l'appartamento è vuoto.

Mi stranisco nel momento in cui scorgo la porta della mia stanza aperta, lo spiraglio di luce che ne fuoriesce mi fa capire che lo sia anche il balconcino al suo interno, il che è doppiamente ambiguo visto che è mia premura chiuderli sempre entrambi.

Addentrandomi verso essa, mi blocco per lo sgomento appena, sul ciglio della porta, incontro una sagoma seduta ai piedi del mio letto con in mano il mio foulard insanguinato.

Dentro agli specchi non solo il riflessoWhere stories live. Discover now