Capitolo 51

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"Nei miei sogni non ci sarai,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci.

All'angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano.

E so molto bene che non ci sarai,
nè qui, dentro il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te."

Un colpo improvviso sigilla le pagine del mio libro impedendomi di continuare a perdermi all'interno dei suoi versi.

<<Signorina Miller>> carica la sua voce di enfasi come se avesse finalmente trovato pane per i suoi denti.

<<Il suo atteggiamento è a dir poco irrispettoso ed immaturo>> incrocia le braccia al petto autoritario.

Gli occhi di tutta la classe sono cristallizzati su di me, in particolare modo quelli di Tyler al mio fianco consapevole del fatto che io sia una bomba ad orologeria a corto minutaggio.

<<Mi dispiace lo metto via, non accadrà più>> tronco la discussione lasciando tutti perplessi.

Che c'è? Non ho voglia di discutere con gente con cui le parole vanno sprecate.

<<Oh ne sono sicuro>> allunga la mano verso il libro con lo scopo di appropriarsene ma i miei riflessi mi permettono di schivarlo e non lasciarglielo prendere.

<<Mi dia immediatamente quel libro non lo rivedrà fino al termine del semestre>> sbotta rabbioso.

<<Cosa? Non siamo mica alle elementari>> sorrido alquanto imbarazzata dalla piega che sta prendendo la situazione.

<<E lei cosa ne sa? Ha mai frequentato una scuola pubblica? Non mi pare>>

Il mio sorriso si spegne mutando in un trucido sguardo.

<<Lei crede che tutto le è dovuto non è vero?>> aggiunge provocandomi con la sua espressione da parassita.

<<Arya..>> mi raccomanda Tyler sotto voce.

<<Ha sempre frequentato scuole private, trasferimento a Boston, famiglia impegnata nel loro chissà quale redditizio lavoro.
Questa, è, una scuola, meritocratica!>> sillaba parola per parola l'ultima frase.

<<Quindi o mi da quel libro e mi mostra rispetto o, va dritta in presidenza dove stia certa che nessuna cifra le assicurerà l'incolumità>>

<<Dagli quel maledetto libro>> continua a intromettersi nella discussione Tyler sotto voce esortandomi a concludere questa sceneggiata.

Non consegnerò mai questo libro, mia zia me lo diede in dono al mio dodicesimo compleanno e mi disse di averne cura perché è tutto ciò che rimane di mia madre.
Era la raccolta di poesie che leggeva da bambina.

Chino il capo facendomi scappare un lieve ghigno, sarebbe stato bello vivere la vita di cui Ryler mi accusa di essere protagonista.

<<Sa professore>> mi alzo dalla sedia avviandomi verso di lui.

<<Mi è capitato molto spesso di incontrare persone superficiali ma lei è sicuramente sul podio tra queste>>

Tutti rimangono basiti.

Dentro agli specchi non solo il riflessoМесто, где живут истории. Откройте их для себя